ACCOLTI, Famiglia
, Nobili del contado, vennero da Pontenano, nelle montagne del Casentino, ad abitare in Arezzo circa il 1300. Gli Annali aretini riferiscono che, nel 1281, venerunt comitatini ad habitandum Arretium; e qualche storico sostiene che, dopo la disfatta ghibellina a Campaldino (1289), i Guelfi, per colmare i dolorosi vuoti prodotti dalla micidiale battaglia, imposero con legge che si chiamassero in città le famiglie nobili del territorio, e si conferisse loro la cittadinanza. Alcune di esse, poi, nelle vicende cittadine, si trasferirono in altre città d'Italia: così gli A., che conseguirono la cittadinanza fiorentina; altre rimasero ad Arezzo, ove conquistarono le prime magistrature. Gli A. derivarono, o furono, secondo F. M. Degli Azzi (Storia di Arezzo, ms. del sec. XVII), consorti dei Pazzi, padroni del castello di Pontenano. Ma se di questa famiglia, che fu di fazione ghibellina e popolare, si hanno notizie non tanto sicure, copiosi assai furono gli uomini che la illustrarono nei sec. XV e XVI. Di Michele (1375-1441), celeberrimus iurisconsultus, lettore nello Studio di Firenze nel 1414, sono figli Benedetto, lo storico (v.) e Francesco (v.); da Benedetto nacquero Bernardo (v.), detto l'Unico aretino e il card. Pietro (v.) e Michele, padre del cardinal Benedetto il giovine (v.). Degni di essere ricordati sono ancora Ippolito, professore nell'Università di Pisa; Marcello, segretario dei Medici; Cosimo, bibliotecario della Vaticana.
Bibl.: P. Litta, Famiglie celebri italiane, II; V. Coronelli, La famiglia A. e gli uomini illustri della medesima, in Biblioteca Universale, I, p. 866; Mss. 12, 26, 34 della Biblioteca della Fraternita di Arezzo; Ms. A. 277, 3 della Biblioteca Marucelliana di Firenze.