Mendelssohn-Bartholdy, Felix
Il volto brillante e raffinato del Romanticismo
Musicista tedesco della prima metà dell’Ottocento, Felix Mendelssohn-Bartholdy era dotato di una spontanea vena melodica e di una grande abilità nell’arte dell’orchestrazione. La sua varia e vasta produzione, comprendente composizioni sinfoniche, cameristiche, vocali, ma anche oratori, musica sacra e musiche di scena, rivela l’aspetto più gioioso, equilibrato ed elegante del primo Romanticismo tedesco
Felix Mendelssohn-Bartholdy nacque ad Amburgo nel 1809, da una ricca e colta famiglia ebrea convertita al protestantesimo. L’educazione di Felix, sia umanistica sia musicale, fu completa e di prim’ordine; riconoscendone le doti eccezionali, i genitori lo affidarono ai migliori insegnanti di Berlino, città allora al centro della vita musicale tedesca, dove la famiglia si era trasferita dal 1811.
Nel 1821 Mendelssohn-Bartholdy ebbe modo di frequentare Wolfgang Goethe, instaurando con l’anziano poeta un rapporto di sincera amicizia. Intraprese poi lunghi viaggi all’estero, durante i quali poté conoscere i protagonisti della vita culturale e musicale dell’epoca, ma anche dimostrare le proprie qualità di promettente musicista.
Mendelssohn-Bartholdy, dopo aver esordito come pianista a otto anni, si dedicò alla composizione fin dall’adolescenza mostrando già uno stile originale e personale, come testimoniano tra l’altro le dodici Sinfonie per archi (1821-23), i Quartetti per pianoforte e archi op. 1 (1823), op. 2 (1923) e op. 3 (1825), e il primo capolavoro, l’Ottetto per doppio quartetto d’archi op. 20 (1825).
L’attività di Felix Mendelssohn-Bartholdy come compositore e pianista proseguì incessante e la sua brillante carriera decollò rapidamente in tutta Europa. L’anno 1829 segnò, fra l’altro, l’esordio come direttore d’orchestra, con la prima esecuzione moderna della Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, che diede inizio alla riscoperta del sommo musicista barocco, allora pressoché dimenticato.
Tra le composizioni più rilevanti di questo periodo vi sono la Sinfonia italiana per orchestra (1830-33); la cantata per coro e orchestra La prima notte di Valpurga, su testo di Goethe (1832-43); il primo di otto fascicoli di Romanze senza parole (1829-30), brevi e spontanee composizioni per pianoforte, e le ouvertures per orchestra Calma di mare e felice viaggio (1828-32) e Le Ebridi (conosciuta anche come La grotta di Fingal, 1929-32).
L’ouverture era una composizione concepita in origine come introduzione a brani orchestrali o teatrali, ma che nell’Ottocento assunse il carattere di pezzo sinfonico a sé stante.
Nel 1833 Mendelssohn-Bartholdy diventò direttore del teatro di Düsseldorf e dal 1835 assunse la prestigiosa carica di direttore della Società dei concerti del Gewandhaus di Lipsia.
Nella città tedesca egli si stabilì fino alla sua morte, avvenuta prematuramente nel 1847, riuscendo nel 1843 a fondarvi anche il Conservatorio; la sua operosità intelligente e appassionata rese Lipsia uno dei maggiori centri musicali d’Europa.
All’ultimo decennio di vita del compositore risalgono molti lavori significativi come il Concerto in mi minore per violino e orchestra op. 64 (1838-44) e la Sinfonia scozzese, ultimata nel 1842 dopo una lunga gestazione.
A questo periodo appartiene anche una tra le composizioni più note di Mendelssohn-Bartholdy, il Sogno di una notte di mezza estate (1842), musica di scena per l’omonima commedia di William Shakespeare. L’ouverture era stata scritta in gioventù, nel 1826, e aveva goduto di un grande successo. A essa il compositore aggiunse la musica di scena in una straordinaria unità stilistica. La storia è ambientata nel bosco incantato dove regnano Oberon e Titania, re e regina delle fate. Il mondo degli uomini e quello degli esseri magici si intrecciano: sullo sfondo dei preparativi per le nozze di Teseo, duca di Atene, con Ippolita, regina delle Amazzoni, due coppie di giovani si sfuggono e si rincorrono, si odiano e si amano in un succedersi di equivoci e incantesimi dovuti allo sbadato folletto Puck. Il felice epilogo ricompone tutte le coppie. In questa partitura, le cui pagine più celebri sono, oltre l’ouverture, lo Scherzo e la Marcia nuziale, Mendelssohn-Bartholdy mostra non solo tutta la sua abilità nel trovare colori orchestrali nuovi e la sua fluente vena melodica, ma anche l’attitudine per i soggetti lievi, sognanti e fantastici della fiaba.