FANTASY.
– Le possibili definizioni del fantasy. Bilanci e prospettive del fantasy contemporaneo. Bibliografia
Le possibili definizioni del fantasy. – Sul fantastico come genere letterario specifico si è da tempo strutturata una vasta tipologia di analisi e ne sono stati fatti diversi tentativi di spiegazione teorica. Si può partire dall’analisi psicoformalistica realizzata da Tzvetan Todorov (1970) per giungere a quella di carattere socioculturale costituita dalla riflessione di Romolo Runcini (2006), passando per le ricostruzioni storiche dei suoi percorsi ‘mitologematici’, produttori cioè di una nuova mitologia che, pur utilizzando opere e personaggi antichi, li rinnova dall’interno (Attebery 2014). Nel f., la dimensione immaginaria formalmente riconquista quei territori ai quali aveva rinunciato in nome di forme apparentemente più realistiche di riconfigurazione del mondo segnico. Il fantastico soggettivo diventa parte della realtà oggettiva proprio perché se ne distanzia potentemente. Il mondo di Conan il cimmero (1932-36) ricostruito da Robert E. Howard o quello di The lord of the rings (1954-55) di John R.R. Tolkien non è diverso rispetto alla realtà di ogni giorno: essi ne rappresentano l’Altro a livello simbolico e, come tali, servono a dare un giudizio spesso impietoso su quella stessa realtà da cui sembrano radicalmente separati.
È per questo motivo, per es., che probabilmente il gran de successo contemporaneo di film ispirati alla narrativa di Tolkien (The lord of the rings, di Peter Jackson, 2001-03, Il signore degli anelli; o The Hobbit, sempre dello stesso Jackson, 2012-14, Lo Hobbit) dimostra la persistenza degli schemi archetipici su cui essi sono incardinati. Nell’apertura postmoderna, alla sfera del virtuale che lo contraddistingue, l’immaginario, lungi dall’essere annullato nelle sue potenzialità conoscitive, si conquista prepotentemente un nuovo spazio narrativo che ne rivela la persistenza e diventa una delle forme più significative della rappresentazione fruibile da tutti oggi.
È tradizione invalsa suddividere il f. in due categorie grosso modo distinte per il contenuto e per la predilezione dimostrata riguardo ai temi: l’heroic fantasy e la sword-and-sorcery. Questi due grossi blocchi narrativo-tematici, in realtà, si strutturano in molteplici rivoli legati all’ambientazione e al tono scelto per affrontarli. È possibile, quindi, parlare di high fantasy (o epic fantasy), ambientato in mondi del tutto immaginari o parzialmente ricostruiti a partire da leggende che affondano le loro radici in epoche remotissime. A questo riguardo, oltre ai romanzi di Tolkien cui tutti i successivi autori di questo tipo di f. si sono ispirati e ai cui schemi di solito si adeguano, basterà citare l’Inheritance cycle di Christopher Paolini (quattro romanzi pubblicati tra il 2003 e il 2011 che hanno venduto finora 32 milioni di copie). Esistono inoltre un f. romantico, dove si privilegiano le storie d’amore rispetto all’azione e ai combattimenti (come nei romanzi di Stephenie Meyer, un’autrice ormai molto nota per il ciclo di Twilight, quattro romanzi pubblicati tra il 2005 e il 2008, dedicato alle vicende amorose di vampiri adolescenti che sono state portate con successo sul grande schermo) e un f. erotico (è il caso di Demon’s desire di Gena Showalter del 2012, e di tutti gli altri numerosi prodotti di questa scrittrice veramente prolifica che a trent’anni ha già pubblicato trenta romanzi di questo tipo). Al f. inteso a sviluppare temi presenti nel ciclo arturiano della Tavola Rotonda o nella storia inglese (tipico è il caso della grande fortuna della saga A song of ice and fire di George R.R. Martin, edita finora in cinque volumi dal 1996 al 2011, il primo della quale, A game of thrones, trad. it. Il trono di spade, 1999, è diventato una serie televisiva di successo) si può affiancare un f. contemporaneo dove il/i protagonista(i) si trovano improvvisamente proiettati in un mondo parallelo (è il caso di Percy Jackson & the olympians di Rick Riordan, cinque volumi dal 2005 al 2009 e divenuto un vero e proprio caso editoriale). Un’ultima suddivisione riguarda i juveniles, il cui contenuto dovrebbe essere più adatto a bambini o adolescenti rispetto agli altri sottogeneri del f. – ma è difficile inserire in uno specifico filone i romanzi dell’allora minorenne Chiara Strazzulla (Gli eroi del crepuscolo, 2008, e La strada che scende nell’ombra, 2009) o il ciclo di lungo respiro della giovane Licia Troisi, Cronache del mondo emerso (2004-10).
Lo stesso problema esiste per il successo planetario di Harry Potter, i cui sette volumi della saga ideata da Joanne K. Rowling tra il 1997 e il 2007 (450 milioni di copie vendute) hanno dato vita a ben otto film (la serie più remunerativa della storia di Hollywood) e sembrano riferibili alla dimensione adolescenziale del f. contemporaneo.
Bilanci e prospettive del fantasy contemporaneo. – Per cercare di trovare una possibile demarcazione analitica di questo genere letterario, si possono analizzare i temi predominanti e la loro costruzione narrativa. La lotta tra il Bene e il Male e il trionfo finale del primo, che quasi sempre riesce a sconfiggere le tenebre e permette l’emergere della luce, è uno dei topoi che contraddistinguono tutto il fantasy. Va però rilevato che se questa contrapposizione è tipica dell’heroic fantasy e di molti dei suoi sottogeneri, nel la narrativa dello sword-and-sorcery l’idea di una moralità originaria e della necessità di salvaguardarla non è al centro degli interessi dei suoi eroi. Conan il cimmero creato da Howard è legato a un modello di vita che si riconosce nella ricerca della propria libertà personale considerata individualisticamente. Nell’heroic fantasy, invece, la scelta etica dei personaggi si intreccia con il perseguimento di un’utilità individuale che però deve essere accantonata se prevarica sul benessere comune. Sulla scia della ricerca del Graal, quasi sempre l’heroic fantasy si concentra nella ricerca o nel possesso di un oggetto particolarmente significativo e decisivo per le sorti del mondo.
Un modello esemplare di ciclo narrativo che esibisce tutte queste caratteristiche è sicuramente l’epopea di Shannara di Terry Brooks che va dal 1977 (data di pubblicazione di The sword of Shannara, trad. it. La spada di Shannara, 1978) al 2009, anno in cui viene completato il suo prequel The genesis of Shannara. Pur essendo ambientato in uno scenario postapocalittico dovuto alle guerre atomiche che hanno devastato la Terra, la storia dei Quattro Mondi (gli Umani, i Nani, gli Elfi e gli Gnomi che vivono insieme ai Troll) riporta indietro l’orologio della Storia a una dimensione tra il medioevale e il puramente primitivo. Le ricorrenti accuse di plagio o di imitazione rivolte a Brooks permettono di rilevare come il modello costituito da The lord of the rings di Tolkien sia ancora oggi insuperato, tanto da porsi come una forma di metafora narrativa assoluta.
Bibliografia: T. Todorov, Introduction à la litterature fantastique, Paris 1970 (trad. it. La letteratura fantastica. Definizione e grammatica di un genere letterario, Milano 19883); The encyclopedia of fantasy, ed. J. Clute, J. Grant, London-New York 1997; R. Chiavini, G.F. Pizzo, M. Tetro, Il grande cinema fantasy, Roma 2004; G. Marrone, Fantasy, in Enciclopedia dei ragazzi, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 2005, ad vocem; S. Prickett, Victorian fantasy, Waco 20052; R. Runcini, Il fantastico in arte e letteratura dal Realismo al Simbolismo, Napoli 2006; Tolkien. La luce e l’ombra, a cura di G. Agnoloni, Ascoli Piceno 2011; W. Indick, Ancient symbology in fantasy literature, Jefferson (N.C.) 2012; The Cambridge companion to fantasy literature, ed. E. James, F. Mendlesohn, Cambridge 2012; B. Attebery, Stories about stories. Fantasy and the remaking of myth, Oxford 2014.
La bibliografia è stata redatta con la collaborazione di Riccardo Gramantieri.Tutte le pagine web si intendono visitate per l’ultima volta il 5 maggio 2015.