FANARO e Fanarioti
Fanaro, in greco ϕανάριον o ϕανάρι ("lanterna, faro"), in turco scritto fanār ma pronunciato fener, è il nome di un quartiere di Costantinopoli, sul Corno d'Oro. Poiché la sede del Patriarcato ecumenico dei Greci ortodossi fin dagli inizî della dominazione turca (1453) era in questo quartiere, Fanaro diventò sinonimo del Patriarcato stesso; per la sua storia v. costantinopoli.
Attorno alla sede del Patriarcato presero stanza molte famiglie di Greci, cui si applicò il nome di Fanarioti (ϕαναριώτης); tale denominazione si riferì in modo particolare a una classe di famiglie greche o grecizzate del Fanar, le quali, grazie alla loro destrezza e alla loro conoscenza delle lingue europee, quando crebbero i rapporti diplomatici dell'Impero Ottomano con i paesi d'Europa, e mancava una classe dirigente turca idonea, acquistarono una posizione privilegiata nella vita politica dell'impero. Panajoti Nikusi fu il primo a ottenere l'alta carica di interprete del Divano imperiale (dīvān-i humāyūn terǵumānī), che conservò dal 1669 al 1673; gli succedette Alessandro Mavrocordato. In seguito, per tutto il sec. XVIII, quella carica, e l'altra di interprete della Marina, restarono appannaggio dei Fanarioti; essi facevano appositamente istruire i loro figli in Europa (spesso a Padova). Molti Fanarioti diventarono interpreti delle ambasciate europee in Costantinopoli.
Altro privilegio di Fanarioti nel sec. XVIII fu la carica di voivoda (principe-governatore) dei principati danubiani della Valacchia (in turco Eflāq) e della Moldavia (in turco Boghdān), in sostituzione dei principi scelti un tempo tra i boiari (v.) locali. Nicola Mavrocordato, figlio di Alessandro, fu nominato voivoda della Moldavia nel 1709; la sua famiglia diede poi numerosi voivoda; la carica fu spesso ottenuta anche da altre famiglie fanariote, come i Callimachi (in origine moldavi), gli Hypsilantis, i Morusi, i Sutzos, i Ghika (d'origine albanese).
I Fanarioti potevano influire in tutti gli affari dell'impero; la politica estera della Sublime Porta non aveva per essi segreti; quindi i rappresentanti degli stati europei cercavano di guadagnarseli. I Turchi non tardarono a guardarli con sospetto e le popolazioni della Valacchia e della Moldavia levarono spesso lamenti per le loro estorsioni. I Fanarioti perdettero i loro privilegi al tempo della rivolta greca del 1821; essi giovarono indirettamente al risveglio del sentimento nazionale dei Greci mediante l'istituzione di scuole, specie a Costantinopoli e nei principati danubiani; un Alessandro Mavrocordato fu tra i capi della rivoluzione greca.
Bibl.: Zallony, Essai sur les Phanariotes, Marsiglia 1824; A. Ubioini, Lettres sur la Turquie, Parigi 1854, pp. 59-67; N. Jorga, Geschichte des osmanischen Reiches, IV, Gotha 1911, pp. 293, 369, 469; storie della Romania.