Orsini, Felice
Patriota (Meldola 1819-Parigi 1858). Affidato alle cure di uno zio a Imola, tentò (1832) di fuggire ad Ancona per arruolarsi con le truppe francesi. Dopo essere entrato nella Compagnia di Gesù di Chieri, si trasferì a Bologna dove si laureò in legge e si iscrisse alla Giovine Italia. Condannato (1844) per aver fondato una nuova società segreta, la Congiura italiana dei figli della morte, fu amnistiato da Pio IX (1846). Dopo aver preso parte alle agitazioni politiche fiorentine (1846-47) fu espulso dalla Toscana. Deputato alla Costituente romana (1849), e commissario a Terracina, Ancona e Ascoli, riparò poi a Nizza. Per incarico di G. Mazzini (1853-54) tentò di indurre alla ribellione Sarzana e la Valtellina; arrestato dagli austriaci, riuscì a evadere dal castello di Mantova (1856) e, recatosi in Inghilterra, vi pubblicò i Memoirs and adventures (1857; poi nel 1858 tradotti con profonde modifiche in italiano). Staccatosi da Mazzini, concepì e mise in atto a Parigi (14 genn. 1858) un attentato contro Napoleone III, convinto che dalla morte dell’imperatore sarebbe scaturita una rivoluzione in Francia e, di conseguenza, anche in Italia. Fallito il colpo, affrontò coraggiosamente il processo e la morte.