FEDERICO III il Saggio, elettore di Sassonia
Nato il 17 gennaio 1463, morto il 5 maggio 1525. Succedette ml 1486 a suo padre, l'elettore Ernesto, nella dignità e nei dominî elettorali, mentre nei rimanenti possessi aveva per conreggente il fratello Giovanni, col quale visse in un ininterrotto accordo. Godeva grande stima nell'Impero per la potenza politica della sua casa, per l'integrità del suo carattere, per la sua cultura, saggezza e prudenza. Nelle lotte per la riforma dell'Impero fu uno dei dirigenti del partito riformista dei principi: ma anche qui egli dimostrò una certa irresolutezza, un'esitanza davanti a misure energiche, che caratterizzarono d'altronde tutto il suo regno. Egli permise che l'imperatore Massimiliano I trasferisse a un'altra dinastia il diritto accordato alla casa di Sassonia sui ducati di Jülich e di Berg, e gli togliesse la tutela sul langravio minorenne Filippo d'Assia. Nell'elezione imperiale del 1519 fu l'unico fra gli elettori che si mostrasse inaccessibile a tutte le corruzioni e che avesse conservato intatta la propria libertà d'azione e fu allora anche proposta dagli altri elettori e infine dalla curia papale stessa la sua candidatura; ma egli rifiutò, ben comprendendo che né la sua potenza né le sue qualità erano all'altezza di una tale carica. Con ciò egli diede il suo contributo alla definitiva elezione di Carlo V. Ma i suoi rapporti col giovane imperatore furono presto turbati per l'atteggiamento preso da lui verso Lutero. Dal 1512 Lutero insegnava all'università di Wittenberg, da F. fondata nel 1502 e sostenuta con tutti i mezzi. Egli vide non più di due volte il grande riformatore, e non è stato il suo primo aderente, come fu asserito: ma, entusiasta degli scritti di Lutero, dopo lo scoppio della sua lotta aperta con Roma gli offrì la sua protezione. Dopo aver risposto con un rifiuto alla domanda della curia che egli consegnasse Lutero, ottenne che il riformatore potesse preseutarsi alla dieta di Worms e gli concesse, prima ancora della proclamazione del bando imperiale, un rifugio sicuro nella Wartburg. Così è da attribuirsi a lui se la Riforma tedesca non fu soffocata nel nascere. Con tutto ciò egli stesso agì con prudenza e professò la nuova religione solo prima di morire.
Bibl.: Th. Kolde, Friedrich der Weise und die Anfänge der Reformation, Erlangen 1881; R. Bruck, Friedrich d. Weise als Förderer d. Kunst, Friburgo in B. 1903; P. Kirn, Friedrich d. Weise und die Kirche, 1926; P. Kalkoff, Die Kaiserwahl Friedrichs IV. und Karls V., Weimar 1925; E. Borkowsky, Das Leben F. d. Weisen, 1929.