FELIX (Felix)
2°. - Nome che si trova molto frequentemente su mosaici, specialmente pavimentali e per lo più di abitazioni private, di epoca romana.
Quando tale nome è seguito da un termine di specificazione (così il Felix tesserarius su un mosaico del III o IV sec. d. C., con motivi geometrici, rinvenuto a Falerone - Ascoli Piceno -), o dal verbo fecit, o viene specificata l'officina (com'è il caso per un mosaico di Tossa - probabilmente l'antica Turissa, in Spagna - dove l'iscrizione indica ex officina Felices), in questi casi si tratta del mosaicista. Ma più spesso, quando il nome F. non appare accompagnato da alcun elemento determinante, si deve ritenere piuttosto come una formula d'augurio indirizzata al proprietario della casa. Di dubbia interpretazione è la scritta che si legge in un mosaico di Pompei (Reg. ix, 6, 5): ave quartilia dais salus bis ora gratus archies sps ego felix mei. Pare di comprendere che sia una frase benevola rivolta da Gratus, architetto, a Quartilia, proprietaria della casa: non pare invece si debba ritenere Felix come nome del mosaicista (v. anche fortunatus).
Bibl.: Mosaico di Falerone: G. Moretti, in Not. Scavi, 1925, p. 129 ss.; A. G. Blanchet, La Mosaïque, Parigi 1928, p. 64. Mosaico di Tossa: A. Garcia y Bellido, in Arch. Esp. Arqueol., 1955, p. 12, f. 9-10. Mosaico di Pompei: M. Fiorelli, in Not. Scavi, 1878, p. 322; H. Lucas, in Röm. Mitt., XVII, 1902, p. 129; C. I. L., X, n. 8146; Blanchet, op. cit., p. 55.