Cardinale (Genova 1480 circa - Gubbio 1541); arcivescovo di Salerno (1507), amministratore di Gubbio (1508), dotato anche di qualità politiche e diplomatiche, aiutò il fratello Ottaviano (v.) nel governo; avverso agli Spagnoli, dovette lasciare poi la cattedra arcivescovile di Salerno, ma ne fu compensato successivamente con la nomina a cardinale (1539). Amico del card. Contarini, fu tra i propugnatori della riforma cattolica, e nel 1536 era a Roma membro della commissione di preparazione della riforma. Amico di Bembo e di Castiglione, figura come interlocutore nei due rispettivi dialoghi (Prose della volgar lingua e Il Cortegiano). Scrisse egli stesso, tra l'altro, un Trattato dell'orazione (1542).