FALERII VETERES (Φαλέριοι, Φαλέριον; etn. Faliscus, Φαλίσκος)
Oggi Civitacastellana, piccola città in provincia di Viterbo, nell'altopiano che declina dai Monti Cimini verso il Tevere, costruita sopra un banco tufaceo che scende a picco su due convergenti corsi d'acqua (torrente Vicano e Fosso Maggiore). In antico fu città etrusca al centro di una regione etnicamente e linguisticamente diversa dal resto dell'Etruria, l'ager Faliscus.
Gli autori classici, a cui non era ignota la diversità fra Etruschi e Falisci, attribuirono a questi ultimi una origine greca (leggenda della fondazione di F. da parte di un figlio di Agamennone). È probabile però che si tratti di una popolazione italica (umbra o sabina) poco e male etruschizzata. La lingua infatti, di cui restano non pochi monumenti, è un dialetto italico di origine indoeuropea; il nome della divinità principale, Giunone Curite (v.), è sabino e la cultura del territorio presenta aspetti peculiari (come l'ossuario ovoidale o a palla), che si collegano sempre alle popolazioni italiche e che solo più tardi hanno assorbito parte della cultura di tipo villanoviano, caratterizzabile come etrusca. Anche il Giano Quadrifronte, secondo Servio (ad Aen., vii, 607) sarebbe stato importato da F. a Roma. In epoca storica, però, F. è entrata ormai nel mondo politico etrusco e si comporta da città etrusca: aiuta ripetutamente i Veienti durante la loro lunga lotta contro Roma, tanto che dopo l'espugnazione di Veio fu assediata da Camillo al quale si arrese, secondo la tradizione raccolta dagli storici romani, o con cui, più probabilmente, concluse una pace da pari a pari, senza riportare danni o diminuzione di sovranità. Di nuovo è in guerra con i Romani nel 356 e nel 293 a. C., dopo di che stabilisce una pace perpetua. Contro i Romani tenta di rivoltarsi durante la seconda guerra punica, ed. è punita con l'abbandono della vecchia città che era in un luogo naturalmente fortissimo, e costretta a stabilirsi in pianura, a F. Navi (v.). Nel Medio Evo la popolazione ritornò all'antico luogo della città etrusca.
Molti monumenti si sono rinvenuti a Civitacastellana della F. etrusca, oltre ai resti delle mura. Al Museo di Villa Giulia a Roma sono conservate le terrecotte architettoniche di almeno cinque templi di cui non sempre si sono accertati le mura o il basamento. Il più importante è quello di Celle, perché il più antico, anzi sembra che prima della costruzione del tempio vi fosse già un santuario, perché nella stipe votiva gli oggetti più antichi sono eneolitici e della prima Età del Bronzo. La decorazione ha una prima fase orientalizzante, cui seguono altre due fasi: arcaica ed ellenistica. Si sono visti notevoli avanzi del podio e della cella tripartita, per cui si crede che questo fosse il tempio di Giunone Curite, la divinità principale della città. Le terrecotte rinvenute ai "Sassi Caduti" appartenevano ad un tempio di Mercurio, come attestano alcune iscrizioni su ex voto e la parte inferiore della statua del dio. Il tempio, oltre alla fase arcaica ed a quella ellenistica, ha avuto anche altri rimaneggiamenti, a cui appartengono delle terrecotte Campana e delle tegole romane. Per questa diversità del materiale si è anche pensato che i templi potessero essere due.
In contrada Vignale si sono rinvenute le terrecotte di due templi della fase arcaica, da attribuirsi alla fine del VI sec., e di quella ellenistica. Allo Scasato, abbondantissimi resti di un tempio del IV-III sec., attestato anche da terrecotte ellenistiche; il tempio deve aver subito qualche rifacimento, come è attestato dalla grande diversità di stile tra i varî esemplari delle terrecotte architettoniche. Viene chiamato il Tempio di Apollo dalla figura meglio conservata del frontone. Le tombe della necropoli, con ricca suppellettile, hanno dato una bella raccolta di vasi greci e di imitazione. Notevole è un ossuario a capanna su peducci, in lamina bronzea, con ornamentazioni sbalzate a riquadri, che fanno sospettare che anche nell'Etruria, come a Pompei e ad Ercolano, fosse noto il sistema di costruzione a graticcio, con armatura lignea.
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