FAUSTINA Maggiore (Annia Galeria Faustina Augusta)
Nata nel 105 d. C., sposò assai giovane il futuro imperatore Antonino Pio. Nell'anno stesso in cui salì al trono (138 d. C.), fu chiamata Augusta. Morì nei primi mesi del 141, e fu consacrata. I conî monetali con l'effigie della diva Faustina continuano fino alla morte di Antonino Pio (161).
Mancano ritratti giovanili di lei, essendo divenuta imperatrice a trentatrè anni. Si conoscono quindici copie e varianti di un suo ritratto noto specialmente dalla testa del Museo Capitolino, Sala Imperatori (elenco in Wegner, v. bibl.), che si può considerare eseguito nella età in cui F. ascese al trono. Le forme del volto sono un po' molli, a piani fusi e tranquilli. Dal mezzo della fronte si diparte una breve scriminatura, che è fermata da un legaccio completamente nascosto fra i capelli; sulla nuca le lunghe chiome raccolte in numerose treccette, che sono tratte su fino al sommo del capo, formano una crocchia compatta. Questo ritratto fu riprodotto probabilmente anche dopo la morte di F. Maggiore perché, mentre la testa del Capitolino ha caratteri ancor vicini all'ultima fase dell'arte adrianea, altre copie, come la testa in Chatsworth e il busto ai Conservatori (Sala Mon. Arcaici), per l'uso del trapano sulla chioma e per il rendimento degli occhi, possono scendere verso la metà del secolo. All'inizio del regno di Antonino Pio si deve ascrivere per ragioni stilistiche anche la testa su busto di Napoli (due copie a Roma, a Villa Borghese e nel commercio antiquario), il cui originale ha servito di archetipo anche ad opere assai più tarde, come la testa colossale della Rotonda Vaticana e il rilievo della colonna antonina, ora nel Giardino della Pigna in Vaticano. Questo ritratto ha un'acconciatura molto simile a quella precedentemente descritta, ma ha la particolarità di lasciar scorgere il nastro, che lega i capelli un po' sopra la fronte. Come variante, o come tipo intermedio fra i due, si può considerare la testa della Sala dei Fasti Moderni al Palazzo dei Conservatori. La testa di Dresda, Skulpturensammlung, n. 384 (sette copie ne sono elencate dal Wegner, p. 280), differisce notevolmente dalle altre per l'acconciatura; infatti in luogo del nastro, cinge il capo una trecciolina, sotto la quale le ciocche dei capelli circondano il volto in rigonfie ondulazioni ad S, che ricordano la pettinatura di F. Minore giovinetta. Si è vista una relazione fra questo ritratto e quello dei tipi monetarî postumi della diva Faustina, nei quali, come nell'opera scultorea, si scorge una stretta banda di capelli scendente davanti all'orecchio. Il modo di rendere iride e pupille, l'accresciuta espressività dello sguardo, il decorativismo della chioma inducono a datare il ritratto tipo Dresda dopo la morte di Antonino, sebbene non sia da escludere che avesse un precedente tipologico in un'opera eseguita durante la vita di Faustina. Con caratteri certi di una creazione postuma appare invece la testa di Ostia (copia a Berlino), a cui è affine, forse essendo una variante, la testa di Petworth. Il volto grassoccio e "borghese" di F. Maggiore vi è affinato e nobilitato; l'apparenza giovanile non può ingannare, perché l'uso di brevi solchi del trapano nella chioma per ottenere effetti chiaroscurali, lo sguardo e la grandezza degli occhi si inquadrano nell'arte dell'età di Marco Aurelio. Il movimento contrastante del lungo collo flessuoso è una chiara reminiscenza ellenistica. Tale potrebbe essere anche il diadema a cercine, a meno che non si voglia considerarlo un richiamo alla consecratio. Alcuni ritratti di F. Maggiore provengono dalle province. Si tratta in genere di rielaborazioni piuttosto che di copie, dipendenti dai ritratti ufficiali romani, come la testa del Museo Naz. di Atene, la testa colossale di Sardi (a Londra), destinata a un acrolito, la statua, certamente postuma, dell'esedra di Erode Attico a Olimpia e la testa diademata e velata dalle Terme di Antonino a Cartagine.
Bibl.: M. Wegner, Herrscherbildnisse in antoninischer Zeit, Berlino 1939, pp. 26 ss., 153 ss., 279. Monete: P. L. Strack, Römische Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts, III, Stoccarda 1937, pp. 10 ss.; H. Mattingly, Coins of the Roman Empire in the British Museum, IV, Londra 1940, pp. 42 ss.