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fate

di Ermanno Detti - Enciclopedia dei ragazzi (2005)
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fate

Ermanno Detti

Dee amiche, ma anche capricciose

Le fate sono figure fantastiche, create dalle popolazioni primitive per spiegare le forze della natura e per stabilire un contatto con spiriti capaci di proteggere gli uomini e modificarne il destino. Attraverso il mito, la fiaba e la letteratura, le fate sono giunte fino a noi

Chi sono e dove vivono

La parola fata deriva dal latino fatum "destino". La fata quindi era originariamente una sorta di dea del destino. Era meglio averla amica, anche se bisognava guardarsi dai suoi improvvisi e imprevisti colpi di mano.

Immaginate come piccole figure femminili, le fate sono in generale belle, eleganti, hanno corporatura snella e ali di farfalla. Possiedono poteri soprannaturali e sono capaci di trasformare un essere umano in animale, una zucca in carrozza, e così via. Possono assumere diverse sembianze, o essere invisibili. Di regola sono buone, ma nelle fiabe troviamo anche le fate cattive; quasi sempre sono capricciose. Sono indovine e possono predire e perfino modificare il destino degli esseri umani.

Dove vivono le fate? Nei miti antichi si racconta che abitano in palazzi con cupole di cristallo e colonne d'oro, su isole in mezzo a mari lontani, sotto terra, nei boschi più folti, sospesi nell'aria cristallina magari sopra le nuvole.

Le fate sono presenti in quasi tutte le tradizioni popolari del mondo, anche se hanno nomi e poteri diversi. Presso gli Indiani, per esempio, le fate, dette Naginis, possono concedere agli umani un dono importante come l'intelligenza; in Irlanda si immagina che siano organizzate in famiglie allargate e sono dette Buona gente; in Germania, dove sono chiamate Dame bianche, sono soprattutto malefiche. I Greci antichi le chiamavano le Altre per non offenderle e averle dalla loro parte.

Come influiscono sugli esseri umani

Il compito delle fate è proteggere, indovinare il futuro e guidare gli esseri umani nella vita. Nelle fiabe proteggono i bambini alla loro nascita e, soprattutto se sono figli di re, possono attribuire loro virtù che li accompagneranno per tutta la vita; aiutano inoltre le fanciulle indifese come nella fiaba di Cenerentola e favoriscono il loro matrimonio con principi azzurri; proteggono talvolta anche i monelli dai pericoli della strada. Un esempio è la Fata Turchina di Pinocchio che segue il burattino come una mamma: lo aiuta, lo salva perfino quando viene impiccato, ma è severa e talvolta lo punisce in maniera curiosa.

Se si disubbidisce o se non si dà credito ai loro insegnamenti, le fate possono infatti giocare qualche tiro mancino o inaspettato. Per questo presso alcuni popoli si consigliava di portare con sé, come amuleto, un pezzetto di ferro. Le fate avrebbero una naturale avversione per questo metallo.

Nella letteratura e nei cartoni animati

Le fate sono già presenti nel Medioevo nelle leggende su Carlomagno e sui suoi paladini, e sono diffusissime nei romanzi di re Artù e della Tavola rotonda. Tra le fate medievali ricordiamo Melusina, mezza donna e mezza serpente, e soprattutto Morgana, allieva del famoso mago Merlino e amica dello stesso re Artù.

Nel Settecento furono numerosi gli autori che scrissero opere con fate protagoniste. Per esempio lo scrittore Carlo Gozzi portò in teatro moltissime fiabe, tra le quali le dieci Fiabe teatrali, ricche di fate, maghi e castelli incantati. Scrissero storie di fate anche grandi scrittori irlandesi, inglesi, francesi e tedeschi. Questa tradizione continua ancora soprattutto nella letteratura per ragazzi.

Nel Novecento le fate sono entrate nei cartoni animati, da quelli americani a quelli europei e giapponesi. Nei cartoni animati di Walt Disney alle fate sono attribuite caratteristiche diverse: la Fata Turchina di Pinocchio è una bellissima fata, snella ed elegante, vestita di turchino; quella di Cenerentola è invece un po' grassottella, anziana, distratta e si chiama Smemorina; quella di Peter Pan si chiama Trilli ed è piccola, vivacissima, gelosa, dispettosa.

Vedi anche
Artù Artù Figura leggendaria di sovrano (6°-7° sec.) della Britannia merid. (Inghilterra del SO e Galles meridionale). Artu avrebbe resistito con i suoi sudditi, di civiltà romana, agli invasori sassoni, come si legge nell'Historia Brittonum di Nennio (8°-9° sec.). Alla sua figura fa capo il ciclo di leggende ... leggenda In origine, breve narrazione relativa alla vita di un santo, della quale, a scopo edificativo o esemplare, si dava lettura il giorno della festa del santo. Più tardi, in base alla caratteristica saliente delle leggenda di contenere elementi fantastici e miracolosi, il significato del termine si allarga ... etimologia Disciplina linguistica che studia la storia delle parole, risalendo fino al punto della storia o della preistoria di un vocabolo ( etimo) in cui esso risulta appartenente a una famiglia di altri vocaboli. Quando le somiglianze non sono ovvie, bisogna risalire con i documenti o con congetture verosimili ... mitologia Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente. 1. La spiegazione classica Il pensiero critico cominciò a occuparsi della mitologia sin dai primordi della speculazione ...
Categorie
  • MITOLOGIA in Letteratura
Vocabolario
dabbasso
dabbasso (o da basso) avv. – In basso, giù, usato a indicare moto: vieni d., scendemmo d.; oppure stato: che cosa fate giù dabbasso?
buggerìo
buggerio buggerìo s. m. [der. di buggerare], tosc. – 1. Gran frastuono, fracasso: non fate tanto buggerio. 2. Gran quantità: un b. di gente; un b. d’improperî.
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