FEDERICO VI re di Danimarca e di Norvegia
Nato a Copenaghen il 28 gennaio 1768 da Cristiano VII e dalla regina Carolina Matilde, sorella di Giorgio III d'Inghilterra, morto ivi il 3 dicembre 1839. Durante la fanciullezza fu spettatore delle tristi condizioni del suo paese, dove successivamente tre ministri, Bernstorff, Struensee e Guldberg, avevano quasi usurpato il potere sovrano, approfittando della demenza del re. A sedici anni il principe, con un colpo di stato, assunse le redini del governo danese, da lui retto, da allora in poi, per cinquantacinque anni. Anche prima di salire al trono per la morte del padre (13 marzo 1808), egli introdusse utili riforme, portando il paese a grande prosperità, specialmente per il forte impulso dato alla marina mercantile. Durante le guerre napoleoniche, fu costretto a una neutralità armata; ma quando Napoleone I proclamò, dopo la pace di Tilsit (9 luglio 1807), il blocco continentale, la Danimarca fu improvvisamente aggredita dall'Inghilterra, che bombardò Copenaghen per mare e per terra, impadronendosi della flotta danese (settembre 1807). Federico VI, che nutriva viva ammirazione per Napoleone I, si alleò segretamente con lui, ottenendo che un corpo d'esercito, composto di Francesi e di Spagnoli, comandato dal Bernadotte, lo aiutasse nella lotta, non solo contro gl'Inglesi, ma contro Gustavo IV di Svezia, che nel febbraio del 1809 aveva dichiarato guerra alla Danimarca. Organizzati due eserciti, uno comandato dal Bernadotte, l'altro dal principe Cristiano Augusto d'Augustenburg, governatore della Norvegia, destinati rispettivamente a operare nella Svezia meridionale e occidentale, Federico VI si vide ingannato da entrambi, poiché Cristiano Augusto attese che il re svedese fosse detronizzato per salire a quel trono (10 dicembre 1809), e alla morte di lui (1810) il Bernadotte ne assunse la successione. Di questo stato di cose volle trar profitto lo zar Alessandro I di Russia, che per assicurarsi la neutralità della Svezia nell'imminente guerra contro Napoleone, concluse col nuovo re il trattato di Abo (ottobre 1812), promettendogli la conquista della Norvegia. Federico VI rifiutò e rimase fedele all'imperatore, anche dopo i disastri del 1813, anche dopo la battaglia di Lipsia. Ne approfittò il Bernadotte per penetrare in Danimarca alla testa di un esercito composto di Russi, di Prussiani e di Svedesi, e costringere lo sfortunato monarca alla pace di Kiel (14 gennaio 1814), con la quale egli cedeva la Norvegia in cambio della parte svedese della Pomerania. Da parte sua, l'Inghilterra s'impadroniva dell'isola di Helgoland. Federico VI assisté al congresso di Vienna, in cui ottenne il ducato di Lauenburg, invece della Pomerania svedese. Nei successivi anni il monarca, che godeva fra i suoi sudditi di una grande popolarità, attese a restaurare le finanze e l'industria, del tutto rovinate per i disastri della guerra. E vi riuscì in gran parte, con una saggia amministrazione. E poiché la Danimarca nel 1830 aveva seguito l'esempio degli altri popoli europei anelanti a riforme liberali e costituzionali, il 15 maggio 1834 concesse egli pure istituzioni in questo senso, creando quattro diete provinciali e accordando una più larga libertà di stampa.
Bibl.: S. B. Thrige, F.'s VI. Histoire, Copenaghen 1891; M. Rubin, F. VI's Tid, Copenaghen 1895; C. F. Hollen, Vom dän. Hofe, Erinn. aus d. Zeit F.'s VI, Christians VIII u. F.' VII, Stoccarda 1900.