fatica
Vocabolo di frequenza notevole, ma limitato al Convivio e alla Commedia (due esempi anche nel Fiore).
Nel senso comune di " sforzo " fisico, in Cv IV XII 19 quello che dirittissimo vae a la cittade, e compie lo desiderio e dà posa dopo la fatica; Pg XII 120 e 125; Pd XXV 133 per cessar fatica o rischio, / li remi... / tutti si posano. Lo sforzo è particolarmente intenso, tanto da provocare angoscia, cioè " affanno nel respiro ", quando si tratta di uscire dall'Inferno: aggrappato al pelo di Lucifero, lo duca, con fatica e con angoscia, / volse la testa ov'elli avea le zanche (If XXXIV 78).
In altri passi, al concetto di f. fisica è strettamente congiunto quello di pena morale, angoscia: in Pg XXXI 33, dove D. sta per confessare a Beatrice le sue colpe (Dopo la tratta d'un sospiro amaro... / le labbra a fatica la [voce] formaro), e in XI 77, dove Oderisi si torse sotto il peso (v. 75) che ‛ impacciava ' i superbi, tenendo li occhi con fatica fisi / a me che tutto chin con loro andava; a questa stessa fatica allude Cacciaguida, raccomandando a D. il proprio figlio Alighiero, che cent'anni e piùe / girato ha 'l monte in la prima cornice (Pd XV 92-93): ben si convien che la lunga fatica [" cioè di ‛ girare lo monte ' ", Buti] / tu li raccorci con l'opere tue (v. 95): " molto è tuo debito che tu gli... abbrevi la lunga fatica e affanno che sopporta in purgarsi " (Landino). Tale sovrapporsi di f. fisica a pena morale è talvolta espresso con due vocaboli distinti: colui che è ordinato a l'altrui servigio dee avere quelle disposizioni che sono a quello fine ordinate... perché, s'elli non è subietto in ciascuna condizione, sempre con fatica e con gravezza procede nel suo servigio (Cv I V 5). Con valore più attenuato in If XXX 35 non ti sia fatica [" non ti dispiaccia "] / a dir chi è.
Il sintagma ‛ a f. ' di Pg XXXI 33 torna quasi identico (‛ a gran f. ') in Fiore CCXXV 14; in LXII 7 durar fatica significa, in sostanza, " affannarsi ". Ancora in senso fisico, con riferimento a uno sforzo, e quindi " affaticamento ", dell'organo visivo, in Cv III VII 4 certi [corpi]... divengono sì raggianti, che... non si lasciano vedere sanza fatica del viso, e IX 13.
Due volte, al plurale, il termine indica genericamente " lavori ", " occupazioni ": Cv IV XXVI 11 e If II 3, dove nelle fatiche, da cui l'aere bruno ‛ toglie ' li animai che sono in terra, non è difficile scorgere anche il senso di " travagli ", " affanni ": osserva il Boccaccio che " l'ordine della natura attribuisce [la notte] al riposo e alla quiete degli animali degli affanni avuti il dì passato "; e ben si contrappone alla quiete del corpo e dello spirito, cui possono abbandonarsi tutti gli altri, la guerra / sì del cammino e sì de la pietate, che D. - io sol uno - si ‛ apparecchia a sostenere ' (vv. 4-5).
Figurato, in Cv III VIII 17 questi vizii... si vincono per buona consuetudine, e fassi l'uomo per essa virtuoso, sanza fatica avere ne la sua moderazione. In Cv IV XII 19 si parla di f. dell'animo, con cui lo erroneo... sempre con li occhi gulosi si mira innanzi: il termine acquista qui il significato più specifico di " pena ", " angoscia ", come in un altro passo del Convivio, dove ricorre in un insolito accostamento: cfr. III XIII 11 (a commento di Amor che ne la mente 35-36): li... miseri... ripensando lo loro difetto, dopo lo desiderio de la perfezione caggiono in fatica di sospiri [" scoppiano in sospiri ", Busnelli-Vandelli]; e questo è quello che dice: Che li occhi di color dov'ella luce Ne mandan messi al cor pien di desiri, Che prendon aire e diventan sospiri.
In altri luoghi si tratta di f. intellettuale: Cv III V 20 sì come omai, per quello che detto è, puote vedere chi ha nobile ingegno, al quale è bello un poco di fatica lasciare; II I 13 posto che possibile fosse [che le altre ‛ dimostrazioni ' precedano la litterale dimostrazione, § 12], sarebbe inrazionale, cioè fuori d'ordine, e però con molta fatica e con molto errore si procederebbe (per la forma dell'espressione, cfr. con fatica e con gravezza, in I V 5 già citato). In accezione analoga il luogo di Pg XVI 76 lume v'è dato a bene e a malizia, / e libero voler; che, se fatica / ne le prime battaglie col ciel dura, / poi vince tutto.