FELCI (lat. scient. Filices)
Con questo nome si designa un gruppo di Embriofite, provviste di fasci fibro-vascolari, dette Crittogame vascolari oppure Pteridofite (dal genere Ptens che è uno dei principali di questo gruppo) e anche Protallogame (perché provviste di protallo). Oltre alle Felci propriamente dette, che costituiscono la classe delle Filicine, rientrano nel gruppo delle Pteridofite altre due classi, cioè le Equisetine e le Licopodine. Le Felci sono piante in gran parte umbrofile, che preferiscono vivere nei boschi, sui vecchi alberi, nelle fessure delle rocce e dei vecchi muri, talora anche nelle grotte e nei pozzi; talune si trovano a preferenza nelle torbiere, presso le sorgenti o negli stillicidî d'acqua; le Idropteridi (v.) sono acquatiche. Parlando di Felci la mente ricorre più facilmente ad alcune delle nostre specie più frequenti, quali felce maschio, felce femmina, felce dolce, felce aquilina, cedracca, capelvenere (v.), oppure a specie esotiche, ornamentali, talora di gran mole, che provengono per lo più dai paesi caldi. Le Felci nostrali sono tutte erbacee, ma nei paesi caldi ve ne sono anche di arboree nei generi Alsophila, Cibotium, Cyathea, Dicksonia e altre. Escluse le Idropteridi, il gruppo delle Felci comprende 142 generi con circa 5860 specie; la maggior parte di esse vivono nelle zone calde e temperate poche in quelle fredde.
Le Felci propriamente dette sono isospore (cioè con spore d'una sola forma); hanno generazione alternante, di cui l'una produce spore per via asessuale, ed è la pianta a organi vegetativi bene sviluppati che raggiunge dimensioni maggiori (sporofito), l'altra con organi sessuali maschili e femminili, però a organi vegetativi ridottissimi (protallo), è di modesto sviluppo tanto che spesso si sottrae alla nostra attenzione (gametofito). Nello sporofito l'apparato vegetativo è costituito da un cormo trimembro con radici, fusto talora breve oppure rizomatoso e foglie picciolate, a lembo variamente conformato e diviso, spesso assai grande. In talune specie esotiche si sviluppano sulle foglie dei germogli avventizî (Asplenium viviparum ecc.), dei bulbilli (Cystopteris bulbifera ecc.) o degli stoloni (Asplenium sp.), che riproducono la pianta. Le nervature delle foglie si ramificano secondo determinati tipi caratteristici: forcuto o palmato, a rami liberi o anastomosati a rete, con vene ultime talora terminanti a fondo cieco nelle maglie della rete. Si distinguono così: una venatio sphenopteridis come nel capelvenere, una venatrio sphenopteridis come nell'Asplenium adiantum nigrum, una venatio gonopteridis come nell'Asplenium esculentum, ecc.
Nella pagina inferiore o al margine del lembo fogliare si producono gli sporangi (o meglio sporoteci, parché non sono omologhi agli sporangi delle Tallofite); questi traggono origine dalle cellule epidermiche quindi sono omologhi ai peli e generano nell'interno le spore. Gli sporanei sono spesso riuniti in gruppi detti sori; essi possono essere nudi oppure ricoperti da un'espansione dell'epidermide che si dice indusio, in altri casi è il margine arrotolato della foglia che costituisce una copertura di protezione (falso indusio). Gli sporangi maturi si aprono per una fenditura trasversale o più raramente longitudinale e la presenza d'uno speciale anello elastico facilita la fenditura e l'uscita delle spore; le Ofioglossacee e molte Marattiacee mancano però di questo anello. Le foglie che portano gli sporangi si dicono sporofilli; nel maggior numero dei casi tutte le foglie possono diventare sporofilli, in altre soltanto una porzione della foglia oppure soltanto una parte delle foglie, più o meno profondamente modificate, divengono sporofilli, mentre le rimanenti restano sterili, comincia quindi per tal modo una differenziazione fra le foglie vegetative e le foglie riproduttive.
Il gametofito presenta un protallo, per lo più a forma di laminetta, che si abbarbica al terreno con tenui peli radicali; sulla sua pagina superiore compaiono gli organi sessuali, cioè anteridî o spermatangi ed archegonî od ooangi. Entro agli anteridî si formano gli spermî, cigliati, che vanno a fecondare la oosfera, la quale è contenuta nel ventre dell'archegonio e dopo fecondata produce un embrione che dà origine allo sporofito sopra descritto; questo embrione, per quanto analogo a quello delle Fanerogame, o Spermatofite, ne differisce perché si sviluppa subito producendo il cormo o sporofito; invece in queste attraversa un periodo più o meno lungo di quiescenza nel seme, soltanto nelle Ofioglossali esso può restare sotto terra per un anno intero.
Il protallo, dopo avere nutrito l'embrione nella sua prima fase di sviluppo, di solito scompare, tranne in poche specie, come Gymnogramme leptophylla, ove dà luogo a branche avventizie che producono nuovi protalli. Nelle Ofioglossali e nelle Marattiali il protallo vive in simbiosi col micelio di un fungo. In talune Felci (Pteris cretica e Aspidium filix mas var. cristatum tra le nostrali) si ha apogamia, cioè il protallo invece di dar luogo ad archegonî con oosfere, produce gemme avventizie, che si sviluppano in nuove piante. In altri casi (ad es. Athyrium filix-foemina var. clarissima) vi può essere aposporia, cioè formazione di protalli su segmenti di foglie, in luogo di sporangi. La struttura anatomica dei fusti delle Felci si avvicina a quella delle Monocotiledoni per la mancanza di accrescimenti annuali in spessore. Si ha un cilindro legnoso costituito:1. di elementi meccanici ispessiti (sclerenchima), di colore bruno o quasi nero, formanti placche o anelli variamente disposti; 2. di fasci vascolari concentrici con vasi acquiferi scalariformi nella porzione legnosa centrale, e tubi cribrosi nella porzione librosa periferica. Dal cilindro centrale si staccano i fasci che vanno alle foglie, dopo aver fatto un percorso più o meno lungo nella porzione corticale. A seconda della complessità del fusto, si possono avere uno o più fasci concentrici provvisti della relativa endodermide, cioè fusti monosteli o pluristeli. sul fusto si producono anche indefinitamente delle radici avventizie.
Seguendo le più recenti classificazioni, possiamo dividere la classe delle Filicine o Felci in senso lato nelle seguenti sottoclassi e ordini: a) Sottoclasse Filicine eusporangiate. - Sporangi provenienti da un intero gruppo di cellule fogliari. Parete dello sporangio maturo formata da più strati di cellule. Si divide in due ordini: Ofioglossacee e Marattiacee. b) Sottoclasse Filicine leptosporangiate. - Sporangi provenienti da una sola cellula epidermica della foglia. Parete dello sporangio maturo formata di un solo strato di cellule. Si divide in due ordini: Omospore (spore di una sola forma) o Felci ed Eterospore (spore di due forme) o Idropteridi.
L'ordine delle Ofioglossacee (v.) comprende in tutto il globo 3 generi con circa 30 specie e in Italia 2 generi con 5 specie; quello delle Marattiacee 5 generi con circa 53 specie, tutte esotiche. Le Felci propriamente dette comprendono 8 famiglie: Imenofillacee, Ciateacee, Polipodiacee, Parkeriacee, Matoniacee, Gleicheniacee, Schizacee e Osmundacee. La più numerosa (2/3 delle felci note) è quella delle Polipodiacee; essa è rappresentata nella flora italiana da 16 generi con 44 specie. Le Imenofillacee e le Osmundacee, largamente rappresentate fra i tropici, da noi hanno per ciascuna un solo genere con una sola specie; le altre famiglie non sono rappresentate nella flora italiana. Infine le Idropteridi, comprendono 5 generi con circa 80 specie e in Italia hanno 4 generi con 7 specie complessivamente.
Le Felci sono spesso piante assai ornamentali e perciò coltivate nei giardini; alcune hanno pure proprietà medicinali e la più importante tra le nostrali è la felce maschio.
V. tavv. CLXI e CLXII.