FAUSTA (Flavia Maxima Fausta)
Imperatrice, figlia minore di Massimiano Erculio e moglie di Costantino il Grande, a cui andò sposa in tenera età nel 307. Il matrimonio ebbe luogo in Gallia, forse in Arles. Madre di Costantino II, Costanzo II e Costante (nati tra il 316 e il 321). Nominata Augusta nel 325. Uccisa per ordine dell'imperatore nell'agosto del 326 a breve distanza dall'uccisione del suo figliastro Crispo. Sebbene non condannata alla damnatio memoriae, il suo nome risulta cancellato su alcune iscrizioni (C.I.L., x, 678; Ann. Epigr., 1948, 85).
Tra le sue effigi monetali non tutte sono di utilità iconografica. Il profilo regolare con grandi occhi a palpebre pesanti con la classica acconciatura ondulata, che imita quella degli Antonini, ha una somiglianza notevole e volutamente accentuata con il volto di Faustina Minore e l'ovale piacente e giovanile dai tratti minuti e delicati conferma gli elogi che gli antichi scrittori (Eumen., Paneg., vi, 6, 7; Iulian., Orat., i, 9 c) fanno della sua bellezza. Il medaglione d'oro della zecca di Treviri, che per la figurazione sul rovescio, malgrado le varie opinioni in proposito, dovrebbe riferirsi alla nascita del primo figlio e quindi essere stato coniato intorno al 317 (Musei di Berlino), deve essere considerato come una delle prime immagini monetali della giovane imperatrice, e per i tratti giovanissimi, quasi d'una adolescente, e per il nodo dei capelli rialzati, che non si ritrova nelle figurazioni più tarde. Con il volto più maturo e con il profilo più regolare appare F. su un medaglione di Nicomedia che, secondo il Seeck, deve essere (a giudicare dalla figurazione sul rovescio) ricollegato alla nascita del secondo bambino, il futuro Costanzo II e datato cioè nel 321. Con profilo fine ed elegante vediamo F. anche sulle monete d'oro di ottimo conio da Sirmium, che per varie ragioni si fanno risalire al 324-326 (Alfoldi e Maurice).
D'una immagine pittorica di F., riprodotta fanciulla nel palazzo di Aquileia (Paneg., vi, 67) insieme con Costantino, prima delle nozze, non esiste alcuna traccia e nessun ritratto conservato dell'epoca le può essere attribuito con sicurezza. Il busto del Louvre (Inv. 1053) nel quale il Delbrück voleva riconoscere il volto di F. giovinetta, per la tecnica degli occhi e per l'acconciatura apparterrebbe piuttosto ad un'epoca anteriore. Il piccolo busto diademato in bronzo di Arles (Espérandieu, Recueil, ix, 6730) identificato dallo stesso Delbrück come quello di F., non rivela niente dei suoi tratti, per la quasi totale corrosione del metallo, come dubbie appaiono anche le identificazioni su alcuni oggetti d'arte minore. Sul cammeo del Codex Aureus di Treviri, l'identificazione di F. tra Crispo e Costantino II affiancati da Costantino e da Elena appare, tra le varie proposte, l'ipotesi più probabile; ma il valore iconografico è nullo. Una grande pittura recentemente scoperta presso il duomo di Treviri, con una supposta figurazione di F. idealizzata, per il suo carattere generico, appare più una rappresentazione allegorica, che immagine d'una persona reale. Maggiore probabilità, invece, potrebbe avere una statua panneggiata, della prima metà del IV sec. d. C., trovata nella sede del Collegio degli Augustali di Ostia (museo, n. 22). Nella plasticità ferma dell'ovale delicato e rotondo, nella pacata espressione dei grandi occhi a palpebre abbassate e nella classicità del tipo e dell'acconciatura, simile a quella antoniniana, il ritratto ostiense rivela, senza dubbio, una affinità notevole con le effigi monetali di F. e varie ragioni di carattere storico, appoggiate dal luogo di ritrovamento, sostengono l'ipotesi di una tale identificazione.
Bibl.: O. Seeck, in Pauly-Wissowa, XII, 1909, cc. 2084 ss.; Gesch. d. Unterg. d. ant. Welt, Stoccarda 1895, I, pp. 63, 83, 86; A. Piganiol, L'Empire Chrétien, Parigi 1947, p. 96 ss.; F. Maurice, Numismatique Constantinienne, Parigi 1912, I, pp. 126, 132, 470; II, 407, 451, 562 s.; III, p. 55; R. Delbück, Spätantike Kaiserporträts, Berlino-Lipsia 1933, pp. 18, 48, 86, 166 ss., tav. II, 65, 68, 75; G. Bruns, Staatskameen des IV. Jahrhunderts, in Winckelmannspr., 104, 1948, p. 29 s.; R. Calza, Statua iconica femminile da Ostia, in Boll. d'Arte, XXXV, 1950, p. 201 ss., tav. 1-4.