EBER, Federico
A questo tipografo di origine tedesca, attivo a Perugia tra il 1477 e il 1479, veniva attribuita fino a tempi piuttosto recenti soltanto la fase iniziale di un'unica edizione, il De dotibus et dotatis mulierum di Baldo Bartolini (Gesamtkatalog der Wiegendrucke [indi G. W.], n. 3467; Accurti, n. 3467, p. 152), sulla quale egli aveva iniziato a lavorare poco prima della sua morte, avvenuta nel 1479, e che era stata portata a termine nel 1482 da Giovanni Wydenast.
L'Accurti riferiva all'E. anche un'altra opera del Bartolini, la Repetitio rubricae "De verborum obligatione" (n. 3470, p. 152). Ilritrovamento di alcuni documenti d'archivio ha invece consentito di ampliare il numero di edizioni attribuite all'E. e di definire la sua attività di stampa almeno in ambito perugino.
Nulla si conosce della sua vita o della sua formazione professionale prima del 1477. Al 26 marzo di quell'anno risale la prima testimonianza della sua presenza a Perugia, in occasione della nomina di un procuratore nella persona di messer Giovanni di Ferrante di Rocca Antica. L'atto del notaio non dice di più sul tipo di interessi che l'E. voleva difendere, se connessi con la sua opera di stampatore o meno. Un documento del 6 ott. 1479, conservato presso l'Archivio di Stato di Perugia (Attidi ser Tolomeo di Niccolò, bastardello 78, cc. 686 s.) ed edito da P. Veneziani, entra invece nel vivo dell'attività tipografica dello Eber. Si tratta di un compromesso, stipulato in casa di Pietro degli Ubaldi, tra Pietro da Colonia - a suo nome e per conto del suo socio maestro Giovanni - da una parte e tre studenti tedeschi dall'altra: Iacopo "Anitatii", Nicola di Tommaso e Sigismondo di Ludovico. Iacopo e Nicola agivano anche a nome di Federico "de Alamania alta", assente. L'atto riguardava lo scioglimento di una società "ad impressionem librorum. et ad imprimenduni libros" precedentemente stipulata tra le parti suddette.
L'identificazione di questo Federico "de Alamania alta" con l'E. è certa sulla base di un altro documento del 20 genn. 1480, ritrovato da G. Ricciarelli, nel quale il fornaio tedesco Giovanni di Giovanni, a nome proprio ed in qualità di erede dell'E., nominava suo procuratore lo studente tedesco Iacopo di Enrico per lo scioglimento di una società tipografica costituita tra l'E., Pietro da Colonia, Giovanni di Corrado, Sigismondo di Ludovico, Nicola Hebl e Iacopo "Anitatii". L'E. era evidentemente morto nel lasso di tempo che intercorre tra i due documenti.
Non si sa invece quando la società tipografica perugina fosse stata costituita, probabilmente non molto dopo il 26 maggio 1476, quando si era sciolta la collaborazione tra Pietro da Colonia, Giovanni di Corrado e Ranaldo di Francesco. Un altro documento del 28 ag. 1480 (Archivio di Stato di Perugia, Atti di ser Paolo di Simone, protocollo n. 367, c. 215), pubblicato dal Veneziani, riguarda la divisione dei beni della compagnia ormai sciolta. Il merciaio tedesco Giovanni di Gherardo, cui era stata affidata la liquidazione della bottega dell'E. e dei suoi due soci tedeschi, maestro Giovanni e maestro Pietro da Colonia, consegnava a Nicola di Tommaso trenta copie di un libro a stampa chiamato Dominicus super secunda parte Sexti, quaranta copie della Repetitio super capitulo "Quoniam contra falsam" de probationibus e trenta copie del Tractatus de testibus. A Sigismondo di Ludovico egli consegnava invece dieci esemplari di ciascuna di queste tre edizioni. Da tutto ciò si può dedurre con certezza l'identificazione di questi incunaboli con il Super sexto Decretalium di Domenico da San Gimignano (Indice generale degli incunaboli [indi IGI], 3545, 8645), la Repetitio capituli "Quoniam contra falsam" de probationibus di Lanfranco d'Oriano (Hain n. *9885; IGI 5674) e il De testibus di Tindaro da Perugia (Hain, n. *15756). Queste tre opere, stampate in caratteri gotici, venivano attribuite dal British Museum Catalogue (VI, pp. XLVI-XLVII) al "tipografo del Robertus Anglicus" (l'ancora anonimo stampatore dei Canones astrolabii, IGI, n. 8386; British Museum Cat., VI, n. 879). Di conseguenza il Veneziani ha potuto attribuire alla società tipografica dell'E., di Pietro da Colonia e Giovanni di Corrado non solo queste tre edizioni, ma anche tutte quelle già riferite al "tipografo del Robertus Anglicus", ovvero la Summa naturalium Aristotelis di Paolo Veneto, successiva al 25 genn. 1477 (Hain, n. 12523; IGI, n. 7348), l'Oratio in funere Grifonis Balionii di Francesco Matarazzi (Maturanzio), successiva al 1° maggio 1477 (Hain, n. 10896; IGI, n. 6274), la Repetitio rubricae "De verborum obligatione" di Baldo Bartolini (IGI, n. 1275), le Varietates sententiarum sey Synonima di Stefano Flisco (IGI, n. 3982), il Formularium instrumentorum ad usum Romanae Curiae (Hain, n. *7275 e IGI, n. 4035, che lo attribuisce alla tipografia romana di Stephan Plannck), i Canones astrolabii di Roberto Anglico, che davano il nome a questa unità tipografica ancora anonima, e la Quaestio de materia belli di Angelo degli Ubaldi (Hain, n. 15885). L'edizione del De dotibus et dotatis mulierum del Bartolini, che l'E. non riusci a completare per il sopravvento della malattia e della morte, e per la quale egli si era accordato il 13 marzo 1479 con il perugino Giovanni Battista di Pietro, fu terminata dal Wydenast dopo il 1482 (Hain, n. *2467; IGI, 1273).
Bibl.: A. Rossi, L'arte tipografica in Perugia durante il sec. XV e la prima metà del XVI. Nuove ricerche, Perugia 1868, passim; K. Haebler, Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Ausland, München 1924, p. 63; T. Accurti, Editiones saeculi XV pleraeque bibliographis ignotae…, I-IV, Florentiae 1930, p. 152, nn. 3467, 3470; F. Geldner, Die deutschen Inkunabeldrucker, II, Stuttgart 1970, p. 140; G. Ricciarelli, I prototipografi in Perugia. Fonti documentarie, in Boll. d. Deputaz. di storia patria per l'Umbria, LXVII (1970), pp. 113-120; Id., Mercanti di incunaboli a Perugia, ibid., LXX (1973), p. 5; P. Veneziani, Pietro da Colonia e il "Tipografo del Robertus Anglicus", in La Bibliofilia, LXXV (1973), pp. 45-65; L. Hain, Repertorium bibliographicum…, I-IV, ad Indicem; Catalogue of books printed in the XVth century, now in the British Museum, VI, London 1930, pp. XLVI s. e opere cit., Gesamtkatalog der Wiegendrucke, VIII, I; VIII, 2-IX, 2, ad Indicem; Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia, I-VI, ad Indicem.