FALECO (Φάλαικος, Phalaecus)
Figlio di Onomarco e nipote di Faillo (v.), ultimo generale focese durante la guerra sacra. Successe nel comando allo zio (fra il 352 e il 351 a. C.) dapprima sotto la tutela di Mnasea, poi (morto di lì a poco Mnasea) personalmente. Sotto di lui non ebbero luogo fatti d'arme molto importanti: i Beoti invadevano quasi ogni anno la Focide, ma avevano solitamente il ritorno molestato dai mercenarî di F., il quale ripagava il nemico con incursioni nel suo territorio, riuscendo a conservare le città beote conquistate o passate ai Focesi negli anni di guerra precedenti (Orcomeno, Coronea, Corsie). Nel 347 F. fu deposto dalla carica sotto l'accusa di malversazione; ma qualche tempo più tardi egli aveva già riconquistato il potere e respingeva gli aiuti chiesti frattanto dai Focesi ad Atene e a Sparta. Quando però gli giunse notizia che gli Ateniesi, conclusa la pace con Filippo di Macedonia, avevano deciso di invitare i Focesi a consegnare il santuario delfico agli Anfizioni, minacciando altrimenti intervento armato, patteggiò la capitolazione con Filippo, ottenendo libera la partenza per sé e per i suoi 8000 mercenarî. Così finiva (23 sciroforione del 346) la guerra sacra, durata dieci anni. Recatosi dapprima nel Peloponneso, F. s'imbarcò poi a Corinto facendo credere ai suoi d'essere chiamato dagli Elleni d'Italia e di Sicilia. Ma in seguito a un ammutinamento dovette dar di volta: recatosi a Creta al servizio di Cnosso, dopo aver preso e poi perduto la città di Litto, trovò la morte mentre assediava Cidonia (342).
Bibl.: A. Schäfer, Demosthenes und seine Zeit, 2ª ed., II, Lipsia 1886, pp. 182 segg., 281 segg., 361 segg.; U. Kahrstedt, Forschungen zur Geschichte des ausgehenden fünften und des vierten Jahrhunderts, Berlino 1910, p. 46 segg.; P. Cloché, Étude chronologique sur la troisième guerre sacrée, Parigi 1915, pp. 108-125; K. J. Beloch, Griechische Geschichte, 2ª ed., III, Berlino 1922-23, I, pp. 481 segg., 494, 500 seg., 509 seg.; II, p. 273 segg. Per le monete coniate da Faleco vedi B. V. Head, Historia Numorum, 2ª ed., Oxford 1911, p. 339; E. Babelon, Traité des monnaies grecques et romaines, III, II, Parigi 1914, pp. 329-330, n. 402; III, tav. CCV, fig. 24.