FEDERICO II re di Danimarca e di Norvegia
Nacque nel 1534 dal re Cristiano II e da Dorotea di Sassonia-Lauenburg, morì nel 1588. Ricevette un'educazione prettamente danese, sotto la direzione dello storico Svaning, ma senza gran profitto per la sua cultura; poi fu mandato nel castello di Malmöhus nella Scania, dove visse circondato da una corte allegra di giovani nobili. S'innamorò allora di Anna Hardenberg, una damigella d'onore della regina, il che provocò poi, nel 1558, contrasti con i suoi genitori.
Nel 1559 F. salì al trono e si lanciò subito in una guerra con la Ditmarsia, che finì con la conquista di questo paese; poi si riaccese l'antica ostilità con la Svezia, perché F. aspirava a rinnovare il dominio danese su tutti i paesi scandinavi: e ne venne di conseguenza la lunga e crudele guerra del 1563-70. L'opposizione della nobiltà alla guerra, le cattive condizioni finanziarie, come anche il pericolo di essere detronizzato, spinsero F. a richiamare il suo nemico mortale, l'esule Pietro Okse, uomo di eccezionale abilità negli affari finanziarî, e a porlo a capo dell'amministrazione delle finanze, che l'Okse riuscì infatti a riordinare. Ma la pace di Stettino del 1570, che metteva fine alla guerra, seppelliva per sempre l'idea di un'unione fra i tre paesi nordici.
Conclusa la pace, F. si propose il dominio sui mari nordici: lo scopo fu raggiunto con una forte flotta, che incrociava continuamente in quei mari. Questa politica, che poté essere compiuta grazie al momento (scioglimento della lega anseatica e guerre dei Paesi Bassi), procurò una grande importanza alla Danimarca in Europa, ma F. si tenne prudentemente in disparte dalle discordie del continente europeo. Tutto il periodo 1570-88 fu, in genere, un periodo felice per la Danimarca: furono sanate le ferite inferte dalla guerra, e grazie ai buoni prezzi dei prodotti agricoli si diffuse un benessere fino allora sconosciuto.
Fu caratteristica la buona intesa di F. con la nobiltà: egli banchettava coi nobili nel suo castello, e prendeva parte assai cordialmente ai divertimenti dei nobili. Amante della caccia, estese i suoi possessi reali, soprattutto nello Schleswig e nella Zelanda settentrionale.
Benché privo di conoscenze dirette, F. si interessò dell'arte e della scienza, sostenne generosamente l'università, e istituì una Kommunitetet per gli studenti bisognosi. Fondò una scuola a Sorø per l'educazione dei giovani gentiluomini; ed anche singoli uomini di scienza ebbero a godere della sua generosità: l'astronomo Tycho Brahe ottenne in feudo Hveen, e il teologo Niels Henningsen e lo storico Anders Sorinsen ebbero aiuti da lui. Una notevole caratteristica di F. era la capacità di scoprire gli uomini di valore e di servirsene, senza lasciarsi fuorviare dai suoi sentimenti personali verso di essi: testimoniano di questa sua qualità uomini come i militari Herluf Trolle, Frans Brokkenhus, Daniele Rantzau e come gli statisti Niels Kaas, Kristoffer Walkendorff, Pietro Okse.
F. fu un tipico rappresentante del Rinascimento nordico coi suoi lati buoni e cattivi: una natura gioviale e sana, un temperamento violento e collerico, pieno di grandi progetti, che non portava mai ad esecuzione, poiché si stancava presto di essi; ma con questo una visione chiara dei limiti delle proprie capacità e della superiorità di altri uomini sotto questo aspetto. Dopo molti progetti matrimoniali andati a monte (Elisabetta d'Inghilterra, Maria Stuarda e la nipote di Cristiano, Renata di Lorena), e dopo il tentativo di sposare Anna Hardenberg, fallito per l'opposizione delle famiglie, F. sposò (1572) sua cugina Sofia di Meclemburgo (morta nel 1631), dalla quale ebbe un figlio, Cristiano IV.