FARABOLA, Tullio, detto Farabolino
Figlio di Alessandro, detto Giuseppe, e di Ambrogina Zanardi, nacque a Milano il 12 ott. 1920.
Il padre Alessandro era nato il 12 dic. 1885 a Milano, dove frequentò contemporaneamente i corsi serali dell'accademia di belle arti di Brera e la scuola d'arte applicata del Castello Sforzesco e dove si diplomò come "ritoccatore specializzato"; questa pratica gli risultò utile nel suo lavoro di fotografo, che a quel tempo prevedeva, specialmente nel ritratto, ampi interventi di ritocco manuale, sia nelle lastre sia nei positivi. Nel 1896 iniziò l'attività di fotografo, sempre a Milano, ed aprì nel 1911 uno studio in corso Ticinese 87, con un socio di nome A. Bressani, ma dopo alcuni mesi la società si sciolse ed egli rimase l'unico titolare dello studio. Per molti anni fu il fotografo ufficiale della curia arcivescovile di Milano; si dedicò anche particolarmente alla fotografia di personaggi dello sport, oltre che alle cerimonie, alle foto di gruppo e alle foto-tessera. Si sposò il 22 apr. 1909 con Ambrogina Zanardi; dal matrimonio nacquero Ada nel 1910 e Tullio. Smise l'attività di fotografo nel 1954 e morì a Rapallo (Genova) il 13 apr. 1967, mentre il figlio portava l'agenzia a sempre maggiori successi.
Il F. frequentò, dal 1934, l'istituto "Carlo Cattaneo" di Milano, dove si diplomò in ragioneria nel 1939, iniziando nello stesso anno a collaborare con il padre nello studio fotografico di corso Ticinese a Milano. Fu chiamato alle armi nel 1940 e frequentò a Salerno il corso allievi ufficiali di complemento dell'esercito. Svolse il servizio militare a Tirano nel corpo delle guardie di frontiera, ma venne poi trasferito, come operatore cinematografico, all'Istituto nazionale Luce (L'Unione cinem. educativa), a Roma.
Nel 1943 lo "Studio di Giuseppe e Tullio Farabola" fu distrutto dai bombardamenti, insieme con i negativi e gran parte dell'attrezzatura fotografica. Tra il 1943 e il 1945 il F. collaborò, come fotografo, con le organizzazioni partigiane dell'Alta Italia, ma di questo lavoro non è rimasta traccia. L'attività dello studio riprese solo nel 1945, sempre nella stessa via, ma al n. 60, dove tuttora continua, con una nuova gestione societaria, la ditta "Farabolafoto", che conserva - oltre alle fotografie scattate dal F. e dai suoi dipendenti, soprattutto dopo il 1945 - anche alcuni fondi fotografici della fine dell'Ottocento e degli inizi del nostro secolo, acquisiti nel dopoguerra.
"Io credo di aver creato uno degli archivi fra i più ricchi e meglio organizzati in Italia" ha scritto il F. nell'introduzione del suo volume F. Un archivio italiano (Milano 1980, p. 9); e precisava di aver completato il materiale prodotto dall'agenzia con l'acquisizione degli archivi di A. Porry Pastorel (in realtà solo parzialmente), della Società di navigazione (si tratta dell'archivio di Mario Agosto, che ne era il fotografo ufficiale), del ritrattista A. Badodi, degli Alinari e di "numerose raccolte provenienti da fonti disparate e da appassionati ricercatori di materiale e di immagini che oggi sono da considerare storiche" (ibid.).
Il 31 ag. 1945 il F. si sposò con Paola Siboni, da cui ebbe un figlio, Marco. Nel dopoguerra si trovò a operare nella fotografia di cronaca, soprattutto a Milano, in anni in cui il fotogiornalismo acquistava sempre più credito e importanza. Esplorando i soggetti più significativi della realtà che lo circondava, gli stessi del coevo cinema neorealista, il F. espresse al meglio la sua capacità di analisi delle vicende cruciali della società.
La sua fotografia perseguì e sublimò gli stilemi del fotocronachismo, caratterizzato dall'uso di strumenti di piccolo e medio formato (Leica e Rolleiflex) e soprattutto dal flash, che liberava da impacci tecnici in ogni situazione di luce, assegnando nel contempo all'immagine una forte drammaticità dovuta al forzato chiaroscuro, che ben s'adattava, inoltre, alle tecniche di riproduzione dei giornali, ancora imprecise e deboli.
Anche il F. aveva considerato, nel primi anni d'attività, come modello di fotogiornalista A. Porry Pastorel (pioniere e fondamentale protagonista nel campo della fotografia giornalistica), conosciuto a Roma nel 1942, mentre si trovava come ufficiale al servizio dell'Istituto Luce, e nelle ore libere frequentava l'agenzia "Vedo". Fu allora, probabilmente, che nacque in lui l'idea di creare, a fianco del lavoro quotidiano di reporter, un archivio di immagini il più ampio ed esaustivo possibile nei temi, aggiornato continuamente, come esige il fotogiornalismo.
In quegli anni era ascesa l'agenzia "Publifoto", creata nel 1928 a Milano da V. Carrese, con la collaborazione di F. Toscani; il F. ne seguì l'esempio, con una vivace intraprendenza che lo portò ad essere presente in ogni occasione importante, come "testimone" visivo acuto e sensibile, e con una specifica caratteristica, che lo distingue tra i colleghi di quel tempo: l'ironia del suo sguardo, che tendeva a mettere in evidenza le contraddizioni sociali, le situazioni anomale incontrate nell'itinerario quotidiano che lo conduceva a "caccia di immagini".
Il F. fu assai influente nel settore dell'informazione, a partire dal dopoguerra; pure la storia della città di Milano degli ultimi cinquant'anni è stata ampiamente testimoniata dalle sue illustrazioni fotografiche.
Alle opere del F. furono destinati ampi spazi e varie rassegne di fotografia nel dopoguerra; nel 1989 nella mostra "SICOF 1989" (Salone internazionale cine ottica fotografia), nella sezione culturale curata da L. Colombo nei padiglioni della Fiera di Milano, gli fu dedicata una importante mostra retrospettiva.
Il F. morì a Milano l'11 dic. 1983
Fonti e Bibl.: Necr. in Corriere della sera, 13 dic. 1983; L'occhio di Milano (catal.), Milano 1977, pp. 12-19; I. Zannier, 70 anni di fotografia in Italia, Modena 1978, pp. 82-85; Le città galleggianti. Navi e crociere negli anni '30, Milano 1978, p. 8; G. P. Ormezzano, Storia del calcio, Milano 1978, p. 12; C. Brogi, Come eravamo. 35 anni di vita milanese, Milano 1980, pp. 105.; SICOF 1989. Sezione culturale (catal.), Milano 1989, p. 27; F., fotografo d'assalto. Cronaca di Milano negli anni Quaranta, a cura di G. Afeltra, Milano 1982; I. Zannier, Storia della fotografia italiana, Bari 1986, ad Indicem; M. Andriani-P. Fusar, F. ieri, F. oggi, in Milano "90", IV (1992), 4, pp. 4-12.