BERTINOTTI, Fausto
Uomo politico e sindacalista, nato a Milano il 22 marzo 1940. Conseguito il diploma di perito industriale, svolse fin da giovane attività politica, militando prima nel PSI (1964) e quindi nel PSIUP (1966); nel 1972, dopo lo sciolgimento del PSIUP, entrò nel PCI e si avvicinò a P. Ingrao. Impegnato soprattutto in ambito sindacale, fu dirigente, dal 1964, della Lega lavoratori tessili Ovest-Ticino, e nel 1969 venne chiamato a far parte della segreteria regionale della CGIL-Piemonte, di cui fu nominato segretario nel 1975.
Nel corso degli anni Ottanta maturò un atteggiamento critico nei confronti della strategia e della prassi confederale. Il dissenso con la direzione della CGIL si manifestò apertamente agli inizi degli anni Novanta, quando B. faceva già parte della segreteria nazionale (vi era entrato nel 1985), e venne formalizzato nel 1991, nel corso del congresso nazionale della Confederazione, con la costituzione di una minoranza organizzata, denominata 'Essere sindacato', di cui assunse la guida. Le critiche di B. investivano la struttura stessa dell'organizzazione, nonché il ruolo istituzionale e burocratico che a suo giudizio essa aveva assunto ("elemento di triangolazione, con il padronato e il governo"), a scapito dell'autonomia contrattuale e delle esigenze reali dei lavoratori.
La convinzione che fosse necessario mantenere viva una prospettiva 'anticapitalistica', lo portò nel 1993 ad abbandonare il PDS, al quale aveva inizialmente aderito (1991) militando nell'area dei comunisti democratici, e a entrare nel Partito della rifondazione comunista (PRC).
Eletto segretario del PRC nel gennaio 1994, B. impresse al partito un forte slancio, accrescendo il suo impegno sul terreno sociale e sui temi dell'occupazione. Ciò si tradusse sul piano elettorale in un sensibile incremento dei consensi: il PRC passò infatti dal 5,6% dei voti, ottenuto nelle elezioni politiche del 1992, all' 8,6% dei voti (quota proporzionale alla Camera) nel 1996. B. mantenne con il PDS un difficile dialogo costellato da frequenti scontri. Le divergenze maggiori rimasero sul terreno economico e sociale, ed esplosero nell'ottobre 1997 quando il PRC - contrario alla legge finanziaria presentata dal governo - annunciò il ritiro della fiducia, dando il via alla crisi dell'esecutivo. Tale decisione - rientrata dopo pochi giorni in seguito all'impegno del governo a presentare una legge per la riduzione a 35 ore dell'orario di lavoro, di cui B. fu tra i principali sostenitori - aprì all'interno del partito un acceso dibattito. Nell'ottobre 1998 la proposta di B., approvata a stretta maggioranza dal Comitato politico nazionale, di bocciare la nuova manovra finanziaria e ritirare la fiducia all'esecutivo, evidenziò la presenza di posizioni ormai inconciliabili all'interno del partito. L'ala favorevole al dialogo con le forze di governo, guidata da A. Cossutta, uscì da Rifondazione e diede vita al Partito dei comunisti italiani.
B. ha pubblicato, tra l'altro: Tutti i colori del Rosso, in collab. con L. Scheggi Merlini (1995); Il nostro nuovo comunismo. Ripartendo da Marx, in collab. con N. Valentini e C. Valentini (1996); Pensare il '68, in collab. con A. Gianni (1998).