fallace
Indica ciò che non mantiene le sue premesse (il Cavalcanti [La forte e nova 22] parla di " speranza ch'è stata fallace "), e si dice anche di quel che non costituisce un bene di stabile possesso. In Pd X 125 il mondo è pertanto detto fallace in contrapposizione all'eterno ben del Paradiso, nella cui contemplazione gode / l'anima santa di Boezio; quanto fallaci siano le cose terrene anche quando sono perfette come le belle membra di Beatrice, l'ha dimostrato a D. la morte della sua donna, un fatto che avrebbe dovuto subito distaccarlo dal mondo e indurlo a salire là dove essa non avrebbe più potuto venirgli meno (Pg XXXI 56; e l'aggettivo si metta in relazione con fallio, v. 52); anzi, in Pd XV 146 si afferma che l'amore per gl' ingannevoli, deludenti beni che il mondo può offrire, è un peccato (Quivi fu' io... / disviluppato dal mondo fallace, / lo cui amor molt' anime deturpa, " cioè brutta di peccati e di vizi ", Buti).
In opposizione a veraci sono detti fallaci, dunque " lontani dalla verità ", " errati ", i cammini della vita che allontanano dalla meta: sì come d'una cittade a un'altra... è una ottima e dirittissima via, e un'altra che sempre se ne dilunga... così ne la vita umana sono diversi cammini, de li quali uno è veracissimo e un altro è fallacissimo, e certi meno fallaci e certi meno veraci (Cv IV XII 18); a " ingannevole ", " illusorio " corrisponde l'aggettivo nel sintagma lo imaginar fallace con cui si allude alla fantasia che D. ebbe di venire condotto a veder madonna morta (Vn XXIII 26 65: e cfr. il § 15, dove l'espressione lo fallace imaginare è ripresa e illustrata). E così anche, ma riferito alla vista, in Rime dubbie IV 12 se la vista mia non è fallace [" non m'inganna "], / il sudore e l'angoscia già ti scheggia.
Indica invece chi manca a un impegno, in Fiore XVI 14, ov'è riferito a persona: Le buone donne fatt'hanno far pace / tra me e te: or fa che la mantenghi, / sì che verso di me non sia fallace.