Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Felix Mendelssohn, musicista colto e cosmopolita, è uno dei grandi protagonisti della scena musicale tedesca dell’Ottocento. Impostosi giovanissimo con la direzione della prima esecuzione moderna della Passione secondo Matteo e con la composizione dell’ouverture del Sogno di una notte di mezza estate, nella sua intensa e multiforme attività si intrecciano costantemente caratteri romantici e tensione verso le forme classiche.
Tra classicismo e romanticismo
Musicista dotato di straordinario talento e uomo di vasta cultura, Felix Mendelssohn, nel corso della sua breve ma febbrile vita, incide profondamente in diversi settori della cultura musicale ottocentesca. Nell’ambito della musica strumentale, prospetta una serie di originali soluzioni formali che aprono nuove strade rispetto ai grandi modelli beethoveniani; nel campo della musica sacra, le sue composizioni rappresentano delle pietre miliari che recuperano con spirito moderno la grande tradizione tedesca; le sue musiche di scena risultano determinanti per il successo di grandi spettacoli teatrali dell’epoca; come direttore d’orchestra, Mendelssohn è il grande protagonista della riscoperta della musica di Bach e Händel, e uno dei maggiori sostenitori del sinfonismo romantico; infine, come organizzatore musicale, contribuisce in modo determinante allo sviluppo di grandi centri musicali tedeschi, quali Lipsia, Düsseldorf e Berlino, collaborando ai grandi progetti di rinnovamento della vita musicale promossi da Federico Guglielmo IV di Prussia.
Fondamentale nella formazione della personalità di Mendelssohn è la pluralità degli stimoli culturali con i quali viene precocemente a contatto. In primo luogo, egli riceve un’educazione all’insegna del culto per la bellezza classica: studia con interesse le opere d’arte dell’antichità greca e romana, conosce approfonditamente la grande musica sacra di Bach e Händel e i capolavori strumentali di Mozart, e viene influenzato dalle figure di Goethe e Hegel; contemporaneamente, egli assimila gli influssi letterari del romanticismo tedesco e si appassiona per le composizioni di Beethoven. La sua musica risulta così ricca di riferimenti alla cultura romantica, ma nello stesso tempo dotata di una profonda tensione verso l’eleganza e la forma classica, espresse con personalissima grazia e brillantezza.
Gli anni di formazione
Jakob Ludwig Felix Mendelssohn-Bartholdy nasce ad Amburgo il 3 febbraio 1809 e trascorre la sua infanzia a Berlino, dove la sua famiglia si è trasferita a partire dal 1811. Il padre, Abraham Mendelssohn, figlio del filosofo illuminista Moses Mendelssohn, è un ricco banchiere israelita convertitosi al cristianesimo. Mendelssohn si dedica già a 11 anni alla composizione, scrivendo 12 sinfonie, alcuni concerti, musica da camera e vocale.
Nel 1821 Mendelssohn viene presentato a Goethe, che ne elogia le doti di esecutore e improvvisatore, e tra il 1823 e il 1825 vengono pubblicati i suoi tre Quartetti per pianoforte e archi opp. 1, 2 e 3. Il primo grande successo di Mendelssohn sopraggiunge nel 1826, con l’Ottetto e con l’ouverture del Sogno di una notte di mezza estate, uno dei massimi capolavori dell’autore, ricco di elementi romantici, quali l’evocazione del mondo dei sogni e della fantasia, la combinazione di ironia e malinconia, l’uso di un Leitmotiv ciclico e di una serie di particolari volti a prefigurare vivide e poetiche immagini.
Nel 1827 Mendelssohn frequenta i corsi di estetica di Hegel all’università di Berlino, scrive l’ouverture Calma di mare e viaggio felice e comincia a concepire l’idea di organizzare l’esecuzione della Passione secondo Matteo di Bach, che non è stata più eseguita dopo la morte dell’autore, radunando attorno a sé un gruppo di amici disposti a cantare e suonare brani dell’opera sotto la sua direzione. Scrupolosamente preparato durante due anni di intenso lavoro, il concerto con l’esecuzione integrale della Passione secondo Matteo da lui diretta si tiene infine all’Accademia di canto di Berlino l’11 maggio 1829 con un clamoroso successo, che segna anche l’inizio della riscoperta di Bach da parte del pubblico ottocentesco.
I primi viaggi
L’ampia risonanza del trionfo conseguito con la Passione secondo Matteo aumenta il prestigio di Mendelssohn negli ambienti musicali dell’epoca, ma non determina ancora la sua fama come compositore. Per far conoscere maggiormente le proprie creazioni, Mendelssohn inizia nel 1829 una serie di viaggi: la prima meta è l’Inghilterra, tradizionalmente ben disposta verso i musicisti tedeschi, che gli viene consigliata dall’amico Moscheles, residente a Londra in quegli anni. Nella capitale britannica Mendelssohn tiene diversi concerti, presentando il Doppio concerto per due pianoforti (da lui eseguito insieme a Moscheles) e la Sinfonia in Do minore op. 11, con esito molto favorevole. La visita della Scozia gli fornisce forti suggestioni che vengono sviluppate sia in alcune composizioni scritte nel 1829 – come la Fantasia per pianoforte op. 15 o la Sonata scozzese op. 28 – sia in opere completate in un secondo tempo – quali la Sinfonia scozzese e l’ouverture Le Ebridi, ispirata dalla visita della grotta di Fingal, nelle isole Ebridi.
Nel 1830 viene offerta a Mendelssohn una cattedra di musica all’università di Berlino, ma egli rifiuta, insistendo perché venga assegnata all’amico Adolph Bernhard Marx. Nello stesso periodo Mendelssohn inizia una nuova serie di viaggi: a Weimar incontra per l’ultima volta Goethe; segue poi un breve soggiorno in Austria, prima di giungere in Italia. A Roma vengono aperte all’ormai famoso ventunenne le porte degli ambienti più riservati e raffinati, italiani e stranieri. Il clima culturale romano gli ispira una serie di importanti composizioni sacre, tra le quali il salmo Non nobis Domine, scritto per il matrimonio della sorella Fanny. Tra le composizioni profane, spicca invece La prima notte di Valpurga, grande cantata ispirata dai versi di Goethe; a questo periodo risalgono anche i primi abbozzi della Sinfonia italiana.
Dopo aver visitato le più importanti città italiane, le tappe principali del lungo viaggio europeo del musicista tra il 1830 e il 1832 sono la Svizzera, della quale apprezza particolarmente la bellezza dei paesaggi, Monaco, dove scrive il Concerto per pianoforte e orchestra op. 25, Parigi, dove lo stile di Mendelssohn, lontano dal gusto in quel momento in voga, riscuote scarso successo, e Londra, dove invece ritrova le grandi accoglienze del suo primo soggiorno, e dove fa pubblicare la prima raccolta di Romanze senza parole.
La direzione del Gewandhaus
Tornato a Berlino nel 1832, Mendelssohn viene persuaso dai famigliari e dagli amici a candidarsi per la successione nella direzione dell’Accademia del canto a Carl Friedrich Zelter, morto nel maggio di quell’anno; i soci dell’Accademia, di fronte alla prospettiva di porre a capo della loro istituzione un giovane di origine ebrea, decidono di preferirgli una persona più matura e proveniente da una famiglia cristiana, Karl Friederich Rungenhagen.
Dopo un periodo di profondo scoramento in seguito all’umiliazione subita, Mendelssohn si riprende quando, nel 1833, viene invitato a Düsseldorf a dirigere il Festival musicale della Renania meridionale, uno dei più importanti festival musicali in voga all’epoca, dove ancora una volta egli ottiene un grande successo. In seguito a tale risultato, Mendelssohn viene nominato direttore musicale per tre anni, realizzando memorabili esecuzioni di Händel, Mozart e Beethoven. Nel 1833 viene completata la Sinfonia italiana, composizione che, per il suo continuo oscillare tra classicismo e romanticismo, occupa una posizione molto particolare nell’ambito del sinfonismo ottocentesco e che, soprattutto nel solare primo movimento e nel vertiginoso saltarello finale, presenta elementi ricollegabili al viaggio in Italia di Mendelssohn.
All’inizio del 1835 Mendelssohn lascia Düsseldorf alla volta di Lipsia, uno dei più importanti centri musicali tedeschi di questo periodo, dove diviene direttore dell’orchestra del Gewandhaus, carica attraverso la quale egli assurge ai vertici della direzione orchestrale dell’epoca.
Nelle pagine delle riviste musicali tedesche Felix trova uno dei suoi massimi sostenitori in Robert Schumann, con il quale instaura una relazione di rispetto e ammirazione reciproca. Accanto ai consensi della critica, giungono inoltre riconoscimenti ufficiali, come la laurea honoris causa in filosofia conferitagli dall’università di Lipsia nel 1836.
Il 3 marzo 1837 Mendelssohn si sposa con Cecilia Jeanrenaud, giovane proveniente da una ricca famiglia di Francoforte, dalla quale avrà cinque figli. Nel corso del periodo di grande serenità successivo al matrimonio, vedono la luce alcuni capolavori, quali i tre Quartetti op. 44, il Concerto per pianoforte e orchestra op. 40, il Salmo XLII, l’ouverture del Ruy Blas e la Seconda sinfonia Lobgesang.
Nel campo della direzione, Mendelssohn ottiene una delle maggiori affermazioni con la prima esecuzione della Sinfonia in Do maggiore di Schubert, da poco scoperta da Schumann. In questo periodo Mendelssohn riceve grandi soddisfazioni anche da altre attività connesse alla carica di direttore dei concerti del Gewandhaus, vale a dire la presentazione del repertorio di grandi autori del passato e la promozione di giovani musicisti.
Nel primo ambito, Mendelssohn raggiunge grandi esiti soprattutto con le esecuzioni di Händel e Bach, mentre nel secondo fornisce importanti occasioni, tra i compositori, a Schumann, e tra gli esecutori a Clara Wieck, Thalberg, Moscheles, Anton Rubinstein e Joachim.
Tra Lipsia e Berlino
Nel 1841 Mendelssohn viene nominato presidente dell’Accademia di belle arti da Federico Guglielmo IV di Prussia, che lo incarica di progettare un conservatorio a Berlino, progetto che però non va in porto.
Successivamente Mendelssohn riceve l’incarico di comporre le musiche per la rappresentazione teatrale dell’Antigone di Sofocle, che ha luogo, sotto la direzione dall’autore, nel teatro di corte di Potsdam nell’ottobre 1841 alla presenza del re. Il successo di questa rappresentazione e delle sue repliche nel corso del 1842 fornisce un notevole contributo alla riscoperta moderna della tragedia greca. Nello stesso periodo viene completata la Sinfonia scozzese, dedicata alla regina Vittoria, che riceve Mendelssohn durante un suo nuovo viaggio in Inghilterra nell’estate del 1842.
In questa composizione, il problema di trovare una forma sinfonica diversa da quella beethoveniana viene brillantemente risolto associando elementi peculiari dello stile sinfonico – quali lo sviluppo dei motivi e l’uso del contrappunto – a un tematismo melodico e ai procedimenti sintattici caratteristici dello stile liederistico.
Nel 1843, deluso dalle difficoltà incontrate a Berlino per realizzare le proprie concezioni, Mendelssohn ottiene di essere deposto dall’incarico di presidente dell’Accademia di belle arti, accettando di dirigere la cappella reale e di scrivere musica liturgica per il coro del duomo. Nel frattempo si dedica alla fondazione di un conservatorio a Lipsia, utilizzando fondi devoluti per tale progetto dal re di Sassonia. Il conservatorio, che diviene ben presto uno dei più importanti dell’epoca, viene inaugurato il 3 aprile 1843, sotto la direzione di Mendelssohn, che vi insegna pianoforte e composizione, affiancato, tra gli altri, da Schumann e Moscheles.
Nello stesso periodo, Mendelssohn realizza, su incarico del re di Prussia, le musiche di scena per il Sogno di una notte di mezz’estate, che riprendono in più punti alcuni motivi dell’ouverture scritta 15 anni prima, e che vengono eseguite per la prima volta, con successo travolgente, nell’ottobre del 1843.
Di fronte a nuovi problemi con gli ambienti della Chiesa protestante berlinese e della corte del re, nel settembre del 1844 Mendelssohn decide di abbandonare tutti gli incarichi da lui ricoperti a Berlino, tranne quello di creare nuove composizioni per il re, su invito del quale scrive le musiche di scena dell’Edipo a Colono e dell’Atalia di Racine: la prima delle rappresentazioni di questi due lavori teatrali con le musiche dell’autore avviene al termine del 1845, anno che vede la prima esecuzione anche del Concerto per violino op. 64, composizione che con squisita raffinatezza integra un virtuosismo nobile e rigoglioso con una melodicità fluida e intensa.
Gli ultimi anni
Nell’agosto del 1845, Mendelssohn, su insistenti pressioni del ministro del re di Sassonia, ritorna a dirigere le attività del Gewandhaus di Lipsia e contemporaneamente completa il Quintetto in Si bemolle op. 87, opera dotata di un forte lirismo e di una notevole raffinatezza formale. Dopo un breve periodo di riposo, tra la fine del 1845 e l’inizio del 1846, l’attività di Mendelssohn torna a essere frenetica: chiamato continuamente a dirigere concerti in luoghi molto lontani tra loro, egli è costretto a frequentissimi viaggi, che ledono il suo fisico già costituzionalmente piuttosto debole. In questo periodo scrive importantissime composizioni sacre, quali il Lauda Sion Salvatorem, per la chiesa di San Martino di Liegi, e il suo secondo oratorio Elijah – dopo il Paulus, completato nel 1836 – eseguito la prima volta a Birmingham il 26 agosto 1846.
Gli ultimi importanti progetti musicali di Mendelssohn sono un’opera – con soggetto tratto dalla leggenda di Loreley – di cui egli scrive solo alcuni frammenti, e un terzo oratorio, Christus, rimasto incompiuto.
Nel 1847 Mendelssohn compie il suo ultimo viaggio in Inghilterra, dove dirige sei esecuzioni dell’Elijah e un concerto di musica sinfonica. Al suo ritorno a Francoforte, dopo aver completato l’ultima sua importante composizione strumentale, il Quartetto in Fa minore op. 80, si dedica solo alla musica vocale, scrivendo alcuni Lieder. Il 7 ottobre 1847 Mendelssohn viene colpito da un primo ictus cerebrale, seguito da un secondo il 1° novembre; dopo un terzo attacco, muore il 4 novembre 1847.
Per commemorarlo, si tengono con grande solennità due cerimonie funebri, a Lipsia e a Berlino: dopo la prima cerimonia a Lipsia, il feretro viene trasportato in ferrovia a Berlino, sostando a Köthen, Dessau e Halle, dove i direttori d’orchestra locali gli recano l’estremo saluto.