FAOSTINO da Toscolano
Al secolo Luca di Domenico Bartoli, nacque a Toscolano (ora frazione di Avigliano Umbro, prov. di Terni) nel 1595; divenne chierico nel convento dei minori riformati di S. Maria della Spineta presso Fratta Todina il 17 apr. 1617 e fu poi ordinato sacerdote il 7 marzo 1626 dal vescovo di Todi L. Cenci.
La conoscenza del p. Antonio Galbiati, vicario conventuale generale, lo portò a Cracovia e poi a Roma, dal 20 giugno 1628, nel convento di S. Pietro in Montorio, dove si istruì nella lingua araba. Tornato a Todi, fu trasferito all'Aquila e da qui a Sulmona. Durante la permanenza di F. in quest'ultima città fu nominato nuovo guardiano di Gerusalemme p. Dionisio Canosa, che lo invitò a raggiungerlo, nell'ambito di una vasta strategia di penetrazione dei minori riformati a Gerusalemme e nei Luoghi Santi. Per la morte del Canosa F. si dovette fermare a Napoli nel monastero di S. Chiara e qui l'invito gli fu rinnovato dal nuovo guardiano di Gerusalemme p. Paolo da Lodi.
Il 19 marzo 1633 F. s'imbarcò a Napoli alla volta di Messina, da dove salpò il 7 aprile per Alessandria sbarcandovi il 22 dello stesso mese. Fu poi a Rosetta, Il Cairo e Damietta arrivando infine a Gerusalemme l'11 maggio del 1633. Nel periodo del suo soggiorno nella città santa espletò il ruolo di guida dei pellegrini nel Luoghi Santi; in seguito fu nominato nuovo guardiano di Betlemme. Dopo la chiusura della basilica del S. Presepio, officiata dai francescani e poi concessa in custodia ai greci, F. fu inviato insieme a p. Gabriele Pellicerio a Costantinopoli alla corte del sultano Murad IV con amplissima licenza di trattare la restituzione dei luoghi di culto usurpati, interessandone anche gli altri rappresentanti del mondo cattolico.
Partito da Giaffa il 6 luglio 1634, raggiunse dapprima Il Cairo, dove prese in prestito ad usura 10.000 zecchini d'oro che sarebbero dovuti servire per ricomprare i Luoghi Santi e corrompere funzionari e dignitari della corte del sultano, poi salpò da Alessandria il 10 ottobre giungendo a Costantinopoli il 23 novembre. Nella capitale dell'Impero ottomano F. si trattenne fino al 27 apr. 1635, ospitato nel convento di S. Maria in Galata, prendendo contatto con gli ambasciatori veneto, francese e imperiale e riuscendo ad ottenere la testimonianza favorevole di un arcidiacono greco, che, per contrasti con il patriarca greco e dietro l'assicurazione di un salvacondotto per le nazioni cristiane, rinnegò la propria fede riferendo di avere falsificato molti documenti, registri e scritture antiche, onde dimostrare al sultano la legittima appartenenza dei luoghi del S. Presepio alla confessione grecoortodossa.
Partito il sultano per la guerra contro la Persia, F. fu inviato al suo accampamento per presentare personalmente le lettere e le proteste delle nazioni cristiane. Partito da Costantinopoli il 27 aprile 1635, raggiunse Aleppo il 6 giugno, ripartendone il 13 dello stesso mese ed arrivando dopo tredici giorni di marcia all'accampamento di Murad, che si trovava vicino alla città di Merdin, ricevendone però dal sultano solo vaghe promesse.
Tornato a Gerusalemme, dal 3 febbr. al 27 luglio del 1636 F. coadiuvò il p. Pietro da Montepeloso nella stesura delle cronache dì Terrasanta, espletando anche le mansioni di segretario dapprima del p. Giacinto da Verona e poi del nuovo guardiano di Terrasanta, Andrea d'Arco. Innumerevoli furono le angherie che F. e tutti i francescani dovettero subire in questo tempo dal nuovo pascià di Gerusalemme: questi, oltre ad avere restituito alcuni luoghi di culto ai grecoortodossi, non perdeva la minima occasione per chiedere ed estorcere danaro. Per tale motivo fu deciso che, il 14 maggio 1641, il p. Andrea d'Arco e F. si recassero a Costantinopoli, per cercare di far destituire dal sultano il tirannico pascià ed ottenere giustizia nella controversia sui Luoghi Santi usurpati.
Di nuovo vennero interessati alla questione gli ambasciatori dei paesi cristiani e i due francescani furono ricevuti dal gran visir, al quale esposero la causa dei santuari e Luoghi Santi occupati dai Greci e le angherie e le crudeltà del pascià, riuscendo ad ottenere con notevole spesa venti "privilegi" a favore dei frati di Terrasanta. Tornati a Gerusalemme il 12 sett. 1642, essi vi rimasero fino all'arrivo del nuovo custode p. Pietro da Montepeloso. Il 13 dicembre i due iniziarono il viaggio di ritorno in Italia arrivando a Venezia il 20 apr. 1643. Ripartirono poi alla volta di Assisi e Roma. A Roma F. dimorò per quasi tre anni nel convento di S. Pietro in Montorio, continuando a svolgere le funzioni di segretario di p. Andrea d'Arco, nominato commissario generale di Terrasanta dal 30 giugno 1643, compiti che si accrebbero quando questi partì per il capitolo generale dell'Ordine a Toledo.
Più volte F. fu ricevuto in udienza da Urbano VIII per dirimere controversie tra cappuccini e riformati e per nuove difficoltà tra i riformati e un arcivescovo di Cilicia. Il 4 ott. 1645 F. fu nominato commissario con il compito di raccogliere le elemosine per la Terrasanta in tutta la provincia dell'Umbria. Inviato quindi in Transilvania, giunto a Vienna gli fu ordinato di fermarsi a causa delle persecuzioni del principe Giorgio I Rákóczy contro i cattolici. F. fece allora ritorno a Trento, dove rimase per quasi tre anni.
Risale probabilmente a questo periodo la sua trascrizione, conservata nell'archivio della provincia di S. Vigilio in Trento, del manoscritto delle Croniche di Terra Santa del p. Francesco da Serino. In calce a questo manoscritto F. aggiunse un Liber formularum di quarantaquattro esemplari di patenti o licenze, solite a concedersi dal p. custode di Terrasanta ai superiori neoeletti, ai cappellani missionari, commissari, cavalieri del S. Sepolcro.
Su pressione dei suoi confratelli F. fece ritorno in Umbria: nell'ottobre 1658 era nel convento di S. Pietro di Massa Martana, appena tornato dal capitolo generale celebrato a Toledo il 9 luglio dello stesso anno.
Morì a Trevi (prov. Perugia) nel convento di S. Martino il 19 febbr. 1679.
Della sua vicenda F. ha lasciato un manoscritto, Itinerario di Terrasanta, datato 19 marzo 1654 e conservato presso la Biblioteca comunale L. Leonii di Todi (ms. 204). L'Itinerario, redatto sulla scorta di un diario, consta di 509 pagine ed è suddiviso in 63 capitoli di lunghezza variabile; i primi 36 trattano del viaggio a Gerusalemme e negli altri luoghi del Levante dal 1633 al 1643, segue poi nei successivi diciannove capitoli l'itinerario consigliato al pellegrino che si recherà in Terrasanta, con la descrizione delle varie tappe di pietà e devozione che si incontrano in ciascun percorso. Sono quindi elencate tutte le indulgenze plenarie, che si possono lucrare nei luoghi visitati, e le preghiere che vengono recitate dai frati nelle processioni e funzioni varie. Gli ultimi capitoli narrano il ritorno in Italia, l'arrivo a Venezia e la permanenza a Roma dell'autore. C'è in questo itinerario un duplice aspetto che stimola il lettore: la descrizione dei Luoghi Santi di Gerusalemme, divenuti per la gran massa dei fedeli irraggiungibili a causa della presenza ottomana, e la cronaca di un viaggio in terre lontane e sconosciute, con tutte le notizie utili su strade, costi, dogane, genti incontrate, costumi, clima, leggende, il che rende questo itinerario una fonte preziosa per la storia sociale dei paesi del Mediterraneo orientale. Tra l'altro il manoscritto contiene una delle prime descrizioni del caffè che si conoscano per l'Italia.
Fonti e Bibl.: Bibl. comunale di Todi L. Leonii, ms. 204: Itinerario di Terrasanta [1654; erronea la data 1613 dell'inventario]; Assisi-Santa Maria degli Angeli, Arch. provinciale francescano dell'Umbria, Provincia S. Chiara, Acta tempore rr. pp. custodum: Angeli, Laurentii, Bonaventurae, J. Baptistae, Laurentii 1586-1598. Rr. pp. custodum: Angeli, Dionisii, Nicolai, Ubaldi, Petri, Francisci, Nicolai 1600-1618; ibid., Cathalogus fratrum, App. al Libro I delle Famiglie dal 1745 al 1806, cc. 4v, 5r; ibid., Necrologium, p. 101; L. Leonii, Inventario dei codici della Comunale di Todi, Todi 1878, s.v.; Croniche ovvero Annali di Terra Santa del p. Pietro Verniero da Montepeloso, a cura di G. Golubovich, Firenze 1929, I, p. LXIII; III, pp. 120, 146, 234; Croniche o Annali di Terra Santa del p. Francesco da Serino, a cura di T. Cavallon, I, Firenze 1939, pp. XII s.; A. Chiappini, Annales minorum, XXIX, Firenze 1948, p. 567.