Vedi FARSALO dell'anno: 1960 - 1973
FARSALO (Φάρσαλος, Pharsalus)
La città, ora provincia nel nomòs di Larissa,in Tessaglia, fu in epoca classica capitale della Tetrade Ftiotide. Secondo la tradizione, F. discende dall'omerica Ftia, capitale dei Mirmidoni e regno di Peleo, padre di Achille (v. R. Hope Simpson-J. F. Lazenby, in Antiquity, xxxiii, 1959, p. 102 ss.). In realtà l'abitazione antichissima del luogo è confermata dal rinvenimento di cocci, che iniziando dal Neolitico B giungono sino in Epoca Geometrica, sulla collina della moschea Fatih (detta Fatih Dgiami); negli immediati dintorni della collina, poco lontana da F., è stata recentemente messa alla luce la necropoli micenea della supposta Ftia.
Sin dal principio della sua esistenza, F. ebbe rivalità di egemonia con Larissa (distante una cinquantina di km): i suoi tiranni, Kleomachos e gli Echecratidi lottarono con gli Alevadi per il predominio in Tessaglia. Dopo periodi di egemonia e sottomissione, ottenne il massimo di fioridezza e splendore con Filippo II che ricompensò cosî la città per l'aiuto prestatogli. Qui avvenne, nell'estate del 48 a. C. lo scontro tra gli eserciti di Pompeo e Cesare.
Dai resti archeologici F. palesa la caratteristica evoluzione di una città tessalica. Dal poggio preistorico, basso, in mezzo alla pianura, lo stanziamento fortificato è passato in epoca ellenistica su un monte che si erge per circa 200 m sul piano circostante. Le mura dell'acropoli comprendono entrambe le cime di questo poggio: sono nella parte inferiore in tecnica poligonale; i posteriori rifacimenti della parte superiore sono per lo più in tecnica isodomica; non mancano attestazioni anche di restauri bizantini. All'interno delle mura attualmente è visibile una grande cisterna arcaica; in un'insellatura è forse riconoscibile il luogo del teatro. Le mura della città bassa, scendendo dall'acropoli, comprendevano un tratto di pianura, e nel IV sec. a. C. subirono un notevole allargamento, includendo all'incirca l'area della città odierna; di questa cinta inferiore rimangono solo tratti brevi, con qualche resto di porte. Entro la cinta della città è stato rimesso in luce qualche resto dell'agorà (vicina all'odierna piazza); iscrizioni votive a Zeus Sotèr e ad Asklepios, una iscrizione rupestre relativa all'antico culto di Zeus Thaulios e varî altri resti architettonici e scultorei. Il celebre santuario di Teti si trovava nelle vicinanze della città, nella valle dell'Enipeo. Su una delle colline che digradano dall'acropoli di F. verso O, sono state notate tracce di un culto rupestre a Pan e alle Ninfe. I recenti scavi, ad opera della Società Arch. Greca, hanno rimesso in luce nelle vicinanze della città grandi tombe a cupola, con tetto a quattro spioventi e tombe a pianta quadrata (m 4 di lato) della fine VI-inizio V sec. a. C., usate però anche per tutto il IV secolo. Notevole fu il ritrovamento (nel 1951) di un grande cratere di Exechias con il combattimento tra Greci e Troiani sul corpo di Patroclo e scene di quadrighe. Il materiale proveniente da F. è raccolto nel vicino museo di Volo, attualmente in via di sistemazione.
Da F. proviene la stele frammentaria nella parte inferiore ora al Louvre, ivi portata nel 1861: il rilievo, databile all'incirca al 460 rappresenta due donne stanti (Hampe) o di cui una stante e l'altra seduta (Picard), poste di profilo. Esse tengono in mano ciascuna un fiore, o degli astragali, secondo l'interpretazione dello Hampe.
Bibl.: A. Philippson, Thessalien und Epirus, Berlino 1897, p. 66 ss.; F. Staehlin, Pharsalos, Topographische u. geschicht. Untersuchungen über d. Hauptstadt d. Phtiotis, Norimberga 1914; id., Das Hellenische Thessalien, Stoccarda 1924, p. 135 ss. Per l'antro di Pan e le Ninfe: D. Levi, in Annuario Sc. Arch. Atene, VI-VII, p. 27 ss. Per i nuovi scavi: N. M. Verdelis, in Πρακτικά, 1952, p. 164; 1953, p. 120; 1954, p. 153 e le comunicazioni dei numerî del Bull. Corr. Hell., 1952-1956. Per il cratere di Exechias: N. M. Verdelis, in Arch. Ephemeris, 1952, p. 96 ss. Per la stele al Louvre: R. Hampe, in 107 Winckelmannspr., Berlino 1951, con bibl. precedente.