ALBORGHETTI, Federico
Nato a Mapello (Bergamo) il 2 apr. 1825, studiò medicina all'università di Pavia, ma dovette interrompere gli studi in seguito agli avvenimenti del '48. A Bergamo partecipò alla lotta contro gli Austriaci e fu segretario del Comitato di guerra. Dopo Custoza, si rifugiò in Piemonte e poi in Svizzera, donde rientrò in Lombardia nel settembre del 1848, con il compito, affidatogli dal Mazzini, di fare insorgere le valli bergamasche.
Raccolto sui monti di Palazzago, presso Bergamo, un manipolo di patrioti, fra cui G. Agazzi era il suo braccio destro, l'A. condusse per due mesi un'aspra guerriglia contro il presidio austriaco della zona, tenendolo in scacco, finché la resistenza si rivelò impossibile e fu costretto a riparare di nuovo in Svizzera. Nel 1862 l'A. pubblicò sulla guerriglia di Palazzago una relazione dal titolo Episodio storico della guerra dell'indipendenza italiana nel 1848.
Tornato nuovamente in Piemonte, partecipò nell'esercito sardo alla campagna del 1849, combattendo a Novara. A Torino si laureò poi in medicina e in lettere: rimpatriato nel 1857 in seguito all'amnistia austriaca, esercitò la professione medica. Nel 1859 combatté ancora con Garibaldi, nel corpo dei Cacciatori delle Alpi. Morì a Bergamo il 21 settembre 1887.
Fra le opere, oltre quella citata, si posson.o ricordare un pregevole lavoro su La spedizione degli Italiani in Polonia nel 1863,Bergamo 1863, l'ampia monografia, scritta in collaborazione con M. Galli, su G. Donizetti e G. S. Mayr,Bergamo 1875, e diversi studi su problemi medici, sociali e storici di carattere locale.
Bibl.: Necrologio, in Bergamo, Notizie patrie, almanacco bergamasco del 1888, pp. 140-149; A. Capuani, F. A., in Rivista di Bergamo, IV (1925), pp. 2538-2543; S. Maggi, F. A. patriota dimenticato, in Eco di Bergamo, 17 genn. 1942; L. Volpi, Tre secoli di cultura bergamasca, Bergamo 1952, pp. 264-265.