FELLINI, Federico (App. III, 1, p. 596)
Regista cinematografico, assurto, negli anni Sessanta, a una vastissima fama internazionale ed esponente oggi fra i maggiori del cinema di fantasia; il suo autobiografismo presente, in una cifra corale, nella Dolce vita (1960), si fa più personale e diretto in Otto e mezzo (1965), un'opera in cui la confessione, pur tra le abituali mistificazioni "felliniane", si fascia di intime, lucide angosce, e approda poi, nel 1973, con Amarcord, a una recherche di tipo proustiano sull'infanzia, la famiglia, i luoghi e i ricordi di un'adolescenza rivisitata, che ha dato vita a tutt'oggi, con La strada (1955), al suo film più intensamente ispirato e poetico, sostenuto da un linguaggio cinematografico prodigo d'invenzioni narrative e visive. Meno terso, invece, nel 1965, Giulietta degli spiriti, una versione di Otto e mezzo in chiave femminile, cui seguono, comunque, opere di fascino indubbio: Fellini-Satyricon (1969), una "dolce vita" ambientata nella Roma di Petronio, fiammeggiante di bagliori funebri; I clowns (1970), una mesta elegia sulla fine dei circhi, tutta giochi magici ed effuse nostalgie; Roma (1972), un'epopea di Roma e, ancora una volta, della vita a Roma, in equilibrio tra realtà e immaginazione, con uno stile fra l'espressionistico e il barocco di larga suggestione figurativa. Il film più recente è Casanova (1975-76), una libera interpretazione delle Memorie di Giacomo Casanova.
Bibl.: G. C. Castello, F. Fellini, Monza 1958; A. Solmi, Storia di F. Fellini, Milano 1962; G. Salachas, F. Fellini, Parigi 1963; B. Rondi, Il cinema di F. Fellini, Roma 1965; O. del Buono, F. Fellini in Cinestudio, 1965; F. Pecori, F. Fellini, Firenze 1974 (con filmografia completa).