ROSSANO, Federico
– Nacque a Napoli il 31 agosto 1835 da Vincenzo e da Elisabetta.
S’iscrisse alla scuola di architettura presso il Reale istituto di belle arti di Napoli, ma seguì, contro la volontà paterna, i corsi di pittura. Subì l’influenza artistica di Giacinto Gigante e di Filippo Palizzi (Federico Rossano, 2000, pp. 7 s.; Tartaglia, 1996, pp. 8 s.). A partire dagli anni Sessanta partecipò a numerose mostre nazionali, come risulta dai relativi cataloghi. Nel 1861 fu presente all’Esposizione italiana agraria, industriale e artistica di Firenze e nel 1862 all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Napoli (e successivamente, con continuità, fino al 1864, poi nel 1866, nel 1869, nel 1871, dal 1873 al 1875, nel 1877, nel 1892, nel 1893, dal 1896 al 1898, nel 1904, nel 1911 e nel 1912). Nel 1864 partecipò sia all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Palermo (Martorelli, 2012, pp. 15 s.), sia all’omologa manifestazione di Torino (poi anche nel 1880, nel 1892, nel 1893 e nel 1898) e a quella di Genova (in seguito anche nel 1873).
Nei primi anni Sessanta fece parte della scuola di Resina, che, superando la resa minuziosa dei particolari, proponeva un realismo sintetico, attraverso una pittura che procedeva per «macchie» (Tartaglia, 1996, pp. 8, 17 nota 2). Era amico di Adriano Cecioni, Giuseppe De Nittis e Marco De Gregorio (pp. 10, 12, 17 nota 4). Nel 1868 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Firenze (poi anche nel 1869, nel 1870, nel 1874 e nel 1896, come risulta dai relativi cataloghi).
Fra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta alcuni cronisti gli rimproveravano uno stile troppo sintetico e l’assenza di una descrizione minuziosa dei particolari, non comprendendo l’importanza di un’innovazione stilistica antiaccademica come la pittura per «macchie». Altri, al contrario, lodavano la sua capacità di fermare rapidamente nel quadro l’impressione ricevuta davanti alla realtà del paesaggio (pp. 12, 17 note 9-10).
Nel 1872 partecipò all’Esposizione di belle arti di Milano, come risulta dalla relativa guida. L’anno seguente venne premiato all’Esposizione universale di Vienna con una medaglia di seconda classe (p. 18 nota 19). Alla metà degli anni Settanta si trasferì a Parigi, dove grazie a De Nittis iniziò a frequentare vari esponenti del mondo letterario e artistico come Émile Zola, Édouard Manet, Edgar Degas e, in particolare, Camille Pissarro.
Rossano non condivideva gli interessi per la rappresentazione della vita cittadina e mondana con il suo collega pugliese e con i francesi. Le tematiche paesaggistiche, invece, erano spesso le medesime di De Nittis e dei parigini, ma Rossano non adottò le loro inquadrature maggiormente anticonvenzionali e tagliate in diagonale (pp. 12-15, 17 nota 2).
Dal 1876 al 1878 partecipò al Salon di Parigi con il nome Frederico, per errore di francesizzazione; poi, dal 1879 al 1880, con il nome ormai pienamente francesizzato di Frédéric, come risulta dai relativi cataloghi, e in altre edizioni negli anni Ottanta (p. 18 nota 18). Nel 1878 fu presente all’Esposizione universale di Parigi (e anche all’edizione del 1889).
La critica ha ben individuato l’adozione da parte di Rossano di quell’enveloppe di matrice impressionista, e monettiana in particolare, che consisteva nel rendere sfumati e vaporosi i contorni degli elementi del paesaggio, letteralmente ‘avviluppati’ dall’atmosfera luminosa (pp. 15, 18 nota 16).
Nel 1879, pur incluso da Degas fra i partecipanti della quarta mostra impressionista, non vi espose (pp. 15, 18 nota 15). Nel 1880 sposò Zélie Brocheton (Federico Rossano, 2000, pp. 24 s.).
Negli anni del soggiorno francese realizzò vari paesaggi, oggi conservati soprattutto in collezioni private. Fra quelli in collezioni pubbliche, l’olio su tavola Auvers (Seine-et-Oise), di proprietà del Musée municipal de Louviers, rivela come in alcuni quadri dell’artista convivessero le influenze della pittura della scuola di Barbizon e di Camille Corot insieme alle ricerche della scuola impressionista. Anche Paesaggio con covoni (Napoli, Museo nazionale di Capodimonte; C. Borrelli, in Ottocento a Capodimonte, 2012, p. 138) è databile agli anni parigini, ma in questo caso la contemporanea ricerca sperimentale di Claude Monet, su dipinti di analogo soggetto, non sembra aver fornito spunti di ricerca.
Nel 1883 fu presente all’Esposizione nazionale di belle arti di Roma, come risulta dal relativo catalogo. Dai primi anni Novanta si stabilì a Portici con la moglie, e successivamente a Napoli. Dal 1895, per interessamento di Domenico Morelli, fu nominato professore all’istituto di belle arti e dall’anno seguente prese a coadiuvare l’insegnamento nelle sezioni femminili, ma in Italia non riuscì ad avvicinarsi al successo economico degli anni parigini (Tartaglia, 1996, p. 18 nota 20). Partecipò all’Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia nel 1899, e poi nel 1901, nel 1903, nel 1905 e nel 1910, come risulta dai relativi cataloghi. Nel 1911 fu presente all’Esposizione internazionale di belle arti nell’ambito dell’Esposizione internazionale agricola e industriale di Roma (Federico Rossano, 2000, pp. 26 s.).
Morì a Napoli il 15 maggio 1912.
Le sue opere si trovano in varie collezioni pubbliche, fra le quali si segnalano la Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti a Firenze, la Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma - GNAM e il Museo nazionale di Capodimonte di Napoli, oltre che in varie raccolte napoletane, soprattutto private. Più di duecento pitture sono comparse dagli scorsi anni Novanta nel mercato delle aste, con cadenza annuale, mentre sono poche le opere su carta. Vale la pena di menzionare un piccolo busto in terracotta intitolato Ritratto di fanciulla (1887), venduto nel 2008 dalla casa d’aste Blindarte di Napoli, che documenta l’attività di scultore di Rossano, meritevole di un approfondimento negli studi futuri.
Fonti e Bibl.: Roma, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea - GNAM, Archivio bioiconografico, busta R. F., alcuni articoli di stampa; N., Napoli. Società promotrice di belle arti in Napoli, in Il giornale artistico, I (1873), 7, p. 51 (rist. anast. a cura di F. Tempesti, Firenze [1976]); M. T., L’Italia nel recinto delle belle arti all’Esposizione universale di Vienna, ibid., I (1873), 9, p. 67; G.F. Costanzio, Corrispondenze. Napoli. Dell’arte e della XI Esposizione promotrice di belle arti in Napoli, ibid., II (1874), 5, p. 38 e ad ind.; R. Fossataro, F. R., a cura di Alfredo Schettini, Milano 1964; C. Farese Sperken, R. F., in La pittura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1991, p. 997 (con bibliografia); L. Martorelli, ibid., pp. 504-506; C. Tartaglia, F. R., in OttoNovecento, I (1996), 1, pp. 8-18; F. R. (1835-1912), a cura di R. Caputo, Napoli 2000; Dal vero. Il paesaggismo napoletano da Gigante a De Nittis (catal.), a cura di M. Picone Petrusa, Torino 2002 (in partic. C. Farese Sperken, pp. 59, 65 s.; I. Valente, pp. 189 s. e passim, con bibliografia; Ead., schede nn. 77-79; M. Picone Petrusa, schede nn. 80-82, 97); M.T. Giannotti, in La collezione d’arte del Sanpaolo Banco di Napoli, a cura di A. Coliva, Cinisello Balsamo 2004, pp. 198-201 e ad ind.; A. Tecce, ibid., p. 44; S. Frezzotti, in Galleria nazionale d’arte moderna. Le collezioni. Il XIX secolo, a cura di E. Di Majo - M. Lafranconi, Milano 2006, p. 414; C. Palma, in Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Catalogo generale, a cura di C. Sisi - A. Salvadori, II, Firenze 2008, p. 1544; M. Moscatiello, Le japonisme de Giuseppe De Nittis: un peintre italien en France à la fin du XIXe siècle, Bern 2011, pp. 21-23, 25, 50, 128 e ad ind. (con bibliografia nelle note); V. Lanzilli, in La scuola di Resina nella collezione della Provincia di Napoli e da raccolte pubbliche e private (catal.), a cura di L. Martorelli, Napoli 2012, pp. 58 s., 72 s. (con bibliografia); L. Martorelli, ibid., pp. 8, 10-12, 15 s.; Ottocento a Capodimonte, a cura di L. Martino - M. Mormone, Napoli 2012 (in partic. C. Borrelli, p. 138; M.E. Maimone, p. 243; G. Puccio, p. 255); R. Caputo, La scuola di Resina nell’Ottocento napoletano: De Gregorio, R., De Nittis, Cecioni, Belliazzi, Lojacono, Leto, Campriani, Netti, Tedesco, Dalbono, Fortuny, Michetti, Cosenza, Laezza, Gaeta, Monteforte, Santoro, Napoli 2013, ad ind. (con bibliografia nelle note); De Nittis (catal., Padova), a cura di E. Angiuli, Venezia 2013, ad indicem.