FONTANA, Felice
Naturalista e fisiologo, nato il 15 aprile 1730 a Pomarolo (Trento), morto a Firenze il 19 marzo 1805. Fu professore nelle università di Roma e di Pisa. Nel 1765, il granduca Pietro Leopoldo II lo chiamò a Firenze nominandolo contemporaneamente fisico di corte e direttore del gabinetto di fisica del palazzo Pitti. Per questo riunì ricchi materiali nostrani ed esotici, di animali, di piante, di minerali, di rocce, ma soprattutto preparò una superba raccolta di cere che illustrano l'anatomia dell'uomo, raccolta che ebbe fama mondiale e che costituisce ancor oggi il pregio maggiore delle ricchissime collezioni del museo fiorentino. I sentimenti di generoso patriottismo acquistarono al F. l'amicizia di Vittorio Alfieri; fu trattato con riguardo dai Francesi vittoriosi in Italia, invece gli Austriaci lo arrestarono al loro ingresso in Firenze. Fu sepolto in Santa Croce.
Vasta, complessa e del più alto valore è l'opera scientifica del F. Studiò i movimenti dell'iride, scoperse e descrisse lo spazio dell'angolo dell'iride che porta il suo nome (spazio del Fontana), portando un notevole contributo allo studio del sistema linfatico; s'occupò del problema dell'irritabilità che era stato posto da A. Haller, fece una serie d'espenenze sull'irritabilità muscolare e sui riflessi, sull'anatomia e fisiologia dell'orecchio, sui movimenti del cuore; precorse la moderna tecnica istologica attaccando i tessuti con acidi e alcali o colorandoli con tinture adatte; studiò gli elementi figurati del sangue, la struttura del cervello e dei nervi (di cui scoperse il cilindrasse e la guaina mielinica); indagò gli effetti della compressione e della sezione dei nervi, scoprì al microscopio la rigenerazione delle fibre nervose recise; osservò e descrisse la striatura della fibra muscolare e giunse alla scoperta (generalmente attribuita al botanico R. Brown) del nucleo delle cellule; studiò la fine anatomia dei capelli, dell'epidermide, delle unghie, delle ossa, dello smalto e dell'avorio dei denti. Sono classiche le sue ricerche nel campo della tossicologia, particolarmente quella sul veleno della vipera e l'altra su alcuni veleni vegetali (curaro, lauroceraso). Zoologo e parassitologo, studiò l'Anguillula aceti (sostenendo che è vivipara e non ovipara), la ruggine del frammento e le idatidi del cervello, dimostrandole causa della malattia del capostorno. Studiando il problema dello sviluppo, seguace dell'epigenesi, combatté la teoria della preesistenza dei germi nella dottrina della generazione. Fisico e chimico, può essere considerato come il fondatore della gasometria, avendo ideato, per lo studio dei gas, una specie d'eudiometro; eseguì ricerche sull'ossido d'azoto e sull'ossigeno; scoperse il gas d'acqua, tentò anche d'introdurre nella pratica industriale la preparazione dell'idrogeno dal vapor acqueo e ferro rovente; a lui si deve infine, in questo campo, la scoperta del potere assorbente del carbone.
Scritti principali: Dei moti dell'iride, Lucca 1756; De irritabilitatis legibus nunc primum sancitis et de spirituum animalium in movendis musculis inefficacia, Lucca 1767; Ricerche filosofiche sopra la fisica animale, Firenze 1775; Memorie intorno ai globetti rossi del sangue, Firenze 1776; Traité sur le vénin de la vipère, sur les poisons américains, sur le laurier cerise, et sur quelques poisons végétaux, Firenze 1781; Risultati d'esperienze sopra l'elasticità dei fluidi aeriformi permanenti sul mercurio, in Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, Milano 1783; Sopra la luce, la fiamma, il calore e il flogisto, ivi 1783.
Bibl.: F. Ambrosi, Scrittori e artisti trentini, Firenze 1883; G. Cirincione, Rivendicazione a F. F. (1779) della scoperta della guaina mielinica e del cilindrasse dei tubi nervosi, in Acc. med. napoletana, 1890; C. Adami, Nelle onoranze centenarie di F. e Gregorio F., Rovereto 1905 (con elenco completo degli scritti); G. Bilancioni, F. F. trentino e gli studi sull'anatomia e sulla fisiologia dell'orecchio e di altri organi di senso, ecc., in Arch. di storia della scienza (Archeion), XII (1930).