favellare [favelle, in rima, indic. e cong. pres. II singol.]
È sempre usato nel significato di " parlare "; così in Cv II Voi che 'ntendendo 12 e come un spirto contra lei favella, / che vien pe' raggi de la vostra stella, ripreso in II VI 6; If XI 51 lo minor giron suggella / del segno suo... / chi, spregiando Dio col cor, favella; XXVIII 96, XXXII 109, XXXIV 102, Pg XXXIII 54, Pd XXIV 33, XXVI 130.
In Pg XX 34 O anima che tanto ben favelle, Pd V 48 e intorno di lei / si preciso di sopra si favella, e XII 33 del mio [duca] sì ben ci si favella, il verbo è accompagnato e precisato da una forma avverbiale che specifica l'intenzione e il carattere di questo parlare. Da notare in questi due ultimi casi il costrutto impersonale (per cui cfr. anche Rime LI 6 la Garisenda / torre... / è la maggior de la qual si favelli), con cui il verbo acquista il significato più preciso di " discutere " di un argomento. Questo significato è presente anche in If XVI 85 fa che di noi a la gente favelle, e XXXIII 6 dolor che 'l cor mi preme / già pur pensando, pria ch'io ne favelli.