BALART, Federico
Nato a Priego (Murcia) nel 1831, morto a Madrid nel 1905; giornalista infaticabile, poeta e critico, non ebbe l'aureola della popolarità, ma fu apprezzato e stimato dagli amatori e dai cultori dell'arte. Nel 1861 apparvero le sue prime critiche d'arte e di letteratura, firmate col pseudonimo Nadie, nel giornale La Verdad (1864). Collaborò poi a La Democracía, firmando Cualquiera; al Gil Blas (dove pubblicò un articolo satirico che gli valse un duello: rimasto ferito a un piede, fu costretto a zoppicare tutta la vita); a El Universal, a El Globo (1867-74), firmando Un aficionado. Veramente notevoli sono i suoi articoli nei Lunes del Imparcial e nella Ilustracion Española y Americana. Molte sue critiche, crude, serene, scrupolose, denotano ingegno profondo e sagace, immaginazione brillante e gusto raffinato (v. la raccolta Impresiones, Literatura y Arte, 1894). Come poeta lirico, ricorda Ruiz Aguilera e si distinse in Restitución, elegia pubblicata per la morte della sua sposa, e compresa poi nel volume Dolores (1893), raccolta di poesie alquanto monotone, pervase di sentimento cristiano e di rassegnata fede. È autore anche di Horizontes (1897), un volume di versi piuttosto enfatici, più filosofici che sentimentali, El prosaismo en el arte (1895), Novedades de antaño, Sombras y destellos, Fruslerías (1905). Fu sottosegretario al Ministero degl'interni, deputato, senatore, consigliere di stato e accademico (1891). Negli ultimi anni fu anche direttore artistico del Teatro Español di Madrid. Nonostante le sue cariche e la sua attività, visse povero fino agli ultimi anni