FALCUCCI
Gruppo famigliare fiorentino, probabilmente originario del Mugello, i cui esponenti furono attivi nel XIV e nel XV secolo nella medicina, nell'arte dei beccai e, soprattutto, nella mercatura e nella banca.
Rese illustri i F. per primo Niccolò di Francesco di Gialdo, che esercitò la medicina fra la metà del Trecento e i primi anni del Quattrocento e lasciò opere destinate'a grande circolazione e fortuna (v. voce in questo Dizionario). Quanto alle attività di macellazione e di vendita di carni è significativo che a Gricignano, presso Borgo San Lorenzo, Paliano di Falco, noto suprattutto come mercante e banchiere (secc. XIV-XV), possedesse un podere dove notevole era la consistenza del bestiame (2 buoi, 2 giovenchi, 68 pecore, 10 capre, 4 montoni). Sebbene i F. avessero ottenuto sette volte il priorato fra 1343 e 1381, assai scarsa fu in Firenze la loro influenza politica. Essi cercarono per lo più fortuna dapprima fuori dei confini della Stato fiorentino, poi nei territori soggetti alla città d'origine.
Il membro più noto della famiglia, a parte Niccolò, fu forse proprio Paliano di Falco, titolare. di una compagnia mercantile e bancaria con sede a Perugia, di cui ci è rimasto un libro di conti e ricordanze varie per gli anni 1382-1406. Per la ricostruzione delle vicende di questa società si può ricorrere anche alle lettere (più di un centinaio) che vennero scambiate da Perugia con aziende datiniane di Firenze e soprattutto di Pisa fra il 1383 e il 1401. Paliano fu inizialmente in società con Giovanni Portinari e con Ardingo Ricci, cui subentrarono, verso la fine del Trecento, Corso Ricci, Filippo Del Buono e Girolamo di Bartolo Falcucci. Quest'ultimo, forse nipote ex fratre di Paliano, già attestato a Roma nel 1400 come fattore della società allora intitolata a Corso Ricci e a Paliano di Falco, risulta accusato, il 1º luglio 1401, di aver sottratto varie balle di panni di lana, per il valore di oltre 3.000 ducati, dal fondaco o dalla casa di un altro mercante fiorentino operante nella città, Antonio Mannini. Superata questa disavventura, l'8 febbr. 1405 Girolamo ottenne, con il fratello Piero, il rinnovo della licenza per continuare le sue attività mercantili a Roma, ma nell'agosto dello stesso anno, per non aver restituito i denari depositati presso di lui da un cliente, venne arrestato. La fuga, organizzatagli da alcuni amici, gli precluse la possibilità di operare ulteriormente presso la Curia.
L'attività e la continuità in Perugla del fondaco di Paliano è comprovata anche dai servizi, finanziari e di trasmissione di lettere per Firenze, che esso fornì a Rinaldo Albizzi, allora podestà di Città di Castello, nel febbraio del 1404, nel luglio e nell'agosto del 1406 e nel marzo del 1407. Il legame della famiglia con Perugia è ribadito dalla presenza in quella città, nel quarto decennio del sec. XV, del campsor Gioacchino di Piero Falcucci. Probabimente era uno dei F. anche il Bartolomeo di Paliano che è attestato come "banchiere" a Siena nel 1425.
Negli anni centrali del Quattrocento alcuni membri della famiglia si trasferirono a Pisa: in quella città, infatti, è attestato fra il 1427 e il 1452 Falco di Gioacchino; nel 1458 vi operava, come fattore dei Salviati, Giovanni di maestro Antonio; nel 1459 vi nacque Lorenzo, un figlio di Piero di Gioacchino; ma, soprattutto, vi ricoprì un ruolo non secondario nel clero locale, fra il 1438 e il 1468 almeno, Iacopo di maestro Antonio, un sacerdote che fu inizialmente rettore di una pieve del contado, poi cappellano dei Consoli del mare nonché provvigionato, come balestriere, nella cittadella di Pisa e infine rettore di chiese cittadine.
Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. naz., Poligrafo Gargani, n.771; Arch. di Stato di Firenze, Carte strozziane, II serie, VII: Libro bianco A (Ricordanze di Paliano di Falco Falcucci, 1382-106), cc. 150; Ibid., Notarile antecosimiano, nn.4263 (già C 151, 1458-1464), c.7r (per Giovanni di maestro Antonio); 8074 (già F 559, 435-1438), c. 291r; 8081 (già F 560, 1448-1460), c. 81v; 18152 (già R 243, 1447-1460), cc. 195 s.; 18157 (già R 244, 1461-1469), c. 402rv; 18158 (già R 244, 1463-1465), cc. 150v-152v; 20332 (già T 571), c.n.n. 9. dic. 1447 (tutti per Iacopo di maestro Antonio); Pisa, Chiesa di S. Ranierino, Libri del battesimo, vacchetta A, alla data (Lorenzo di Piero di Gioacchino); Bibl. apost. Vaticana, Vat. lat. 2664, cc. 118-119r, 138-139v, 147-152r, 157-158r (per Girolamo di Bartolo); A. Ademollo, Marietta de' Ricci ovvero Firenze al tempo dell'assedio, a cura di L. Passerini, IV, Firenze 1845, pp.1222 s.; Commissioni di Rinaldo degli Albizzi per il Comune di Firenze dal 1399 al 1433, a cura di C. Guasti, I, Firenze 1867, p. 60 (Paliano di Falco, Girolamo), 85 s., 143 (Paliano di Falco); II, ibid. 1869, pp. 405 s. (Bartolomeo di Paliano); C. Belloni, Diz. dei banchieri ital., Firenze 1951, pp. 92 (Girolamo), 153 (Bartolomeo di Paliano), 153 s. (Falco di Paliano); F. Melis, Aspetti della vita economica medievale (Studi nell'Archivio Datini di Prato), Siena 1962, p. 222; B. Casini, Il catasto di Pisa del 1428-29, Pisa 1964, p. 115, n. 488 e nota (Bianchina vedova di maestro Antonio); A. Esch, Bankiers der Kirche im Grossen Schisma, in Quellen und Forschungen aus italien. Archiven und Bibliotheken, XLVI (1966), pp. 306 s., 315, 381, 383; C. Bec, Les marchands écrivains. Affaires et humanisme à Florence. 1375-1434, Paris 1967, p. 449; A. Grohmann, Città e territorio tra Medioevo ed Età moderna (Perugia, secc. XIII-XVI), II, Perugia 198 1, p. 646 nota; G. Severino Polica, Libri e cultura scientifica a Roma alla metà del Quattrocento, in Aspetti della vita economica e culturale a Roma nel Quattrocento, Roma 1981, p. 167 (per la diffusione delle opere del medico Niccolò); G. Pinto, La Toscana nel tardo Medioevo. Ambiente, economia rurale, società, Firenze 1982, p. 200 (per il podere di Gricignano di Paliano di Falco); H. Lauer, F., Niccolò, in Lexikon des Mittelalters, IV, München-Zürich 1989, col. 238; Biogr. Lexikon d. hervorragenden Arzte..., II, p. 473 (v. F., Nicolo, di A. Hirsch).