fedele [plur. anche fedei]
Come aggettivo: " che osserva la fede data ", ma con diverse sfumature di significato, tra le quali primeggiano quelle religiose. Ha valore di " credente " nel Dio cristiano, in Pg XXIl 59 non par che ti facesse ancor fedele / la fede, sanza qual ben far non basta; simile il caso degli angeli che non fur fedeli a Dio (If III 39), dove peraltro l'aggettivo si precisa ancor meglio, semanticamente, per la sua opposizione a ribelli (v. 88); in Pd XXXI 102, con riferimento alla Madonna, equivale piuttosto a " devoto ", non senza una sfumatura proveniente dal significato feudale-amoroso del termine: E la regina del cielo, ond'ïo ardo / tutto d'amor, ne farà ogne grazia, / però ch'i' sono il suo fedel Bernardo. Allude alla necessità di osservare i voti, sebbene con oculatezza e ponderazione, come si ricava dal secondo emistichio e dall'esempio subito dopo citato, in Pd V 65 Non prendan li mortali il voto a ciancia; / siate fedeli, e a ciò far non bieci, / come Ieptè a la sua prima mancia.
Altrove è attributo di chi dimostra pieno e franco ossequio alla giustizia: all'uomo giusto falsamente accusato di ‛ inumani peccati ' si concede di parlar di sé e dire sé essere fedele e leale (Cv I XII 11); mentre in Vn II 9 lo fedele consiglio de la ragione è il consiglio " di cui ci si può fidare ", quindi " saggio ", " prudente ".
Si collega con la fedeltà ad Amore (v. il capoverso seguente) in Fiore III 7 ch'e' non avesse gelosia / ched i' fedel e puro i' no gli sia, e IV 6; col rispetto e la sollecitudine di un amico verso un altro amico, in Detto 465.
Sostantivato, ha due volte il senso di " chi professa la fede cristiana ", sia in accezione stretta (quel che spera ogne fedel com'io, Pd XXVI 60), sia in una larga: e messo ha di paura tanto gelo / nel cor de' tuo' fedei, che ciascun tace (Rime CV 10), ma trova la sua più larga applicazione nel sintagma ‛ f. d'Amore ' (Vn III 9, VII 7,VIII 7, XII 2, XIII 2 e 3, XIV 14, XXXII 4, Fiore XXXVI 7, XXXVIII 8, CCXXXI 7; v. la voce seguente) che è connesso al concetto medievale di una sudditanza vincolata da solenne giuramento.
Tale concetto il vocabolo richiama quando qualifica l'atteggiamento spirituale di D. nei confronti di Beatrice: prima verrà lo die che Beatrice si mosterrà dopo la imaginazione del suo fedele (Vn XXIV 4), atteggiamento che si approfondisce e connota di toni religiosi nel poema, per cui le parole delle virtù teologali - Volgi, Beatrice, volgi li occhi santi / ... al tuo fedele / che, per vederti, ha mossi passi tantil (Pg XXXI 134) - alludono a una disposizione nuova dell'anima dantesca, rivolta, dopo il breve traviamento, alla verità assoluta (della quale la bellezza di Beatrice era in terra analogica significanza ed è nel Paradiso irradiazione viva) e tradotta quindi in più consapevole fedeltà a Dio.
A un ambito mistico va ricondotta la preghiera di Maria a Lucia: Or ha bisogno il tuo fedele / di te, e io a te lo raccomando (If II 98), dove D. è detto f. di Lucia in quanto la santa simboleggia qui assai probabilmente la grazia illuminante: " qui fidit gratia Dei " (Benvenuto); " dice l'A. di sé ch'elli fu fedele a credere; cioè che la grazia illuminante l'ammaestrava " (Buti).
Sotto la forma ‛ fedeluzzo ', e col senso di " f. d'amore ", è in Rime dubbie VI 13 (dove le rime sono tutte in -uzzo, -uzza): si ch'io non ti vo' più per fedeluzzo, nella risposta di Amore alla timidezza del destinatario dello scherzoso sonetto.