FAUSTO di Riez (Reii)
Forse d'origine inglese, entrò giovanissimo nel monastero di Lérins, centro di studî ove compì la sua preparazione teologica, e ne fu eletto abate nel 433; divenne vescovo di Reii, oggi Riez (Basses-Alpes) verso il 452; esiliatone verso il 478 dal re visigoto Eurico, per la polemica che conduceva contro gli ariani, alla morte del re, nel 485, ritornò alla sua residenza. Fu parte principale del concilio di Arles, nel 475, che condannò il suo sacerdote Lucido, accusato di predestinazionismo. Non si conosce l'anno della sua morte.
Delle sue opere abbiamo 12 lettere, pochi sermoni, un trattatello De Spiritu Sancto, due libri De gratia. Anche altre opere sono state ascritte a lui, ma senza certezza, ed è dubbia l'identificazione dell'Adversum arianos et macedonianos ricordato da Gennadio (De vir. ill., 86) con il Breviarium fidei adversus arianos attribuito a Leone Magno, o con il De ratione fidei attribuito allo stesso F. o con altri scritti. La sua dottrina sull'anima, combattuta da Claudiano Mamerto, è reputata oggi comunemente erronea; le tesi nettamente semipelagiane del suo De gratia incorsero varî anni dopo nell'esplicita disapprovazione di Roma e furono combattute da S. Fulgenzio di Ruspe; come scrittore, fu giudicato floridus ac mumerosus et iucundus magis quam vehemens da Erasmo, che trovava il suo stile ad docendum aptissimum, perspicuum, distinctum, brevem nec insuavem tamen.
Ediz.: Opere, a cura di A. Engelbrecht, in Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum, XXI, Vienna 1891. Per i sermoni, v. G. Morin, in Rev. bénéd., IX (1892), p. 49 segg. e X (1893), p. 62.
Bibl.: W. Bergmann, Studien zu einer kritischen Sichtung der südgall. Predigtlitteratur im 5 und 6 Jahrhund., Berlino 1898; O. Bardenhewer, Gesch. der altkirchlichen Literatur, Friburgo in B. 1923-24; G. Krüger, in M. Schanz, Gesch. der römischen Litteratur, IV, Monaco 1920, p. 541 segg.