TRIGO, Felipe
Romanziere spagnolo, nato a Villanueva de la Serena (Badajoz) il 13 febbraio 1864, morto suicida a Madrid il 2 settembre del 1916. Laureatosi in medicina a Madrid nel 1887, fu dapprima medico condotto in Estremadura, poi medico militare a Siviglia. Cominciò la sua carriera letteraria assai tardi, quando, reduce dalla campagna delle Filippine, dove fu gravemente ferito, si ritirò con la famiglia a Mérida. Ivi scrisse i suoi primi romanzi, che gli procurarono quasi all'improvviso grandissima popolarità in tutta la Spagna, sì da indurlo a trasferirsi a Madrid. Scrittore erotico-verista, d'un verismo audace e a volte troppo crudo, spesso trascurato nello stile, rivela però innegabile ingegno e soprattutto un'acuta osservazione della psiche femminile.
I suoi migliori romanzi sono: Las ingenuas, il libro che lo rese improvvisamente noto; La sed de amar (1902); El alma en los labios (1902); La Altísima (1903); La bruta (1904); La de los ojos de color de uva (1905); En la carrera (1906); La llave (1907); Las posadas del amor (1909); Las Evas del Paraíso (1909); Los abismos (1911); El médico rural (1912); Así paga el diablo (1916). Scrisse anche Cuentos ingenuos (1908), racconti brevi; El amor en la vida y en los Iibros (1908), studio. Apparvero postumi: En mi castillo de luz (1917, forse rielaborazione della figlia) e Murió de un beso (1925).
Bibl.: M. Abril, F. T. su vida, su obra, su moral, Madrid 1907.