faretra
Una sola occorrenza, in Rime CIII 7 non esce di faretra / saetta che già mai la colga ignuda; la parola riprende la rima equivoca del secondo e terzo verso petra / impetra (dove pare si debba intendere ‛ impetrare ' transitivo nel senso di If XXIII 27: cfr. Contini, ad l.), ed è inserita in un contesto in cui la poetica delle rimar caras è condotta al suò estremo limite " oltre il quale vivrebbe un gioco di superiori bouts rimés " (Contini, Rime 165); l'immagine classica della f. e della freccia d'amore verrà assumendo nel prosieguo della canzone un aspetto sempre più minaccioso (v. 33, e 40 Ss.).