ACQUADIA (Acquadies), Felice
Nacque a Campagna (Terra di Lavoro) il 1 dic. 1635, da Giovan Battista, che morì combattendo a favore della Spagna nel 1648, e da Fillide Mollis. Dal 1657 studiò giurisprudenza presso l'università di Napoli, ottenendovi la laurea in utroque nel 1662. Nello stesso anno e nella stessa università ricoprì, quale lettore incaricato, la cattedra "vespertina di canoni". Nel 1665 vinse una lite contro i suoi colleghi Monachetti e Cassiano, lettori di istituzioni civili, e F. Verde, cattedratico di diritto canonico. Ricoprì poi, via via, quale titolare, le cattedre, sempre più importanti, di "Pandette" (1667), "Testo, Glossa e Bartolo" (1677), "primaria di ius canonico della mattina" (1683), "primaria di ius civile della sera" (1689). Nominato conte palatino nel 1679 fu incaricato di dirigere un' "accademia" organizzata per l'apertura dell'anno scolastico. Contro il divieto delle prammatiche, inibenti ai lettori regi l'esercizio di studi privati, ne tenne in casa propria uno, frequentato da un paio di centinaia di studenti (1680).
Il Vico ricorda che, recatosi intorno al 1684, per la prima e sola volta all'università, entrò nell'aula dell'A. nel momento in cui questi ricordava Ermanno Vulteio come "il migliore di quanti mai scrissero nelle istituzioni civili","la qual parola" - aggiunge il filosofo - "riposta dal Vico in memoria fu una delle principali cagioni di tutto il miglior ordine dei suoi studi" (G. B. Vico, Autobiografia, pp. 6-7).
Pare che l'A. non pubblicasse nulla. Ad un Alessandro Acquadia, pure di Campagna, e probabilmente suo congiunto, e non a lui, è dovuta un'allegazione pubblicata a Napoli nel 1664, Iuris et facti nota pro illustrissimo ac reverendissimo domino episcopo campaniensi et satrianensi contra barone": et Universitatem Torrae Salviae.
Morì tra il 1695 e il 1696, certamente prima del 29 febbr. 1696, giorno in cui gli venne dato come successore nella cattedra di "ius civile della sera" Domenico Aulisio.
Bibl.: G. B. Vico, Autobiografia, a cura di B. Croce e F. Nicolini, Bari 1929, pp. 6-7; N. Cortese, L'età spagnuola, in Storia dell'Università di Napoli, Napoli 1924, pp. 231, 337, 340, 388, 395,427; F. Nicolini, Uomini di spada di chiesa di toga di studio ai tempi di Giambattista Vico, Milano 1942, pp. 28-29.