Fantômas
(Francia 1913, colorato, 54m a 16 fps); regia: Louis Feuillade; produzione: Société des Établissements Gaumont; soggetto: dall'omonimo romanzo di Pierre Souvestre e Marcel Allain; sceneggiatura: Louis Feuillade; fotografia: Georges Guérin.
Un uomo misterioso si introduce in un grande albergo di Parigi e fugge, travestito da garzone d'hotel, con i gioielli della principessa Sonia Danidoff. Quando l'uomo è ormai lontano, un biglietto da visita bianco rivela il nome "Fantômas" scritto con l'inchiostro simpatico. Delle indagini viene incaricato l'ispettore Juve della Sûreté, che contemporaneamente ‒ assistito dal giovane Jerôme Fandor, giornalista al quotidiano "La Capitale" ‒ cerca anche di far luce su un secondo caso sensazionale, la sparizione dell'inglese Lord Beltham. Durante una perquisizione nell'appartamento di Gurn, l'amante di Lady Beltham, Juve rinviene il cadavere del Lord e scopre che Gurn e Fantômas sono in realtà la stessa persona. Juve organizza una trappola per l'assassino nascondendosi con i suoi uomini nella villa di Lady Beltham, dove la donna ha appuntamento con l'amante. Gurn viene arrestato e condannato alla ghigliottina, ma Lady Beltham corrompe il secondino Nibet e lo convince a liberare Gurn per un ultimo incontro prima dell'esecuzione; subito dopo attira nel luogo prefissato per l'appuntamento un ignaro attore, Valgrand, che ha avuto la sventurata idea di imitare la fisionomia di Gurn per interpretare a teatro la parte di un condannato a morte. La donna somministra a Valgrand una bevanda drogata e lo consegna a Nibet al posto di Gurn. Valgrand sta ormai per essere condotto al patibolo quando Juve si accorge della sostituzione. Frustrato dal fallimento, l'ispettore si chiude nel suo studio. Improvvisamente la figura di Fantômas in frac e mascherina nera si materializza davanti ai suoi occhi: Juve le si avventa contro, ma quando tenta di afferrarla l'apparizione svanisce, rivelandosi un'allucinazione.
Tratto dal primo dei trentadue romanzi della saga omonima pubblicata da Pierre Souvestre e Marcel Allain tra il 1911 e il 1913, Fantômas è anche il primo titolo di una serie cinematografica in cinque episodi, tutti realizzati da Louis Feuillade con lo stesso gruppo di attori e usciti lungo l'arco di un anno a partire dal 9 maggio 1913 (gli altri titoli sono Juve contre Fantômas, 59m, Le mort qui tue, 90m, Fantômas contre Fantômas, 59m, e Le faux magistrat, 70m). L'adattamento di Feuillade si mantiene nel complesso fedele alla fonte, pur operando una notevole semplificazione del materiale narrativo e compiendo una serie di trasformazioni, tra le quali la più importante riguarda la sorte dell'attore Valgrand, che nel racconto originale finiva effettivamente per essere decapitato. La ripresa cinematografica del personaggio di Fantômas si inserisce nel filone del film criminel aperto da Victorin Jasset con i suoi tre film su Zigomar (1911-1913), cui Feuillade si ispira direttamente per la sequenza d'apertura, che mostra alcuni primi piani del bandito nei suoi diversi travestimenti. Anche qui il vero eroe, colui che attira le simpatie del pubblico, non è il poliziotto ma il criminale, personalità magnetica capace delle imprese più mirabolanti. Questa ambiguità di fondo costò a Fantômas molte critiche di stampo moralista, ma ciò non impedì al film di conquistare una straordinaria popolarità, che fece di René Navarre un divo. Caratterizzato da una fotografia di eccezionale nitidezza, da uno stile compositivo che sfrutta tutte le risorse della profondità di campo, da un uso misurato ma sempre efficace del montaggio, Fantômas deve gran parte del suo fascino a una singolare commistione di fantastico e realismo. Le avventure mirabolanti e tortuose, le coincidenze inverosimili, i dettagli macabri di cui già Souvestre e Allain, saccheggiando e insieme parodiando il repertorio del melodramma, avevano costellato la loro opera, vengono qui calati in un contesto urbano del tutto familiare e riconoscibile.
Più ancora che nel primo episodio, la trasfigurazione della Parigi reale in un universo onirico e pieno di sorprese trova i suoi momenti più efficaci nel secondo e nel terzo episodio: in Juve contre Fantômas, durante l'inseguimento di Josephine la Pierreuse (Josette Andriot) da parte di Fandor su una carrozza della metropolitana di superficie, con i personaggi della finzione che si mescolano al normale viavai di un giorno come gli altri; in Le mort qui tue, nella sequenza, mille volte celebrata dai critici, della sparatoria sulla riva della Senna, con Fantômas e la polizia separati da una distesa di barili, e il fumo degli spari che si confonde con la foschia delle prime ore del mattino. Queste e altre sequenze, nelle quali la messa in scena si inserisce con naturalezza in un contesto urbano reso con sensibilità documentaria, danno luogo a un effetto di straniamento che valse a Fantômas l'entusiasmo dei surrealisti, da Robert Desnos a René Magritte (il cui dipinto L'assassin menacé, 1927, ricopia un'inquadratura di Le mort qui tue). Ma l'elenco degli autori folgorati dal realismo fantastico di Fantômas è ovviamente assai vasto anche in ambito cinematografico: si va da Ejzenštejn a Resnais, da Leonid Trauberg a Claude Chabrol, da Fritz Lang (Dr. Mabuse der Spieler) a Georges Franju (Nuits rouges, 1974) a Olivier Assayas (Irma Vep, 1996).
Interpreti e personaggi: René Navarre (Fantômas, alias Gurn), Edmond Bréon (ispettore Juve), Georges Melchior (Jerôme Fandor), Volbert (Valgrand), Naudier (Nibet), Renée Carl (Lady Beltham), Jane Faber (principessa Sonia Danidoff).
R. Desnos, 'Fantômas', 'Les Vampires', 'Les Mystères de New York', in "Le Soir", 26 février 1927, poi in Les rayons et les ombres. Cinéma, Paris 1992 (trad. it. Pisa 1995).
D. Païni, Apparition et disparition, in "Antigone", n. 13, 1989.
F. Lacassin, Fantômas ou l'opéra de treize sous, in À la recherche de l'empire caché. Mythologie du roman populaire, Paris 1991.
J. Champreux, L'année du 'Maître de l'Effroi', in "1895", hors série, octobre 1993.
F. Lacassin, Louis Feuillade, maître des lions et des vampires, Paris 1995.
T. Gunning, A Tale of Two Prologues, in "The Velvet Light Trap", n. 37, spring 1996.
Ph. Azoury, J.M. Lalanne, Fantômas, style moderne, Paris 2002.
Sceneggiatura: in "L'avant-scène du cinéma", n. 271-272, juillet 1981.