MANNUCCI, Federico
Di antica famiglia fiorentina, nacque a Roma il 16 sett. 1848, terzo dei cinque figli di Giuseppe e di Barbara dei conti Zamboni. Il 18 giugno 1870 ottenne il baccellierato in matematica e filosofia e, nel 1873, la laurea in ingegneria presso la romana "Sapienza". Frequentò l'osservatorio del Collegio romano conquistando l'amicizia e la fiducia del p. A. Secchi, che assistette in vari lavori scientifici. Si perfezionò in architettura presso l'Accademia di S. Luca e, quale membro della Società artistica operaia, fondata subito dopo il 1870, insegnò disegno in una scuola serale cattolica. Aveva appena iniziato a svolgere mansioni di ingegnere collaborando con ditte di lavori stradali e ferroviari quando, grazie alla frequentazione della Società della gioventù cattolica italiana e all'amicizia di alcuni ecclesiastici, nel gennaio 1882 Leone XIII lo chiamò a svolgere la funzione di sottoforiere maggiore dei Sacri Palazzi apostolici, che tenne - al servizio di altri tre pontefici - per 47 anni alle dirette dipendenze del foriere maggiore, titolo spettante per tradizione ai marchesi Sacchetti.
Le mansioni del sottoforiere maggiore furono descritte dallo stesso M. nella premessa al suo volume I miei quarantasette anni di sotto-foriere maggiore al servizio dei Sacri Palazzi Apostolici (Roma 1935): "I suoi obblighi sono la custodia, la ordinaria manutenzione e la conservazione di tutti gli edifici appartenenti ai Sacri Palazzi, ha parte attiva nelle nuove opere decretate dal Sommo Pontefice, sia nei progetti, nella direzione della loro esecuzione e nei collaudi finali. Rappresenta il Foriere Maggiore in caso di impedimento o di assenza" (p. 9).
Accanto alla sua funzione istituzionale, il M. dette un importante contributo alla specola vaticana: oltre ad aver avuto, insieme con il p. F. Denza, un ruolo decisivo nella rifondazione della specola (1888-91), ne avviò l'attività e lo sviluppo svolgendovi, fino al 1900, la mansione di assistente per la fotografia. Appena riaperto l'osservatorio sulla torre dei Venti, il M. produsse, su invito della Royal Meteorological Society di Londra, un Atlante fotografico delle nubi che gli meritò una medaglia d'oro e grandi elogi all'Esposizione di fotografia tenutasi in quella città nel marzo 1890. Nel 1891 provvide all'installazione, sulla torre Leonina sul colle Vaticano (oggi torre S. Giovanni), del grande telescopio fotografico "Carte du Ciel". Seguì un soggiorno a Parigi nel 1892 per apprendere l'uso del nuovo strumento.
Tali attività sfociarono nei contributi a stampa: Fotografia delle nubi, in Pubblicazioni della Specola vaticana, I (1891), 1, pp. 95-97; e Descrizione della specola per la fotografia celeste e dei lavori in essa eseguiti, ibid., 2, pp. 85-109 (insieme con G. Lais).
Accanto al lavoro fotografico principale, condiviso con il p. G. Lais, per l'esecuzione del programma fotografico del catalogo e della carta del Cielo assegnato alla specola vaticana, il M. fotografò molte volte anche il Sole, la Luna, i pianeti e oggetti stellari. Per queste sue fotografie la specola vaticana fu insignita con un diploma d'onore alle Esposizioni riunite di Milano del 1894. Sotto Pio X, dopo la nomina del p. J. Hagen a nuovo direttore della specola (1906), il M. diresse i lavori per l'adattamento della nuova sede della direzione, la progettazione e l'installazione della cupola per il grande nuovo telescopio visuale e del ponte di ferro per il collegamento delle due cupole. Quando Hagen realizzò un apparecchio per una nuova dimostrazione della rotazione della Terra, l'isotomeografo, fu ancora il M. che, oltre a coadiuvarlo nella parte tecnica, gli suggerì di servirsi della macchina di Atwood per misurare la deviazione verso Est dei gravi in caduta.
Il M. fu membro stabile delle commissioni preposte alla conservazione dei monumenti storici e artistici della S. Sede, alla Scuola degli arazzi e al santuario di Loreto. Fu lui a promuovere le transizioni imposte dai progressi della tecnica, installando in Vaticano la prima centrale elettrica e sostituendo così con l'illuminazione elettrica quella a gas e con ascensori elettrici quelli idraulici. Provvide inoltre alla costruzione di una residenza estiva per Leone XIII alla sommità del colle vaticano e, su richiesta dello stesso, fece piantare nelle vicinanze un piccolo vigneto. Si adoperò inoltre per portare l'acqua potabile a Carpineto Romano, paese natale del pontefice, rinnovò la centrale termica, realizzò una nuova rete idraulica per la distribuzione dell'acqua potabile negli appartamenti vaticani, potenziò il corpo dei vigili del fuoco e i mezzi antincendio e sostituì le carrozze a cavallo con le automobili.
Tra gli innumerevoli lavori di restauro e consolidamento dei più importanti edifici della S. Sede dentro e fuori del Vaticano, si ricordano l'allestimento di un lazzaretto per un'epidemia di colera (1884); l'Esposizione vaticana per il giubileo sacerdotale di Leone XIII (1888); l'intervento su un pericoloso incendio in un locale adiacente alla Biblioteca (1903); il ricovero in Vaticano di profughi dei terremoti di Messina (1908) e di Avezzano (1915); il trasferimento della Pinacoteca in altra sede (1909); la costruzione del palazzo del Belvedere per abitazioni e uffici (1903-14); la protezione e l'oscuramento del Vaticano contro le incursioni aeree e l'allestimento di un ospedale affidato all'Ordine di Malta per i feriti durante la Grande Guerra; la fondazione del Pontificio Istituto orientale (1917); l'intervento sull'incendio della S. Casa di Loreto e il relativo restauro (1921; a questo intervento è dedicato uno scritto su La miracolosa traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, in Annali della Santa Casa, 1923, pp. 2-11); il contributo all'allestimento dell'Esposizione missionaria mondiale (1925); il nuovo intervento su un altro incendio nella cupola del santuario di Loreto (1926); la fondazione del Museo missionario-etnologico in Laterano (1926); la costruzione di case popolari e di una casa e una scuola nuove delle maestre pie Filippini a Castelgandolfo (1926).
Cavaliere dell'Ordine di Malta e commendatore dell'Ordine di S. Gregorio Magno, nel 1929, dopo essere divenuto cittadino vaticano, su richiesta dei superiori chiese e ottenne le dimissioni dall'incarico e il collocamento a riposo, cui "fu però necessità rassegnarsi" (I miei quarantasette anni…, cit., p. 184). La S. Sede gli concesse di mantenere la nuova cittadinanza, l'abitazione in Vaticano e il titolo di sottoforiere maggiore onorario, e di continuare a essere membro delle commissioni per i beni storici e artistici e per il santuario di Loreto. Negli ultimi anni raccolse le sue memorie.
Il M. morì nella sua abitazione il 22 maggio 1935 e fu sepolto nella chiesa di S. Anna in Vaticano.
Fonti e Bibl.: J. Stein, F. M.: commemorazione, in Atti della Pontificia Acc. dei Nuovi Lincei, LXXXVIII (1935), pp. 226-228; S. Negro, Vaticano minore, Milano 1936, passim; S. Maffeo, Necrologio di F. M., in Id., La specola vaticana. Nove papi una missione, Città del Vaticano 2001, pp. 99-101.