falta
Gallicismo che ricorre due volte nel Fiore. In XLIII 4 che son sì chiara e bella / che nulla falta in me si troveria!, ha il valore di " difetto ", " mancanza fisica ": in quanto creatura divina, Ragione raccoglie in sé ogni perfezione (il concetto era già stato espresso in XLI 12-13 Se ben mi guardi, in me non ha nessuna / fazzon che non sia fior d'ogne bellezza).
In CLXV 3 Or sì ti vo' parlar del guernimento, / come ciascuna de' andar parata, / ché per sua falta non fosse lasciata, / sì ch'ella fosse sanza intendimento, l'espressione per sua falta vale " per sua colpa ", " per causa sua " (cfr. Mostacci [o Ruggeri d'Amico] Di sì fina ragione 37-39 " per che disaventura / mando a li scaunoscenti, / ca per lor falta fanno a me fallire "; e v. anche per sua difalta di Pg XXVIII 94 e 95). La voce, pur meno comune di ‛ difalta ' (v.), è ben rappresentata anticamente (Iacopone, Pulci).