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BISAZZA, Felice

di Francesco Luigi Oddo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10 (1968)
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BISAZZA, Felice

Francesco Luigi Oddo

Nacque a Messina il 29 genn. 1809 da Vincenzo, commerciante in grani, e da Angela Maria dei baroni Marino. Il tracollo finanziario del padre non impedì che il B. frequentasse il R. Collegio Carolino di Messina, riservato ai figli dei cittadini più in vista per nobiltà e censo. Qui venne presto rivelando le sue disposizioni alla improvvisazione in versi e, deludendo l'aspettativa del padre, che lo avrebbe voluto avvocato, si diede quindicenne agli studi letterari, che condusse da autodidatta, con ampiezza più che con profondità e sistematicità di interessi.

Con la collaborazione in prosa e in versi a numerosi giornali, prima messinesi poi della Sicilia e del continente, acquistò una sempre più larga e buona notorietà per tutta Italia. Consensi e incoraggiamenti come quelli del Maffei gli guadagnò la pubblicazione di una sua prima raccolta di saggi di traduzione e di liriche originali,Saggi poetici (Messina 1831), la quale, come non dava alcuna ombra al governo così non dava sospetto agli zelanti classicisti, quasi assoluti dominatori della scena letteraria e culturale isolana e napoletana. Il giovane messinese, il quale aveva fra i suoi Saggi pubblicato Il Settentrione (nel solco della posizione antiromantica di tipo montiano e foscoliano), doveva, il 27 sett. 1832, a un anno di distanza, pronunciare nell'Accademia Peloritana un ardito, anche se conciliante e misurato, atto di adesione ai fondamentali principi e alle più caratteristiche tendenze del romanticismo lombardo.

Il Discorso sul Romanticismo, pubblicato a Messina nel 1833, non originale, né profondo, ma storicamente importante, considerato l'ambiente culturale isolano, nel quale provocò una feconda eccitazione, era stato certamente meditato da tempo su quei testi, talvolta solo clandestinamente penetrati in Sicilia, quali la Lettera semiseria di G. Berchet, gli Inni Sacri, le tragedie, i cori, i Promessi Sposi, la Lettre à M. Chauvet del Manzoni, i principali romanzi storici in voga, le creazioni dei più misurati romantici italiani e stranieri, dei quali il B. cita nel Discorso opere e passi. Il B. ritiene che del tanto deprecato romanticismo, sfavorevolmente accolto in Sicilia anche negli ambienti culturali meno reazionari e misoneisti, molto si possa e debba accogliere, pur nel rispetto della illustre tradizione italica e dei valori universali civili e religiosi. Fu così alla testa della esigua, ma coraggiosa schiera di romantici siciliani. Non mancarono, com'era prevedibile, le riserve, come quelle del Gabinetto letterario di Messina, né le battute polemiche, come quelle di Letterio Stagno che, in un dialogo pubblicato sul Maurolico di Messina, avrebbe presentato il B. nelle vesti di uno Stravoltino entusiasta della Malibran, né i volgari insulti, come quelli del trapanese Salvatore Costanzo nel Poeta romantico (Trapani 1835), dialogo fra un romantico, Lionello (il B.), e un classicista, Maurizio. Lodi e sostenitori il B. trovò fra i redattori dell'Antologia e, in Sicilia, specialmente fra quelli dello Stesicoro di Catania (1835). Né il B. stesso mancò di rimbeccare gli avversari in una Risposta pubblicata a Palermo nel seguente anno.

Intanto nuovi sinceri consensi riscuotevano, soprattutto fuori di Sicilia, dal Niccolini, dal Mamiani, dal Vannucci, dal Lampredi e da altri letterati del tempo, le pregevoli traduzioni che il B. veniva da tempo preparando, e che si possono annoverare tra le sue cose migliori.

La Morte di Abele, di S. Gessner (Messina 1834, Napoli 1836), fu ritenuta una delle migliori traduzioni italiane di quel testo, benché non direttamente dal tedesco, e L'Apocalisse (Messina 1837) fu scelta dal Passigli per i suoi Volgarizzamenti poetici della Bibbia. In queste, come nelle traduzioni di alcuni frammenti di Isaia, della Pro Archia di Cicerone, del poemetto latino L'acqua, erroneamente creduto del De Caro, e così via, abbiamo dei documenti indiscutibili del continuo affinarsi nel B. del gusto letterario, di una viva sensibilità artistica, ma, non meno, di una sua valentia nell'interpretare finemente e rendere fluidamente sentimenti e immagini altrui, maggiore della sua autentica forza ed originalità, i cui limiti appaiono evidenti pur tra la variegata inventiva e l'ubertà linguistica.

Recatosi per la prima volta a Napoli nel 1835, il B. vi dimorò quasi un anno, collaborando ai più importanti giornali di quella città, ma era costretto ad allontanarsene per avere alluso amaramente alla situazione della patria e al dispotismo borbonico in due poesie per la morte di una fanciulla senese e in altra per la monacazione della sorella Maddalena (nella quale si avverte qualche eco della canzone leopardiana alla sorella Paolina). A partire dalla dedica dell'edizione napoletana della Morte di Abele (1836) a Ferdinando II, il B. si ritraeva, però, anche se con un segreto disagio, da ogni manifestazione di sia pur cauto liberalismo, e per ragioni di pratica opportunità e, fors'anche, per una specie di deliberata consegna della sua esistenza esclusivamente agli studi, all'insegnamento, alle pratiche religiose.

Accoglieva quindi questa o quella profferta lusinghiera del governo, specialmente dopo la rivoluzione siciliana del '48, e otteneva la cattedra di lingua e letteratura italiana nell'università di Messina, un'alta onorificenza, una pensione e il titolo di poeta cesareo. L'estro e la maturazione letteraria sacrificava troppo spesso alla prolissa e prosaica narrazione in versi, alla compiaciuta pateticità, alla insistente e banale proclamazione della sua fede religiosa e dei suoi principî morali.

Da questa fase artistico-letteraria d'un romanticismo moralistico e devozionale traggono vita due raccolte alle quali era destinato un notevole successo italiano ed europeo: Leggende ed ispirazioni (Messina 1841), in cui, soprattutto per le novelle in versi della prima parte, il B. è sotto l'influenza del linguaggio più trasandato e delle immagini più convenzionali del Grossi, del Pellico, del Prati, del Parzanese, dell'Aleardi, non senza riecheggiamenti di altri poeti come Hugo e Lamartine; Fede e dolore (Napoli 1863), in cui il B. insiste sulla riflessione moralistica e religiosa: motivi quasi sempre risolti nella sentimentalità della preghiera se non nella meccanicità della giaculatoria, ove si eccettuino fugaci palpiti di sincero affetto o di austero sdegno. Nel 1858, nell'università di Messina, pronunciò un discorso Della letteratura poetica,sotto il doppio aspetto della rappresentazione e della purificazione, che è una teorica del suo moderato romanticismo religioso e moralistico, benché con maggiore maturità di esperienze di vita artistica e di concezioni letterarie che nel discorso del 1832.

Nei limiti della sua intransigenza confessionale e della sociale convenienza, dati i numerosi attacchi, come quelli del Don Marzio, per la sottomissione e l'adesione al precedente regime, il B. rese misurato omaggio agli uomini e ai fatti dell'unificazione italiana, avvenimento sinceramente auspicato fin dalla più lontana giovinezza e, sempre continuando nell'insegnamento universitario, partecipò nel 1865 alle celebrazioni dantesche, con versi ritenuti particolarmente belli.

Il B. morì a Messina il 30 ag. 1867.

Il municipio di Messina ne collocò nel 1872 le ossa in una monumentale tomba, accanto ai resti degli illustri conterranei amici La Farina e Natoli, e pubblicò nel 1874 i suoi scritti, anche per soccorrerne l'indigente famiglia: Opere di F. B. da Messina, Messina 1874, in tre volumi, integrate da Scritti inediti e rari..., a c. di N. Castagna, Napoli 1887.

Fonti e Bibl.: F. Minolfi,Intorno ai giornali ed alla odierna cultura siciliana..., Palermo 1837, pp. 79, 86; C. De Ribas,Biografia del... poeta F. B. da Messina, s.l. né d. (ma Napoli 1842); G. Pitré,Nuovi profili biografici di contemp. italiani, Palermo 1868, pp. 189-196; S. Ribera,Biografia di F. B., in Opere di F. B. da Messina, I, Messina 1874, pp. 5-23; E. Lombardi,Prolusione,ibid., pp. 39-50; G. Di Pietro,Illustrazione dei più conosciuti scrittori contemporanei siciliani..., Palermo 1878, pp. 270-72; P. Preitano,Biografie cittadine, Messina 1881, pp. 83-97; N. Castagna,Alcuni ricordi intorno a F. B., in Scritti inediti e rari di F. B...., Napoli 1887, pp. 17-63; A. Maurici,IlRomanticismo in Sicilia, Palermo 1893, pp. 58 ss., 82 s., 90; G. Arenaprimo,La stampa periodica in Messina dal 1676 al 1860, Messina 1893, pp. 52 s.; Scritti di Francesco Guardione, II, Palermo 1897, pp. 215-51; A. Maurici,L'indipendenza sicil. e la poesia patriottica, Palermo 1898, pp. 45 s.; Id.,La lirica civile in Sicilia nella prima metà del sec. XIX, Palermo 1905, p. 19; G. Gentile,La cultura siciliana, in La Critica, XIII (1915), p. 128; M. Tosti,F. B. e il movimento intellettuale in Messina nella prima metà del sec. XIX, Messina 1921; F. Guardione,F. B. prima del 1848, in L'Ora, 8 febbr. 1928; L. Gebbia,La Sicilia in alcuni suoi poeti lirici del sec. XIX, Piazza Armerina 1928, pp. 73-87; U. Bosco, in Encicl. Ital., VIII, Milano 1930, p. 90,sub voce; R. Bisazza, F. B., in Malta letteraria, n.s., VI (1931), pp. 241-46; F. Guardione,Presentazione di F. B., in Iltrionfo di Scipione, Palermo 1937, pp. 1-4; M. T. Di Gregorio,Bibliografia di F. B. (con lett. ined.), tesi di laurea, anno accad. 1950-51 (conservata alla Bibl. Naz. di Palermo); E. Di Carlo,F. B. ed Agostino Gallo, in Sicilia del Popolo, 12 genn. 1950; Id.,B. e Pitré..., in Arch. storico messinese, s. 3, LIX (1953-54), pp. 157-73; C. Mandalà,La pubblicistica in Sicilia dal 1830 al 1835, in La Sicilia verso l'unità d'Italia, Palermo 1960, pp. 112-15, 122 s., 127 s., 130, 134 ss.; L. Torneucci,Ilcontributo di Messina al Risorg. ed all'Unità d'Italia, in Arch. stor. messinese, LX-LXI (1959-61), pp. 14, 16, 50.

Vedi anche
Giuseppe La Farina Uomo politico e storico (Messina 1815 - Torino 1863). Repubblicano, prese parte, in Sicilia, ai moti del 1837 e alla rivoluzione del 1848. Esule in Francia e poi a Torino, aderì (1856) alla monarchia e fu collaboratore di Cavour. Inviato (1860) in Sicilia per promuoverne l'annessione al Piemonte, fu ... Cannizzaro, Tommaso Poeta italiano (Messina 1838 - ivi 1921); garibaldino, più che per le traduzioni e qualche studio critico, è noto per i versi italiani, siciliani e francesi: Ore segrete (1862); In solitudine (1876); Tramonti (1892); Gouttes d'âme (1892); Vox rerum (1900). Martino, Gaetano Uomo politico italiano (Messina 1900 - Roma 1967), appartenente a famiglia di tradizioni liberali. Professore univ. di fisiologia umana, insegnò dal 1930 al 1934 nell'univ. di Asunción, dal 1934 all'univ. di Messina (di cui fu rettore dal 1943) e dal 1957 all'univ. di Roma (di cui fu rettore dal 1966). ... Pàscoli, Giovanni Pàscoli, Giovanni. - Poeta (San Mauro, od. San Mauro Pascoli, Giovanni, 1855 - Bologna 1912). Con la sua ricerca linguistica audacemente sperimentale, Pascoli, Giovanni aprì la strada alla rivoluzione poetica del Novecento. Con la raccolta Myricae, la poesia italiana sembra scrollarsi di dosso le incrostazioni ...
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    Poeta (Messina 1809 - ivi 1867), di facile vena romantica. Una qualche fama conseguì con le traduzioni (Morte di Abele di S. Gessner; L'Apocalisse); meno importanti le liriche: Saggi poetici, 1831; Leggende e ispirazioni, 1841; Fede e dolore, 1863. È suo una sorta di manifesto letterario romantico (Del ...
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    Enciclopedia Italiana (1930)
    Nato a Messina il 29 gennaio 1809, ben presto si fece conoscere come leggiadro poeta con numerosi componimenti pubblicati su giornali, che poi raccolse nei suoi Saggi poetici (Messina 1831). Ma assai maggior fama conseguì con la traduzione, o meglio imitazione, condotta su precedente versione in prosa, ...
Vocabolario
felice
felice agg. [lat. felix -īcis, dalla stessa radice di fecundus, quindi propr. «fertile»]. – 1. Che si sente pienamente soddisfatto nei proprî desiderî, che ha lo spirito sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo...
feliciano
feliciano agg. – Relativo a personaggi di nome Felice. In partic.: 1. Suore f., le suore di s. Felice da Cantalice, pia unione fondata (1855) in Varsavia dal cappuccino B. Szimanski e organizzata in terz’ordine francescano, per istruzione...
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