FALSA PORTA
È un termine dell'archeologia egiziana con il quale si indica una speciale classe di stele funerarie.
Esse sono collocate nelle mastabe (v.) e rappresentano la porta di comunicazione fra il mondo dei vivi e l'Aldilà funerario. Su una lastra di pietra è raffigurata una porta, talvolta realisticamente con i battenti sprangati, più spesso con facce piane su cui sono iscrizioni. L'altezza è in genere eccessiva rispetto alla larghezza; al margine superiore è un tamburo, che probabilmente rappresenta la tenda arrotolata che costituiva la più antica chiusura delle abitazioni egiziane, o che sostituiva i battenti quando si voleva ottenere una ventilazione degli ambienti. Là è spesso indicato il nome del defunto titolare del sepolcro. Al di sopra dell'architrave è rappresentata la scena del banchetto del morto: si immagina che sia là una finestra da cui si abbia una visione nell'interno della tomba. Il tutto è riquadrato da una cornice rettangolare in rilievo. La pietra impiegata è spesso di qualità diversa da quella in cui son costruiti i muri e si insiste così sull'importanza di questo elemento che costituisce in certo modo il centro di interesse religioso della sepoltura. Dalla f. p., usata particolarmente nell'Antico Regno e che già in quell'epoca presenta numerose varianti, si è sviluppata nel Medio Regno la stele sepolcrale rettangolare, con cornice, senza indicazione di elementi architettonici, ma con rappresentazioni e testi funerari.
Il concetto del sepolcro quale abitazione del morto, viene espresso anche in altre civiltà antiche con la raffigurazione di una finta porta sul monumento sepolcrale (v.) o sul sarcofago (v.). Si veda sotto i relativi esponenti.