fausto
Una sola occorrenza, in Pd XIV 93, in un contesto fortemente latineggiante sia come costruzione (v. l'oggettiva con l'infinito che dipende da conobbi) sia come lessico (v. il rarissimo latinismo litare, " sacrificare "): io conobbi / esso litare stato accetto e fausto; f. ha dunque il significato di " felice ", " di felice esito ".
D. usa quest'aggettivo in latino due volte, nella datazione che chiude le due epistole VI e VII: faustissimi cursus Henrici Caesaris ad Ytaliam anno primo.