FELICITAS
Dea della fertilità e degli eventi felici.
Corrisponde alla greca Εὐτυχία. Ebbe un tempio in Roma poco dopo il 146 a. C., votato da L. Licinio Lucullo, nel Velabro. L'aedes Felicitatis accolse varie opere d'arte, ma bruciò sotto Claudio. Un discendente del fondatore aveva commesso allo scultore Arkesilas una statua della F. per un milione di sesterzi, ma committente e artista morirono prima che fosse compiuta (Plin., Nat. hist., xxxv, 156). Un'altra statua della F. fu fatta fare forse da Pompeo per il culto che istituì insieme con quelli della Venere Vincitrice, di Honos e di Virtus nel teatro da lui eretto (G. I. L., 12, p. 244 e 217). Un'iscrizione (G. I. L., ix, 1154) ricorda una statua di F. d'argento nella città di Aeclanum in Apulia. Un'altra statua di F. esisteva a Fondi, dove si riteneva fosse nato Tiberio (Suet., Tib., 5; cfr. C. I. L., x, 8375). Noi abbiamo raffigurazioni sicure della dea solo su monete. La più antica si trova su un quinario della famiglia Lorna, rappresentante una testa femmimle diademata volta a destra. In età imperiale F. appare generalmente a figura intera, ora seduta, ora stante, spesso appoggiata ad una colonna, talvolta con i piedi su un globo. Suoi attributi sono per lo più caduceo e cornucopia, più raramente caduceo (o patera) e lancia; talvolta ha in mano una piccolaVittoria o un capricorno. Alcuni tipi la mostrano in atto di sacrificare su un altare o accanto ad esso, mentre su un medaglione di Commodo appare seduta ai piedi di un albero, circondata da quattro fanciulli che rappresentano le stagioni. Interessante inoltre la rappresentazione in cui F. dà la mano all'imperatore, su monete di Adriano, Commodo e Geta. A mezzo busto F. appare insieme con la Vittoria su un medaglione d'oro di Postumo. Infine la dea si può riconoscere nella figura femminile con caduceo e cornucopia, a destra in secondo piano, nella scena dell'adventus di Marco Aurelio sull'Arco di Costantino.
Monumenti considerati. - Quinario: E. Babelon, Monn. Rép., ii, p. 149, n. 3. Per le monete imperiali: H. Mattingly-E. A. Sydenham, The Roman Imperial Coinage, Londra 1923-38, indici tipologici; per i varî tipi e leggende: S. W. Stevenson, Dictionary of Roman Coins Republican and lmperial, Londra 1889, pp. 379 ss., 708, 782 s. Arco di Costantino: P. G. Hamberg, Studies in Roman Imperial Art, Upsala 1945, tav. 10, p. 81; J. Aymard, L'"Adventus" de Marc-Aurèle sur l'Arc de Constantin, in Revue des Études Anciennes, lii, Bordeaux 1950, pp. 71-76.
Bibl.: H. Steuding, in Roscher, I, c. 1473 s.; W. F. Otto, in Pauly-Wissowa, VI, c. 2163 ss., s. v.; J. A. Blanchet, in Dict. Ant., II, 2, p. 1031 s.