SEISMIT-DODA, Federico
Uomo politico, nato a Ragusa, in Dalmazia, il 1° ottobre 1825, morto a Roma l'8 gennaio 1893. Studente all'università di Padova, fece parte attiva del gruppo del caffè Pedrocchi. Inviso alla polizia austriaca, nel 1847 fu imprigionato quindi relegato in domicilio forzato a Trieste. Quando Venezia insorse (marzo 1848), riuscì a penetrarvi e offrì i suoi servigi al governo provvisorio. Combatté sotto le mura di Treviso, poi a Vicenza, in qualità di aiutante di campo dell'Antonini, che seguì a Milano. Esulato a Lugano, dopo la resa di quella città (agosto 1848), passò in Francia e nel Belgio, fino a quando, tornato in Italia nell'ottobre, andò a Firenze e collaborò all'Alba. Tornata la restaurazione granducale (aprile 1849), si trasferi a Roma e fu valoroso combattente nella difesa contro i Francesi. Caduta la Repubblica Romana, esulò in Grecia (agosto 1849). Nel marzo del 1850 si rifugiò in Piemonte e collaborò alla Concordia, al Progresso, infine al Diritto. Per molti anni rimase appartato dalla vita politica, fino a quando (1865) fu eletto deputato per il collegio di Comacchio per la IX legislatura. Alla camera si occupò di preferenza di questioni finanziarie, e quando la sinistra, a cui apparteneva, salì al potere, fu dal Depretis, ministro delle Finanze, scelto come suo segretario generale (aprile 1876), dimettendosi nel novembre del 1877 per essere dissenziente dalle convenzioni ferroviarie. Nel marzo del 1878 entrò come ministro delle Finanze nel gabinetto Cairoli, rimanendo in carica fino al 16 dicembre successivo. Fu uno degli avversarî del cosiddetto trasformismo organizzato dal Depretis. Andato di nuovo alle finanze col gabinetto Crispi (9 marzo 1889), fu costretto a dimettersi per un discorso irredentista. Da allora si ritrasse a vita privata.
Bibl.: L. Carpi, Il Risorgimento italiano, Milano s. a, III.