GIOELLI, Felice
Nacque il 2 ag. 1901 ad Alba, nelle Langhe, da Tommaso e da Vittorina Fenoglio. Dopo gli studi secondari, si iscrisse al corso di laurea in scienze naturali nell'Università di Torino, ove O. Mattirolo lo iniziò alle ricerche micologiche, e conseguì la laurea nel 1922. Poco dopo divenne assistente di L. Montemartini nell'Università di Pavia e qui intraprese la carriera scientifica, orientandosi specialmente verso il campo della fisiologia ecologica e della patologia vegetale. Si trovò, peraltro, a dovere interrompere l'attività scientifica in seguito all'allontanamento da Pavia e dalla cattedra universitaria di Montemartini, che, per la sua opposizione al fascismo, venne inviato al confino di polizia; questi solo più tardi trovò generosa ospitalità nell'istituto botanico di Roma, diretto da P.R. Pirotta, ove rimase fino a quando, qualche anno dopo, fu riammesso all'insegnamento e destinato alla cattedra di botanica dell'Università di Palermo. Qui il G. seguì il maestro e riprese, attiva e intensa, l'attività e la produzione scientifica, con lavori di patologia relativi alla cascola dei frutti di mandarino, al flusso mucoso nell'acero e nell'ippocastano, e con lo studio, che avrebbe poi ripetutamente e lungamente ripreso ed esteso, dei processi antagonistici tra Penicillium digitatum e Penicillium Italicum.
Nel 1933 il G. lasciò Palermo per trasferirsi a Padova, nell'istituto botanico allora diretto da G. Gola e nello stesso anno assunse anche l'incarico dell'insegnamento di botanica nella facoltà di scienze della Libera Università di Ferrara. Questa divenne da allora la sua città di adozione, che non lasciò più, neanche quando, nel 1949, gli fu offerta la cattedra di Torino. Durante i quattro anni dell'assistentato a Padova completò diversi lavori impostati sull'antagonismo in Penicillium spp. Nel 1941 divenne ordinario nell'ateneo ferrarese, statalizzato poi, nel 1943; fu preside della facoltà di scienze dal 1942 al 1945, quando, al ritiro delle forze armate tedesche, i comandi alleati gli conferirono le funzioni di rettore (26 luglio 1945), che mantenne ininterrottamente fino al 1955-56; nell'anno 1967-68 tenne poi la presidenza della facoltà di farmacia.
Tutta la carriera del G. si svolse in un periodo - della guerra e del dopoguerra - di particolare penuria di risorse economiche e umane. Solo con un forte impegno organizzativo poté impostare una normale attività di ricerca scientifica e di didattica; riuscì a costituire e guidare un gruppo di collaboratori e a promuovere lo sviluppo accademico della piccola università ferrarese. Finita l'emergenza, l'ateneo ebbe una rapida espansione, con la creazione di nuove facoltà come quella medica, l'ampliamento dei corsi di laurea, la fondazione ex novo di istituti scientifici e una intensa attività edilizia.
L'iniziale povertà e la scarsezza dei mezzi assegnati dallo Stato all'ateneo rallentarono comunque la realizzazione dei progetti del G. tra cui quello che poté essere attuato solo negli anni Sessanta, di sostituire al vecchio istituto, costretto tra le anguste mura del giardino del Paradiso, un moderno e ben attrezzato istituto botanico, con annesso orto, alla cui costruzione si dedicò con fervido entusiasmo.
Già nei primi anni del rettorato era riuscito, con pazienza e abilità a formare il Consorzio fra gli enti pubblici della Provincia di Ferrara destinato a sostenere i programmi dell'università; egli promosse anche una scuola di perfezionamento per l'industria dello zucchero e dell'alcool, sorta nell'ambito della Fondazione Serafino Cevasco, della quale divenne direttore nel 1969; e fu anche presidente dell'Associazione nazionale fra i tecnici dello zucchero.
L'attività scientifica del G. toccò diversi campi della botanica generale e crittogamica, della fisiologia vegetale e della microbiologia; tema ricorrente e a lungo curato, lo studio di materiali biologici destinati a divenire i più idonei alla ricerca, da cui sono derivati fondamentali moderni progressi della genetica e della biologia molecolare.
Nell'ambiente ferrarese il G. non poteva ignorare i problemi connessi alla coltivazione della canapa (Cannabis sativa). Su questa specie dioica, svolse una serie di ricerche riguardanti la fisiologia del trofismo, le concimazioni, il metabolismo dell'acqua, le ceneri e l'utilizzazione pratica. Tuttavia l'aspetto che maggiormente interessò il G. riguardava le differenze fisiologiche inerenti alla sessualità degli individui, dato che le piante maschili (o pollinifere) si caratterizzavano per un'accelerazione metabolica e traspiratoria, dovuta al periodo vegetativo più breve rispetto alle piante femminili (o ovulifere) che assorbono acqua per un tempo più lungo e manifestano esigenze nutritive notevolmente maggiori.
Il gruppo di lavori di carattere embriologico sui generi Nolina, Chamaerops, Aloe, Manihot e su alcune specie di Sterculiacee, oltre che la descrizione dello sviluppo del gametofito femmineo e del polline, contengono osservazioni fisiologiche e teratologiche, coerenti con lo specifico indirizzo scientifico dell'autore.
Un altro filone di ricerca, perseguito nella sede ferrarese, fu quello delle colture in vitro di tessuti, già iniziato fra il 1938 e il 1940: il G. riuscì a coltivare tessuti meristematici secondari tratti dal cambio di diverse specie arboree (Sterculia platanifolia, Ailanthus glandulosa, Ulmus campestris) e ne studiò il differenziamento istologico, gli effetti delle variazioni di composizione del mezzo di coltura e la patologia dei tessuti cambiali in coltura per effetto di alterazioni metaboliche e per la presenza di tossine di parassiti.
Interessato anche alla storia del territorio ferrarese, fu membro e più volte consigliere dell'Accademia delle scienze di Ferrara, presidente della commissione provinciale di storia patria e della commissione provinciale per la protezione delle bellezze naturali. Nel 1960 fu insignito della medaglia d'oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte e successivamente dell'onorificenza di grande ufficiale al merito della Repubblica.
Aveva da poco completato il suo nuovo istituto in corso Porta Mare, quando fu colpito dalla grave emiplegia che lo portò in breve tempo alla morte, il 24 nov. 1970, a Bologna.
Opere: Ricerche sullo sviluppo del gametofito femmineo e del polline nel gen. Aloe, in Lavori del R. Istituto botanico di Palermo, I (1930), pp. 57-75; Il gametofito femmineo e l'evoluzione dell'ovulo in seme in Chamaerops humilis, ibid., II (1931), pp. 3-21; Embriologia di Manihot aesculenta Crant., ibid., pp. 138-146; Contributo alla conoscenza del gametofito femmineo e del polline nelle Sterculiacee, ibid., III (1932), pp. 62-81; Fenomeni di antagonismo tra Penicillium digitatum (pers.) Band. e P. Italicum, in Annali di botanica, XX (1933), pp. 327-346; Sui processi di fecondazione in Phyllostachys nigra, in Nuovo Giornale botanico italiano, XLI (1934), pp. 810 s.; Morfologia, istologia, fisiologia e fisiopatologia di meristemi secondari in vitro, in Atti dell'Accademia delle scienze di Ferrara, XVI (1938), pp. 1-87; Osservazioni fisiologiche sulla canapa: contributi alla conoscenza della fisiologia dei sessi, in Annali di sperimentazione agraria, XI (1938), pp. 111-139; Produzione di tumori per mezzo di Bacterium tumefacienssu colture in vitro di tessuti vegetali, in Nuovo Giornale botanico italiano, XLVII (1940), pp. 452 s.
Fonti e Bibl.: Necr. in Informatore botanico italiano, III (1971), pp. 36-39 e in Università degli studi di Ferrara, Annuario per l'anno accademico 1970-71, Ferrara 1972, pp. 277-280 (A. Drigo); A. Beguinot, Botanica, Milano 1938, ad indicem; A. Bennici, La ricerca sulle culture in vitro di cellule e tessuti vegetali in Italia negli ultimi cento anni, in 100 anni di ricerche botaniche in Italia (1888-1988), Firenze 1988, pp. 299-316.