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DOHRN, Felix Anton

di Christiane Groeben - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 40 (1991)
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DOHRN, Felix Anton

Christiane Groeben

Nacque a Stettino (Prussia; odierna Szezecin, Polonia) il 29 dic. 1840; era il quarto ed ultimo figlio di Carl August (1806-1892) e Adelheid Dietrich (1804-1883).

Con la fondazione nel 1823 di una raffineria di zucchero, una delle prime imprese industriali in Prussia, il nonno Heinrich aveva accumulato un considerevole patrimonio che permise al suo unico figlio Carl August di coltivare la musica, la letteratura, i viaggi e soprattutto l'entomologia. Suoi corrispondenti erano importanti artisti e scienziati, come C. E. von Baer, A. von Humboldt, C. T. von Siebold, P. Heyse e F. Mendelssohn-Bartholdy, futuro padrino del D., che ne prese il nome; egli crebbe dunque in una famiglia colta e in un ambiente liberale e stimolante.

Ancor prima di conseguire il diploma di maturità classica, il D. collaborò col padre nell'attività connessa con le collezioni entomologiche e pubblicò i suoi primi articoli sugli emipteri nel 1858 nella Stettiner Entomologische Zeitung, edita appunto dal padre. Finito il liceo, studiò medicina e zoologia a Königsberg, a Bonn, poi proseguì a lena con E. Haeckel e C. Gegenbaur ed a Berlino, dove studiò con R. Virchow. Nel novembre 1865 si laureò a Breslavia con E. Grube con una tesi sull'anatomia degli emipteri. Durante questo periodo fece due incontri decisivi per il suo futuro: a Berlino, tra il 1863 e il 1865, conobbe la scrittrice Fanny Lewald ed il filologo classico A. Stahr, il cui affetto ed interessamento nell'atmosfera colta, letteraria e politicamente stimolante della loro casa, lo aiutarono in una fase importante della sua formazione e ne arricchirono la personalità; e poi l'incontro a Jena (1862-63) con E. Haeckel da cui la sua carriera scientifica fu influenzata in modo decisivo. Fu Haeckel, infatti, suo professore e per un certo periodo anche amico, a fargli conoscere le opere di Darwin.

L'arido spirito classificatorio praticato dalla zoologia universitaria aveva spesso fatto dubitare il D. della sua vocazione di zoologo. Nel quadro della teoria darwiniana dell'evoluzione invece la zoologia riceveva tutto un altro significato e ben diverse prospettive di sviluppo: non era più fine a sé stessa, ma poteva fornire prove per la teoria dell'evoluzione specifica e per chiarire l'origine e la provenienza dell'uomo. Da allora il D. si dedicò alla diffusione del darwinismo sia attraverso la sua opera scientifica, sia con la fondazione a Napoli della Stazione zoologica. Tutti e due questi aspetti furono oggetto d'ampia discussione con lo stesso Darwin nel corso della loro corrispondenza (Ch. Darwin-A. Dohm, Correspondence, a cura di Chr. Groeben, Napoli 1982).

Dopo la laurea il D. tornò a Jena come assistente di Haeckel. Lì, nell'inverno 1867-68, prese la libera docenza con un lavoro intitolato Studien zur Embryologie und Genealogie der Arthropoden (Leipzig 1868), ed iniziò con la prolusione Kants Verhualtnis zur Deszendenztheorie le lezioni a Jena, tenute fino al 1871, con poco entusiasmo. Durante questo periodo il contrasto scientifico e personale con Haeckel ed il suo amico Gegenbaur diventò sempre più profondo. Della stretta cerchia di amici invece fecero parte il matematico E. Abbe, il fisico e filosofo C. Snell, lo scrittore scozzese Ch. Grant, lo zoologo baltico N. Kleinenberg e lo scultore A. Hildebrand.

Vivamente interessato alla legge biogenetica di I-Iaeckel, il D. rivolse la sua ricerca scientifica alla filogenesi degli artropodi (Kühn, pp. 187 s.); nel lavoro Der Ursprung der Wirbelthiere und das Prinzip des Functionswechsels (Leipzig 1875) descriveva e denominava infatti come Functionswechsel (mutamento delle funzioni) un processo, di cui anche Darwin aveva già riconosciuto l'importanza: "Nel susseguirsi di funzioni il portatore delle quali rimane il medesimo organo, si verifica la trasformazione dell'organo stesso" (ivi, p. 60). Il "mutamento delle funzioni" si dimostrava fertile come principio euristico; ebbe seguaci ma anche oppositori. Nello stesso lavoro il D. esponeva anche la sua teoria degli Anellidi secondo cui i Vertebrati derivano da antenati di tipo Anellidi e non da Anifiossi e Ascidi, come generalmente si riteneva. Questo articolo formò la base per una lunga serie di Studien zur Urgeschichte des Wirbeltierkörpers pubblicati su Mittheilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel dal 1881 al 1907, studi che lo tennero intensamente occupato per tutta la vita. Tuttavia nel corso di questo lavoro il D. si convinse sempre di più che il problema posto all'inizio non poteva avere una soluzione; malgrado ciò a lui si devono particolari e chiarimenti essenziali sulla morfologia e lo sviluppo dei Crostacei e dei Vertebrati.

Tramite il confronto fra lo sviluppo di forme di vita semplici, soprattutto marine, con quelle più complesse si cercavano chiarimenti e prove per la teoria darwiniana. L'interesse per la fauna marina, risvegliatosi verso la metà del secolo scorso grazie a J. Müller, maestro di Haeckel, si intensificò; nell'agosto 1865 il D. soggiornò con Haeckel a Helgoland per studi su animali marini, studi che continuò nel 1867 e 1868 in Scozia; da lì nell'autunno 1868 si recò a Messina per studiare anche la fauna mediterranea. Nel suo bagaglio portò fra l'altro un acquario smontabile che aveva ideato e costruito a Millport insieme al suo amico D. Robertson, il fondatore nel 1885 della Millport Biological Station. Grazie alla sua ricca fauna e flora marina Messina era allora ritenuta "la Mecca dei liberi docenti tedeschi", secondo un'espressione di F. De Filippi (cfr. A. Dohrn, Das 25-jährige Jubildäm der Zoologischen Station Neapel, Leipzig 1897, p. 8). Le difficoltà, sue come di altri ricercatori, nel realizzare studi sistematici vicino al mare, suscitarono nel D. il desiderio di porvi un rimedio: fra l'altro, i risultati scientifici erano troppo dipendenti dal caso, dalle condizioni meteorologiche, dalla collaborazione dei pescatori, dalla scarsa strumentazione necessaria (contenitori d'acqua, libri, strumenti, ecc.) e dalla disponibilità di proprietari e albergatori. Per questo il D. decise di fondare una Stazione zoologica. A Messina egli affittò due stanze nel 1869, che dovevano custodire strumenti e libri. In seguito, però, scelse Napoli perché volle unire alla stazione un acquario aperto al pubblico: i guadagni derivati dalle visite erano destinati a pagare un assistente scientifico permanente. Dopo una serie di incontri e circostanze avventurose, il D. ricevette dal Comune di Napoli un appezzamento di terreno nella Villa reale (Villa comunale).

A sue spese il D. fece costruire il primo edificio della Stazione zoologica di Napoli: iniziato nella primavera del 1872, era terminato un anno e mezzo dopo. L'amico A. von Hildebrand ne disegnò la facciata classica, e lo stesso con il pittore H. von Marées crearono in pochi mesi, dal maggio al novembre 1873, il ciclo di affreschi per il grande salone con la loggia rivolta verso il mare e Capri, progettato per la ricreazione e la musica e che avrebbe invece ospitato la biblioteca. In questa sala di affreschi volle simboleggiare - l'arte e la scienza come due espressioni della cultura umana: un fatto raro in un istituto di ricerca scientifica. L'edificio poteva ospitare fino a 30 scienziati. La costruzione dell'acquario per il pubblico, uno dei primi di questo genere nel mondo, fu diretta dall'ingegnere inglese W. A. Lloyd. Già nel settembre 1873 i primi ricercatori ospiti potevano essere ammessi: l'anatomista W. Waldeyer-Hartz di Strasburgo, gli zoologi inglesi E. Ray Lankester e Francis M. Balfour.

L'idea di una Stazione zoologica non era nuova: diversi tentativi erano già stati fatti in Francia ed Italia da C. Vogt e nel 1872 esistevano piccoli laboratori sul mare soprattutto in Francia. Nuovo nella creazione del D. era invece il fatto che il suo istituto di ricerca scientifica con i migliori strumenti ed attrezzature veniva messo a disposizione di chiunque fosse qualificato, senza alcuna interferenza politica o scientifica sulla direzione o i risultati delle ricerche. Una partecipazione internazionale doveva garantirne l'indipendenza. Il bilancio dell'istituto era coperto dalle entrate dell'acquario pubblico, dalla vendita di animali conservati e preparati microscopici e dal cosiddetto "Tisch-System" (sistema tavolo): in cambio di una retribuzione annuale il contraente, che poteva essere un ministero, una università o una società scientifica, aveva il diritto di mandare uno scienziato per un anno alla Stazione zoologica, dove vi trovava a sua disposizione il posto di lavoro (allora dei "tavoli" o banchi, oggi laboratori), la biblioteca, prodotti chimici, animali e organismi marini freschi ogni giorno e l'aiuto degli assistenti.

Per tutta la sua vita tramite viaggi e trattative, lettere ed articoli. il D. riuscì a perfezionare questo sistema dei tavoli. Dopo poco, più di quaranta nazioni ed istituzioni erano rappresentate a Napoli e, fino alla morte del D., più di duemila scienziati vi avevano lavorato, dando vari contributi importanti nella zoologia, botanica, embriologia, fisiologia, biochimica ed oceanografia. Anche per il perfezionamento dei metodi di microscopia, microtomia e di colorazione, la Stazione zoologica ha dato degli impulsi essenziali. Complementare alle attività della stazione erano le sue pubblicazioni; la rivista Mitteilungen aus der Zoologischen Station zu Neapel (più tardi Pubblicazioni), la serie di monografie Fauna e flora del Golfo di Napoli e la rassegna bibliografica Zoologischer Jahresbericht.

Nel 1885 e nel 1906 l'edificio venne ampliato raddoppiandone la superficie. Nel 1906 C. Sattler, genero di Hildebrand, costruiva la casa estiva sulla Punta San Pietro ad Ischia (oggi laboratorio per l'ecologia del Benthos). La casa privata, la famosa "Casa Dohrn", diventò presto un punto di riferimento culturale per visitatori stranieri.

Il contributo della Stazione zoologica di Napoli allo sviluppo delle scienze biologiche non può essere sottovalutato. Per la nuova generazione di scienziati italiani aprì le porte del mondo scientifico dell'Europa settentrionale; per gli Americani fu invece un luogo d'incontro con la scienza tedesca. Il D., la cui importanza più che come ricercatore, sta nell'aver creato la Stazione zoologica, seppe coinvolgere negli interessi di questa amici e conoscenti quali Ch. Darwin, T. H. Huxley, E. Abbe, W. von Siemens, E. Du Bois-Reymond. Alla sua morte lasciò una istituzione, modello di collaborazione scientifica internazionale ovvero, come si disse, di un "congresso permanente di scienziati", e che servì come esempio per molti altri istituti simili. Il D. aveva così raggiunto uno degli scopi che egli si era proposto nel suo classico saggio programmatico del 1872 Über den heutigen Stand der Zoologie und die Gründung zoologischer Stationen, (in Preussische Jahrbücher, XXX [1872], pp. 137-161; trad. ital. Delle presenti condizioni della zoologia e della fondazione di stazioni zoologiche, in Nuova Antologia, genn. 1873, pp. 1-27): per poter dare contributi validi alla verifica delle teorie darwiniane, la zoologia prima di tutto avrebbe dovuto essere meglio organizzata sia nella ricerca sia nell'insegnamento.

Nel giugno del 1874 il D. aveva sposato Marie de Baranowska, di origine polacco-russa, incontrata nel 1868 a Messina dove il padre di lei G. I. de Baranowski, un alto funzionario e governatore di due province russe, aveva trovato asilo politico. Grazie alle sue ampie conoscenze linguistiche e letterarie Marie diventò l'ospite perfetta della piccola comunità internazionale della stazione zoologica. Più tardi si stabilì a Forte dei Marmi, pur trascorrendo lunghi periodi a Wydranka, nella Russia Bianca, nella proprietà di famiglia. Ebbero quattro figli: Boguslaw diresse l'azienda di proprietà della famiglia a Hökendorf vicino a Stettino; Wolfgang, uomo politico e scrittore - con la sua fantasia creativa il più vicino a suo padre - fu uno dei fondatori della città giardino di Hellerau vicino a Dresda e promotore delle iniziative di arte e danza ritmica del pedagogo musicale E. Jaques-Dalcroze di Ginevra; Reinhard seguì il padre nella direzione della stazione zoologica, mentre Harald, il più giovane, si dedicò alla medicina omeopatica; partecipò alla Resistenza tedesca, per cui fu ucciso dai nazisti pochi giorni prima della fine della guerra (29 apr. 1945).

Il D. morì a Monaco il 26 sett. 1909: era ormai famoso ed onorato, membro di più di 40 società e corporazioni, dottore honoris causa delle università di Halle, Oxford, Cambridge e Aberdeen, insignito di numerose onorificenze.

Fonti e Bibl.: Numerosissimi sono gli articoli e lavori dedicati al D. e alla stazione zoologica. Essenziali ed esaurienti sono: Th. Heuss, A. D., Tübingen 1962 (trad. ital. L'Acquario di Napoli e il suo fondatore, Roma 1959; trad. inglese A. D. A life for science, Berlin-Heidelberg-New York 1991); A. Kühn, A. D. und die Zoologie seiner Zeit, in Pubbl. d. Staz. zool. di Napoli, Suppl., 1950 (pp. 186-190: elenco delle opere scientifiche del D.); inoltre ricordiamo: Th. Boveri, A. D. Gedächtnisrede gehalten auf dem Internationalen ZoologenKongress in Graz am 18. August 1910, Leipzig 1910, ristampa in Naturwissenschaften, XXVIII (1940), pp. 787-798; Chr. Groeben-I. Müller, The Naples Zoological Station at the time of A. D., Naples 1975, con bibl.; J. Oppenheimer, F. A. D., in Dict. of Scient. Biogr., XV (Suppl. 1), New York 1978, pp. 122-125; K. Dohrn, Von Bürgern und Weltbürgern. Eine Familiengeschichte, Pfullingen 1983; G. Montalenti, A. D.: La corrispondenza e gli studi sulla evoluzione dei vertebrati, in Boll. zool., L (1983), pp. 1-7; Chr. Groeben, A. D. - The statesman of Darwinism, in Biological Bulletin, CLXVIII (1985), pp. 4-25.

Vedi anche
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