FEDERICO GUGLIELMO II re di Prussia
Nato il 25 settembre 1744, era figlio del principe Augusto Guglielmo, primogenito di Federico il Grande: la morte prematura del padre (1758) lo fece successore al trono di Prussia. Era di carattere cavalleresco, affabile e bonario, ma era un debole gaudente, completamente privo di applicazione al lavoro e di forza di volontà. La sua sensualità sfrenata passava ogni limite. Una delle sue amanti, Guglielmina Enke, che più tardi ebbe il titolo di contessa Lichtenau, veniva chiamata la Pompadour di Prussia. Come alle donne, così anche ai suoi favoriti egli lasciava una larga ingerenza nella sua politica. Fra questi erano in prima prima linea il sassone Bischoffwerder, che introdusse il principe nella società segreta dei Rosacroce, e anche l'ex-teologo Wöllner, che, Rosacroce egli pure, gli fece dal 1784 delle conferenze sull'arte di governare. La sua assunzione al trono (17 agosto 1786) fu salutata dal popolo con grandi aspettative, poiché si sperava da lui una mitigazione del duro regime di Federico il Grande. Ma il nuovo re non pensò né a radicali riforme liberali, né all'abolizione dell'assolutismo. Fu sciolta subito sì l'odiata Regia dei monopolî, ma altre misure, come l'affrancazione del commercio del grano e l'abolizione del monopolio dei tabacchi, furono rimesse di nuovo più tardi, poiché la progettata riforma delle imposte si era dimostrata non applicabile. Il governo personale del re venne conservato, certo più in apparenza che in realtà, perché F. non aveva capacità per un tale compito. Ciò portò all'indebolimento dello stato, il cui carattere militare, così pronunciato sotto il regno di Federico il Grande, andò sempre più diminuendo. Un mutamento avvenne invece nel campo culturale-politico: l'influenza francese, prevalente fino allora, diminuì. Il teatro venne aperto anche per le opere tedesche; la capitale fu abbellita con la costruzione della porta di Brandeburgo e di altri edifizî. Ma un considerevole passo indietro veniva sancito dall'editto (promulgato nel 1788) del Wöllner, sulla religione, che nella sua applicazione andava contro tutti gl'indirizzi di libero pensiero, minacciava la libertà di coscienza e incoraggiava l'ipocrisia. Ancora più funesta la debolezza di Federico Guglielmo nella politica estera. La brillante campagna in Olanda (1787) non portò con sé alcun vantaggio vero allo stato, e la convenzione di Reichenberg, conclusa nel 1790 fra il re e Leopoldo II, successore dell'imperatore Giuseppe II, era un successo momentaneo, ma nello stesso tempo un'enorme perdita di prestigio. Unito all'Austria, egli si fece trascinare nel 1792 nella guerra contro la Francia rivoluzionaria, il cui esito sfortunato fu causato principalmente dal contrasto fra gli alleati, soprattutto nella questione della Polonia. Il re combinò con la Russia, ma senza l'Austria, la seconda divisione della Polonia, che gli fruttò nel 1793 Danzica, Thorn e i palatinati di Posen (Poznań) e di Kalisz. Ma il fatto che le sue forze erano impegnate ad oriente, la disfatta subita sul Reno e il completo esaurimento delle sue finanze resero necessaria la fine della guerra nell'occidente. Nella pace di Basilea egli abbandonò ai Francesi i suoi possessi sulla riva sinistra del Reno fino a una pace generale; in un articolo segreto fu prevista perfino la loro definitiva cessione dietro compensi territoriali. Nello stesso anno fu compiuta la divisione della Polonia col terzo trattato di divisione, concluso fra Russia, Prussia e Austria, per il quale la Prussia ricevette la Lituania, la Masovia e Varsavia. Così, sotto il breve regno di Federico Guglielmo la Prussia raggiungeva un grande accrescimento territoriale, dovendosi aggiungere agli acquisti fatti verso oriente l'accessione alla Prussia nel 1793 dei margraviati della Franconia Anspach e Bayreuth: sì che il regno occupava ormai circa 320.000 kmq., con circa 8.700.000 abitanti. Ma la compagine interna dello stato, così forte ancora nel 1786, era molto scossa alla morte del re (16 novembre 1797).
Bibl.: M. Philippson, Geschichte d. preussischen Staatswesens vom Tode Friedrichs d. Gr. bis zu den Freiheitskriegen, voll. 2, Lipsia 1880-82; F. R. Paulig, Friedrich Wilhelm II. Sein Privatleben u. s. Regierung im Lichte neuerer Forschungen, Francoforte sull'Oder, 1897.