FARNIA (lat. scient. Quercus pedunculata Ehrh.)
È detta anche Fargna, Quercia comune, Quercia gentile, Ischia; è una quercia a foglie caduche, del gruppo delle roveri inteso in senso largo. Per le sue grandi dimensioni, la longevità, la qualità del legno, tiene il primo posto fra le specie forestali d'Europa; e giunge spesso da 20-25 m. a 40 m. di altezza con un diametro di metri 2 a petto d'uomo. Ha foglie con breve picciolo o sessili, glabre, oblunghe, a lobi ottusi profondi ineguali e distanti, troncate o cordate alla base; stipole caducissime; ghiande a gruppetti penduli, portati da un lungo e gracile peduncolo; squame della cupola piccole, tutte strettamente addossate alla stessa cupola. Il suo legno nel commercio e nell'industria si chiama propriamente legno di quercia, e si distingue a seconda dei paesi da cui proviene.
Ha color bruno-chiaro, che col tempo diventa più scuro fin quasi nero, è lucente, elastico, a grana mediocremente fina, non atto a ricevere pulitura perfetta, ha fibra più diritta e regolare, meno tenace e meno serrata della rovere comune, anelli larghi, raggi visibili a occhio nudo, densi 15-30 cellule; si taglia e si fende più facilmente della rovere, ha la durezza di 651, il peso specifico del legno fresco è 0,93-1,28, stagionato 0,75, assolutamente secco 0,71; è molto resistente alle alternative del secco e dell'umido e si conserva a lungo anche nell'acqua; è ricercato per costruzioni navali, lavori subacquei, travature possenti, traverse ferroviarie; è ottimo anche per mobili e per pavimenti di legno. Come legna da fuoco la sua forza è pari a quella del faggio, e così il suo carbone; da 100 kg. di legno verde si ricavano 17 kg. di carbone e 20-22 kg. da quello pesato 3-4 settimane dopo il taglio. La corteccia della farnia è ricca di materie tanniche e viene usata per la concia delle pelli; le ghiande sono utilizzate per l'ingrassamento dei maiali.
La farnia è diffusa in quasi tutta l'Europa, specialmente nelle regioni settentrionale e centrale. In Italia si trova un po' dappertutto, massimamente al nord nei luoghi bassi, dove in epoche remote formava grandi boschi, dei quali oggi poco rimane; meno frequente è nelle parti centrali e si spinge nel mezzogiorno fino in Calabria, sporadica sui monti; manca nelle isole italiane.