FEBBRE DA PAPPATACI (Sinonimi: febbre dei tre giorni; febbre gastrica; febbre estiva)
Malattia febbrile acuta, il cui agente è ancora ignoto; essa dura tre giorni, ed è diffusa dalla femmina del Phlebotomus papatasii Scopoli, 1786.
Si può incontrare in tutti i paesi meridionali del bacino del Mediterraneo, in India, in Egitto, sulle coste del Mar Rosso, nell'America meridionale e nell'Africa meridionale; e probabilmente in ogni paese caldo e temperato, ovunque si trova il dittero propagatore. Cenni riferibili a una febbre di 3 giorni si trovano fin dal principio del secolo scorso nelle relazioni sanitarie dei medici militari inglesi per le truppe soggiornanti nel Mediterraneo. Una buona descrizione fu fatta nel 1864 da E. Cicoli a Pola; venne poi osservata ancora in Istria da F. Pick, A. Karlinski e quindi da D. Taussig (1905), il quale per primo sospettò che venisse diffusa dai pappataci. Le ricerche di R. Doerr (1909) hanno dimostrato che il virus è filtrabile e presente nel sangue degli ammalati dal primo giorno di malattia fino al termine del secondo e che una parte del suo sviluppo si svolge nel corpo del Phlebotomus, perché questo diventa infettante solo dopo una settimana che s'è nutrito di sangue infetto. L'incubazione varia da 3 a 7 giorni.
La malattia, preceduta o no da malessere, s'inizia d'improvviso con lievi brividi, forte cefalea frontale, dolori diffusi ma specialmente lombari, occhi arrossati. Talvolta il rossore del viso e del collo è così accentuato da aver l'apparenza d'un eritema. L'infermo è per lo più irrequieto, talora facile ad assopirsi; accusa disturbi gastrointestinali varî. La temperatura raggiunge rapidamente i 40° poi, con piccole oscillazioni, in 36-48 ore ritorna alla norma, i segni morbosi scompaiono, lasciando però un senso di grande stanchezza che impiega un certo tempo a dileguarsi.
La prognosi è sempre buona. La cura deve essere diretta ad alleviare i sintomi. La profilassi consiste principalmente nell'isolamento dell'ammalato e nella protezione contro le punture dei flebotomi con delle zanzariere, ricordando che essi pungono specialmente in casa e nell'oscurità.
Bibl.: Può utilmente consultarsi: R. Doerr, L. Franz e D. Taussig, Das Pappataci-fieber, Lipsia 1909.