Fedro (Fad¿¿¿; Phaedrus)
(Φαῖδρος; Phaedrus) Dialogo di Platone in cui Socrate confuta il paradosso di Lisia secondo il quale bisogna cedere a colui che non è innamorato. L’amore in quanto passione irrazionale sembra indurre alla rovina, ma le diverse forme di mania (profezia, divinazione, ispirazione poetica e delirio erotico) sono doni divini e producono beni. Per descrivere la divinità e l’immortalità dell’anima Socrate ricorre al mito dell’auriga che deve condurre un carro alato trainato da due cavalli: uno, bianco e temperante, tende verso le cose immortali; l’altro, nero e protervo, verso quelle mortali. L’anima, naturalmente alata, perde le ali allontanandosi da ciò che è bello e buono, dalla perfezione dell’iperuranio; l’amore può farle rinascere. Diversamente dalla retorica di Lisia, che ha di mira la verosimiglianza e l’opinione della moltitudine, la dialettica è ricerca della verità; la scrittura, inventata dal mitico Theuth, con le sue tecniche retoriche, è un ostacolo e non un ausilio per chi pratica la filosofia.